Haaland e i suoi fratelli. La miglior formazione possibile di quello che viene considerato come il campionato più bello al Mondo.
Un’altra edizione di Premier League si è conclusa. Come nella precedente è stato il Manchester City di Pep Guardiola a portare a casa il titolo dopo un duello intenso contro l’Arsenal, caduto proprio nel momento clou del campionato. I Gunners si consoleranno così con la qualificazione alla prossima Champions League, accompagnati pure da Manchester United e Newcastle.
Delusione, invece, per il Liverpool che dovrà accontentarsi dell’Europa League che disputerà assieme alla rivelazione del torneo Brighton. In attesa di capire cosa accadrà al West Ham, impegnato in finale di Conference contro la Fiorentina, alla terza competizione internazionale in ordine gerarchico ci è andato l’Aston Villa grazie al suo settimo posto. Retrocessione in Championship, infine, per Leicester, Leeds e Southampton.
Proviamo ora a mettere in campo quello che a nostro avviso è stato il miglior undici di stagione, con qualche conferma e qualche interessante novità. Modulo? Un 4-3-3 con allenatore Guardiola, anche se Arteta e De Zerbi meritano qualcosa in più di una semplice citazione. Lo spagnolo del club londinese ha portato i suoi vicini ad uno scudetto che manca dal 2004; l’italiano ha portato il Brighton per la prima volta nella sua storia in Europa.
Basta guardare il numero dei gol subiti, appena trentatré come per il Manchester City che ha vinto lo Scudetto. Merito della strategia difensiva messa in atto da mister Eddie Howe ma anche del suo numero uno: il trentunenne Nick Pope. Non un uomo copertina, ma che grazie al lavoro è riuscito a contribuire alla straordinaria annata del suo Newcastle.
Kieran Trippier (Newcastle): restiamo in casa Newcastle anche per il terzino destro. Trippier non è di primo pelo, ha trentadue anni, e non ha convinto appieno nella sua unica avventura all’estero tra le fila dell’Atletico Madrid. Tuttavia, rientrato in patria, è tornato quello di sempre. Con sette assist e anche la soddisfazione di un gol.
William Saliba (Arsenal): la Juve ha provato a prendere il suo compagno di reparto Gabriel, prima di fiondarsi su Bremer ma chi si è preso la scena nei Gunners è stato il ventiduenne francese che, dopo aver girovagato un po’, ha piazzato finalmente le tende all'Emirates.
Lisandro Martinez (Manchester United): quando in Premier si spendono tanti soldi per un difensore a volte capita che questo si riveli un vero e proprio flop. Stavolta i Red Devils hanno fatto bingo invece andando a prendere dall’Ajax il centrale argentino fresco campione del Mondo.
Nathan Aké (Manchester City): il suo acquisto fu una sorpresa, anche valutando l’importo e una carriera non proprio brillante, fatta eccezione per il buon periodo vissuto al Bournemouth. Tuttavia l’olandese di origine ivoriana ha saputo giocare la sua parte in uno squadrone come il City diventando presto una pedina preziosa nello scacchiere guardioliniano.
Rodri (Manchester City): a volte è poco appariscente ma Guardiola non se ne priverebbe mai. Il ché è tutto dire. Con lo spagnolo i Citizens girano che è una bellezza.
Martin Odegaard (Arsenal): quando si pesca dalla cantera del Real Madrid raramente si sbaglia. Stavolta poteva essere un’eccezione perché Odegaard è sempre stato bravo ma tatticamente complicato da inquadrare. Invece alle dipendenze di Arteta il norvegese ha fatto il botto, con quindici gol che rappresentano un record assoluto nella storia dell’Arsenal per un centrocampista.
Kevin De Bruyne (Manchester City): sedici assist rappresentano un traguardo mostruoso anche per uno come lui. Peccato non si assegni la scarpa d’oro anche per le giocate vincenti. La vincerebbe tutti gli anni.
Marcus Rashford (Manchester United): miglior stagione di sempre per questo attaccante inglese di venticinque anni. Dopo stagioni tribolate è riuscito finalmente a svoltare segnando complessivamente trenta gol di cui diciassette in campionato. Numeri simili li aveva avuti soltanto nell’annata 2019/2020 ma poteva sicuramente anche fare di più, non fosse stato per quei maledetti infortuni che spesso lo accompagnano.
Erling Braut Haaland (Manchester City): rullo di tamburi…macché! Il suo nome è fin troppo scontato. Tanto si potrebbe dire, tanto si potrebbe scrivere ma bastano i numeri: cinquantadue gol in cinquantuno partite, trentasei in trentacinque di Premier. Mostruoso!
Bukayo Saka (Arsenal): altro giovane interessante andato in doppia cifra sia per i gol che per gli assist. Un contributo significativo, al netto di qualche segnale di discontinuità dettato in special modo dalla tenera età, alla meravigliosa stagione dell’Arsenal. Che non ha alzato titoli, ma si è divertito. Almeno finché ha potuto.
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