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NBA: James Harden, è la volta buona? Con Embiid è super Philadelphia

La guardia 33enne - oggetto di critiche feroci negli anni scorsi - sta vivendo una stagione da applausi. Il fuoriclasse “barbuto” appare rinato e adesso gioca al servizio della squadra, sfornando assist in continuazione per il pivot camerunense.

Un giocatore iconico, forse troppo. Tanto che in molti hanno dimenticato (o quasi) le sue immense doti e quanto possa essere decisivo. Parliamo ovviamente di James Harden, personaggio amato e odiato senza mezze misure che sta vivendo una annata spettacolare con la casacca dei Philadelphia 76ers. Un giocatore rinato, a conti fatti tra le migliori guardie di tutto l’emisfero NBA: soprattutto, un giocatore intelligente, bravo a reinventarsi all’ombra dell’extraterrestre Joel Embiid. 

Sì, perché adesso “il Barba” non è più il cestista esplosivo e aggressivo dei tempi andati e non vive più per fare punti (ricordiamo che è stato il migliore marcatore della stagione per tre anni di fila, dal 2018 al 2020). Insomma, adesso gioca più al servizio della squadra. Certo, tutto naturale quando ti ritrovi al fianco di un fuoriclasse assoluto come Embiid, ma non è da tutti fare un passo indietro, soprattutto se parliamo di gente che rispetta in tutto e per tutto i canoni delle superstar. 

Diamo uno sguardo ai numeri. Dimenticate gli score incredibili degli anni con i Rockets, ma non datelo per bollito nemmeno da questo punto di vista, perché comunque parliamo di un giocatore che in questa regular season ha fatto registrare una media di 21 punti a partita. Mica male. La rivoluzione copernicana, però, è in atto: il nuovo Harden adesso pensa più alla costruzione del gioco, si adatta agli elementi che ha a fianco, preferendo i passaggi alle conclusioni, perché tanto ci pensano (anche) Embiid, Tyrese Maxey e Tobias Harris. 

Non sorprende, così, che il classe '89 originario di Los Angeles abbia chiuso la stagione regolare con 10,7 assist a partita, la migliore media di tutte e due le Conference. Per Harden si tratta di un bis dopo il record del 2017: a questo giro è riuscito a fare meglio di specialisti del calibro di Trae Young e Chris Paul, e già solo questo dovrebbe fare capire di che livelli (eccelsi) stiamo parlando. Nonostante i detrattori e le tante uscite a vuoto degli anni precedenti.

La grande opportunità di Harden: è tempo del primo anello in carriera?

James Harden è giocatore che già così ha fatto la storia: per lui parlano l’oro olimpico conquistato con il Dream Team a stelle e strisce nel 2012, a cui ha fatto seguito anche il Mondiale di due anni dopo. Poi una sfilza di premi individuali, tra cui spicca l'MVP della regular season 2018. Insomma, non ci troviamo al cospetto di un comprimario, ma un vuoto in realtà c'è: il fuoriclasse barbuto, che sta conoscendo una seconda giovinezza alle soglie dei 34 anni, è ancora alla ricerca del primo titolo NBA della sua carriera. Ci andò vicinissimo nel 2012, quando giovanissimo (ma già protagonista) difendeva la maglia degli Oklahoma Thunder e si arrese solo in finale contro i Miami Heat di Lebron James. Da allora, poche occasioni.

Quest'anno, per Harden le cose sembrano essere cambiate: non solo il suo approccio ai match, ma anche la squadra che ha intorno gira in un modo diverso. Ottima, infatti, la regular season dei Sixers, che hanno chiuso al terzo posto in Eastern Conference mettendo in mostra un collettivo niente male: occhio, infatti, al già citato Maxey (media di 20 punti a partita), senza dimenticare i soliti Harris De'Anthony Melton, preziosi sia in ottica realizzativa che in chiave rimbalzi. 

L'impressione è che ci troviamo al cospetto di un quintetto che può veramente puntare al titolo: significativo, in questo senso, il successo di una settimana fa contro i fortissimi Boston Celtics con prova clamorosa del solito Embiid, in grado di mettere a referto 52 punti e 13 rimbalzi.

Joel Embiid, l'uomo che può rendere realtà il sogno di Harden

Se Harden sogna il suo primo anello, è anche perché si ritrova in squadra un giocatore incredibile come Joel Embiid. Il pivot camerunense, ma con passaporti statunitense e francese, sta vivendo un’altra stagione al limite del soprannaturale. Per lui una media di 33 punti a partita (primo posto assoluto in questa statistica, davanti ai top assoluti Doncic e Antetokounmpo), a cui bisogna aggiungere i 10 rimbalzi e i quasi due blocchi a partita. 

A sconcertare sono soprattutto gli exploit del classe '94 nativo di Yaoundé, capace di siglare 59 punti contro Utah Jazz nel match dello scorso novembre. Numeri terrificanti, dimostrazione ulteriore che per i Sixers di Embiid e Harden gli astri si stiano finalmente allineando. Per Joel e James sarebbe la prima volta, per la squadra di Philadelphia si tratterebbe del quarto titolo della storia, a distanza di quarant'anni esatti dall’ultimo trionfo contro i leggendari Lakers di Magic Johnson.

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