Dopo lo scudetto al Napoli il tecnico di Certaldo cancella l’idea di una pausa e ricomincia subito.
Luciano Spalletti sarà il sostituto di Roberto Mancini in Nazionale, con obiettivo immediato il prossimo Europeo del 2024. Altro che anno sabbatico, concetto immediatamente respinto dallo stesso diretto interessato. Con ritmi magari più lenti, rispetto al passato, ma con impegni imminenti che ridurranno drasticamente il riposo preventivato dal tecnico di Certaldo. Che, come era nell’aria da un po’ di giorni ormai, prende il posto di Mancini alla guida della Nazionale italiana. Si tratta di un premio alla carriera per il 64enne, dopo le innumerevoli esperienze in giro per il Paese, attraversando le categorie più basse per salire gradualmente fino alla cima dello Stivale.
La sua ultima avventura è stata la più significativa, con lo scudetto riportato a Napoli trentatré anni dopo: un’impresa che nella storia era riuscita soltanto ad altri due uomini come Ottavio Bianchi e Alberto Bigon. Anche il buon Luciano ha saputo scrivere il proprio nome in questa ristretta cerchia, creando in due anni un gruppo praticamente perfetto che ha saputo divertire e divertirsi giocando al calcio. Chissà che il toscano non riesca a riprodurre qualcosa di simile anche a Coverciano, dove ad attenderlo troverà qualche volto già conosciuto mentre altri dovrà portarli lui studiando e osservando come ha sempre dimostrato di saper fare.
Dalle giovanili dell’Empoli fino all’Italia, passando per la Russia dove pure ha vinto lasciando emergere tutto il suo carattere fumantino in qualche conferenza ancor oggi ricordata. Adesso più che dividere dovrà unire, per dare una mano ad un gruppo reduce da un terribile fallimento come il Mondiale mancato. Le sfide saranno tante e grandi, dall’Europeo del 2024 fino alla prossima rassegna iridata. L’obiettivo, in fondo, è sempre lo stesso: vincere e divertire. I colori pure, sebbene dall’azzurro del Napoli si passi a quello più scuro ma altrettanto intenso dell’Italia.
Prima ancora di conoscere la decisione di Mancini, la Federazione aveva deciso di inserire nel proprio organigramma due ex calciatori come Andrea Barzagli e Gigi Buffon. Entrambi resteranno in sella pure con l’avvento di Luciano Spalletti che si avvarrà della loro esperienza in qualità rispettivamente di collaboratore tecnico e capo delegazione. Naturalmente anche il tecnico di Certaldo porterà con sé qualche fedelissimo che possa dargli una mano in questa nuova avvincente avventura.
Su tutti il vice storico Marco Domenichini e il preparatore atletico Francesco Sinatti. Per il resto, invece, non sarà una rivoluzione, con l’ex napoletano che assumerà lo stesso ruolo del suo predecessore. Non soltanto un semplice selezionatore ma qualcosa in più: dovrà infatti coordinare anche le nazionali giovani come Under 21 e Under 20. Insomma, una proposta davvero irrinunciabile per l’allenatore che negli scorsi mesi aveva ricevuto pure ad un’offerta dall’Arabia, prontamente rigettata. Questo mese di relax è servito evidentemente a Spalletti a ricaricare le batterie, giusto in tempo per rispondere alla chiamata della patria. Quasi il compimento di un percorso lungo e segnato da qualche trofeo, non tantissimi sebbene l’ultimo di straordinario rilievo, e anche qualche sconfitta.
L’Italia dovrà scendere in campo già il 9 settembre con il primo impegno ufficiale sotto la guida del nuovo allenatore. Di fronte gli azzurri avranno la Macedonia nel Nord nel girone di qualificazione ai prossimi Europei. Tre giorni dopo a Milano ci sarà un’ulteriore partita contro l’Ucraina, sempre nella medesima competizione. Insomma, servirà partire con la marcia giusta. Luciano Spalletti troverà qualche suo ex giocatore del Napoli, come Di Lorenzo, Meret, Raspadori e Politano. Per quanto riguarda l’assetto tattico difficilmente ci si discosterà dal 4-3-3 ammirato al Maradona. All’occorrenza potrebbe diventare un 4-2-3-1, altro modulo assai gradito al tecnico toscano proposto come sistema di base nelle precedenti esperienze con Roma ed Inter.
Se tra i pali difficilmente verrà messa in discussione la titolarità di Donnarumma, appare più complicato il discorso relativo ai centrali. In attesa di capire la situazione di Bonucci, i principali candidati al ruolo sono Bastoni, Scalvini, Romagnoli e infine Acerbi, qualora si cercasse un usato sicuro. Sulle fasce, oltre al già citato Di Lorenzo, anche Dimarco sembra intoccabile, date le qualità tecniche di cui dispone e che sono fondamentali nell’idea di calcio spallettiana. A centrocampo Tonali e Barella potrebbero essere i due mediani ma non vanno scartati neppure lo juventino Locatelli, il laziale Rovella e il romanista Cristante.
Cruciale diventa la posizione di giocatori più offensivi come Frattesi e Pellegrini che potrebbero fare anche da sotto-punta. Per quanto riguarda gli esterni occorre il recupero a pieno regime di Chiesa, con Raspadori, Politano e Berardi altre potenziali frecce. Il centravanti? Da trovare, con Immobile, Scamacca e Retegui in questo momento davanti a tutti. In attesa, naturalmente, che il campionato offra nuovi spunti.
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