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Premier League: Conte e il Tottenham si dicono addio. Squadra affidata a Stellini

Troppe polemiche e veleni: l’allenatore pugliese aveva smesso di credere nel gruppo. Gli Spurs scelgono la soluzione interna per concludere al meglio la stagione. 

Doveva essere una tranquilla sosta per le nazionali ed invece è già partita la rivoluzione delle panchine destinata a toccare il picco massimo a giugno. Se l’esonero di Julian Nagelsmann da parte del Bayern Monaco è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno, non altrettanto può dirsi della separazione tra Antonio Conte ed il Tottenham. 

Di avvisaglie, nel corso degli ultimi mesi, ce n’erano state parecchie, testimoniate live dallo stesso condottiero pugliese durante gli sfoghi, sempre più incisivi e numerosi, in conferenza stampa. Contratto sciolto, dunque, e di comune accordo. Non esonero in questo caso, né dimissioni ma una semplice presa di coscienza di un rapporto che non poteva più continuare. 

Conte lascia un Tottenham quarto in classifica, quindi ancora in linea con gli obiettivi stagionali. Va detto, però, che il Newcastle quinto e distanziato di sole due lunghezze ha due partite in meno dei rivali e potenzialmente potrebbe quindi scavalcarli. L’avventura in Champions League si è invece conclusa agli ottavi di finale con eliminazione giunta per mano del Milan in un’esperienza complessivamente poco esaltante per gli Spurs. Neanche nelle coppe nazionali i londinesi sono riusciti a fare qualcosa in più.

I motivi dell’addio di Conte: la polemica contro club e giocatori

Diciamoci la verità: sarebbe stato difficile immaginare una prosecuzione del rapporto tra Antonio Conte e il Tottenham fino alla fine della stagione. Non dopo le ultime parole del tecnico, particolarmente critico con la squadra a seguito del 3-3 contro il Southampton. Una denuncia pubblica e feroce nei confronti del gruppo di calciatori ma anche della proprietà e della dirigenza, oltre che delle accuse nei riguardi della storia del club con riferimento alla bacheca vuota negli ultimi venti anni di calcio nonostante i diversi cambi di guida tecnica. 

Dichiarazioni che fanno seguito ad uno stato generale di malcontento mai taciuto da parte dell’allenatore pugliese che tempo fa aveva anche espresso nostalgia nei confronti dell’Italia. A volerlo a Londra era stato Fabio Paratici, attuale direttore generale degli Spurs, che aveva deciso già appena insidiato, che l’uomo scelto dalla proprietà – Nuno Espirito Santo – non fosse il tecnico ideale per risollevare le sorti degli Spurs. 

In un anno e mezzo di lavoro il Tottenham ha centrato un buon risultato al primo anno con la qualificazione in Champions League ma non ha potenziato la rosa in modo adeguato – secondo i desideri di Conte – nel successivo mercato estivo. Col contratto in scadenza a giugno e l’ipotesi rinnovo mai presa in considerazione, l’addio era di fatto scontato e questione di tempo. Che entrambe le parti in causa, però, hanno deciso di non concedersi anticipando la mossa fin da subito.

Il presente degli Spurs si chiama Stellini. Quale futuro per Conte?

Si erano fatte le ipotesi Julian Nagelsmann ed anche quella del clamoroso ritorno di Mauricio Pochettino, giusto per citare i due tecnici più importanti liberi in questo momento sul mercato. Il Tottenham ha però optato per la soluzione interna con l’obiettivo di centrare il quarto posto, fondamentale per le ambizioni del club con sede nel sobborgo londinese di Haringey. 

Quindi squadra affidata a Cristian Stellini, storico vice di Conte che lo ha accompagnato nel corso di tutta la sua carriera in panchina fin dai tempi del Siena, passando pure per Juventus e Inter. Al suo fianco ci sarà Ryan Mason, giovanissimo dal momento che è un classe 1991 ma che ha già vissuto una situazione simile in passato quando nell’aprile del 2021 fu esonerato José Mourinho e gli venne affidata la panchina degli Spurs fino al termine della stagione. 

Adesso il tandem selezionato avrà un compito particolarmente arduo, data la concorrenza in Premier con Newcastle e Liverpool in agguato. Quanto a Conte, invece, sono in molti a pronosticare per il pugliese un ritorno in Italia. Che possa essere la Juventus oppure l’Inter ma è difficile per tanti motivi immaginarlo ancora all’estero, data la sua smania di riabbracciare il Belpaese. 

Tra le candidate a prenderlo in panchina, ad oggi, non ci sarebbe il Milan che a prescindere dal destino di Stefano Pioli sarebbe orientato nel caso verso profili diversi. Ancor più improbabile vederlo sulla panchina del Paris Saint-Germain, altro club destinato a cambiare per l’ennesima volta guida tecnica in estate. Naturalmente nel giro di qualche mese tutto potrà succedere in questo frenetico mondo del calcio. Intanto Antonio Conte ricaricherà le batterie in attesa di tuffarsi nella prossima avventura professionale con il consueto chiodo fisso che lo ha accompagnato per l’intera carriera: vincere. 

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