L'ex quarterback di Colts e Broncos è stato il primo a vincere il Super Bowl con due franchigie diverse: per cinque volte è stato MVP del campionato.
Tom Brady ha detto di lui: "Per me, è il migliore di tutti i tempi". E sono in tanti a pensarla come l'intramontabile quarterback dei Buccaneers. Già, perché Peyton Manning è un mito assoluto per gli amanti del football, l'uomo capace di riscrivere la storia a suon di record e primati. Un campione che ha fatto della perseveranza il suo punto di forza: del resto, non si rimane ai vertici della Nfl per quasi vent'anni per caso. Lui c'è riuscito, vincendo semplicemente tutto ciò che c'era da vincere e facendo felici due città: prima Indianapolis, poi Denver.
Il football è stato sempre di casa presso i Manning. Nel senso letterale del termine. Tutto è cominciato con papà Archie, quarterback dei New Orleans Saint negli anni 70, con comparsate anche negli Houston Oilers e nei Minnesota Vikings. Peyton è nato nel 1976, proprio a New Orleans, mentre cinque anni dopo sarebbe venuto al mondo Eli, futuro campione Nfl con i New York Giants. Tutti quarterback, tutti con l'arte del lancio nel proprio dna.
Peyton, però, ha sempre avuto un talento superiore alla media, anche rispetto al padre e al fratello che sono stati atleti di tutto rispetto. Nel 2010 gli appassionati lo hanno votato all'ottavo posto tra i migliori professionisti della Nfl di tutti i tempi, nel 2021 è entrato nella Pro Football Hall of Fame. Il perché lo racconta la sua carriera, zeppa di trionfi e di soddisfazioni.
Dopo aver carpito qualche segreto giocando nel giardino di casa con papà Archie, Manning ha debuttato nella Ncaa con i Tennessee Volunteers, squadra della Tennessee University, di cui diventerà primatista assoluto per yard passate e touchdown. La prima stagione nel 1994, a 18 anni, col 61,8% di passaggi completati e 11 touchdown propiziati. Poi altre tre annate da primattore, con uno score di 39 vittorie in 45 incontri disputati (record assoluto per la Southeastern Conference) e un totale di 11.201 yard completate al passaggio e 89 touchdown propiziati. Numeri che gli sono valsi la prima scelta assoluta al Draft 1998 da parte degli Indianapolis Colts.
Nell'Indiana Manning ci rimarrà fino al 2011, trasformando in breve tempo quella che era la peggior squadra della Lega – tre sole vittorie nel 1997 – in un team in grado di puntare al titolo. Brillantissima la sua stagione da rookie, condita da cinque record per un debuttante nella Nfl tra cui quello per il maggior numero di passaggi da touchdown: 26.
Nel 1999 la prima stagione da oltre 4.000 yard, con tanto di qualificazione ai playoff, bissata l'anno successivo in cui è arrivata la prima convocazione al Pro Bowl per la selezione della Afc. Ricca di soddisfazioni l'annata 2003, chiusa da Indianapolis con un record di 12-4 e con la sconfitta da New England nella finale della Afc: per Manning il titolo di MVP del campionato, riconoscimento ottenuto nuovamente nel 2004 grazie a un passer rating da record, 121,1%.
L'agognato Super Bowl è arrivato nel 2006: vittoria a Miami sui Chicago Bears per 29-17. Nel 2008 e nel 2009 Manning è stato nominato nuovamente MVP del campionato, sempre nel 2009 ha giocato il secondo Super Bowl della sua carriera: perso, stavolta, 31-17 contro i New Orleans Saints. L'avventura di Peyton con i Colts si è chiusa a marzo 2012, dopo un'ultima stagione vissuta interamente in tribuna a causa di problemi fisici.
Manning ha quindi firmato un nuovo contratto con Denver dove in breve è ritornato il campione dei giorni migliori. Dopo aver sfiorato il titolo nel 2012 e nel 2013 (sconfitta al Super Bowl contro i Seattle Seahawks, ma di nuovo miglior uomo del campionato), nel 2015 i Broncos si sono laureati campioni grazie al successo (24-10) su Carolina a Santa Clara. Manning, diventato il secondo giocatore della storia a superare le 70.000 yard in carriera, decise di ritirarsi da trionfatore, a 40 anni.
Una delle giocate più iconiche di Manning è stata la gestione del pre-snap, precedente a ogni azione d'attacco. Anziché riunirsi coi compagni nel cosiddetto huddle, dove spesso si decide lo schema da utilizzare, Manning selezionava direttamente il giocatore dalla linea di scrimmage, per una giocata veloce e spesso in grado di sorprendere la difesa avversaria. In carriera, oltre a due Super Bowl vinti, a cinque titoli Mvp, ha stabilito complessivamente trenta primati Nfl.
Una delle giocate più iconiche di Manning è stata la gestione del pre-snap, precedente a ogni azione d'attacco. Anziché riunirsi coi compagni nel cosiddetto huddle, dove spesso si decide lo schema da utilizzare, Manning selezionava direttamente il giocatore dalla linea di scrimmage, per una giocata veloce e spesso in grado di sorprendere la difesa avversaria. In carriera, oltre a due Super Bowl vinti, a cinque titoli Mvp, ha stabilito complessivamente trenta primati Nfl.
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