Nella prima in assoluto sul circuito di Buddh, clamorosa caduta di Bagnaia (era secondo). Lo spagnolo della Pramac adesso è a soli 13 punti.
Ora il gioco si fa veramente duro. Dopo l'attesissimo Gran Premio d'India, il sempre più convincente Jorge Martin riapre prepotentemente il Motomondiale. Week-end difficile, invece, per il campione in carica e attuale leader della classifica Francesco Bagnaia, protagonista di una caduta clamorosa e adesso forte di un vantaggio di appena 13 punti sullo spagnolo in sella alla Prima Pramac Racing. Un margine, questo, che il madrileno classe ‘98 ha ridotto ulteriormente grazie al primo posto nella Sprint Race del sabato (la seconda consecutiva dopo quella di Misano) e all’argento nella gara domenicale andata in scena sempre sul circuito di Buddh.
Occhio, poi, al terzo incomodo e dunque all’altro ducatista Marco Bezzecchi, che domina il Gran Premio in terra indiana dal primo all’ultimo giro, concludendo la corsa con un vantaggio di ben otto secondi su Martin. Per lui, sono adesso 44 i punti di distacco dal primo posto: non pochissimi, vero, ma nemmeno niente di insormontabile a sette Gran Premi dalla fine, soprattutto se pensiamo ad un Motomondiale che fino a poche settimane fa appariva completamente nelle mani di Pecco Bagnaia.
Nella prima edizione in formato MotoGP del Gran Premio d’India, il protagonista in negativo è chiaramente lo stesso Bagnaia. E pensare che la partenza del campione del mondo non è stata niente male, visto che è riuscito a superare Martin alla staccata che segue la prima curva. Il torinese non riesce però a resistere al fulmineo attacco di un Bezzecchi in grande spolvero e si rende così protagonista della lotta per il secondo posto con Jorge Martin, allo stato attuale il suo rivale più pericoloso.
Non sorprende, così, il sorpasso dello spagnolo al quinto giro. Sorprende, invece, al giro numero 14, la fragorosa caduta di un Bagnaia che nel frattempo era tornato secondo: segnale ulteriore, questo, che il talento piemontese non sta vivendo un momento esaltante, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Per il resto, guardando ai piani alti, da segnalare il dominio incontrastato di Bezzecchi e la rinascita inaspettata di Fabio Quartararo. Il francese, ex campione iridato protagonista di una stagione molto complicata, chiude il Gran Premio d’India con un eccellente terzo posto. Il fuoriclasse della Yamaha nel giro finale sfiora anche la medaglia d’argento, chiudendo a pochissimi decimi da un Martin che tiene duro ma che nei momenti finali sembra a corto d’ossigeno. La rinascita del transalpino, al secondo podio stagionale dopo quello di Austin, potrebbe rappresentare una variabile impazzita in vista della corsa finale per il Motomondiale.
In ottica rinascite, occhio anche alle Honda. In India ottimo quinto posto per l'altro spagnolo Joan Mir, anche lui con un passato da campione iridato. Buona, in valore assoluto, anche la prova del compagno di scuderia Marc Marquez, reduce dalla terza piazza nella Sprint Race: per lui, in gara, un nono posto solo all’apparenza deludente, perché condizionato da una caduta al sesto giro nella solita curva 1. Il classe ‘93 di Cervera rimane aggrappato alla moto e quindi può continuare la gara. Da lì in poi, andamento da podio per l’otto volte campione del mondo, che si candida almeno ad una vittoria (la prima dopo due anni) nell’arco degli ultimi sette appuntamenti.
Conferme, invece, arrivano dal sudafricano Brad Binder, che conquista la quarta piazza in sella alla sua KTM. A seguire da segnalare l'ottimo settimo posto di Franco Morbidelli: il romano della Yamaha vive il migliore momento della stagione dopo il (doppio) quarto posto in Argentina, sul circuito di Termas de Río Hondo.
Il rendimento altalenante di Bagnaia preoccupa, ma la Ducati può comunque pensare positivo, nonostante debba fare i conti anche con l’assenza per infortunio di Marini e Alex Marquez. I numeri, oltretutto, non mentono: il dominio delle scuderia italiana è indiscutibile, con la classifica piloti che nei primi tre posti è dominata dal rosso di Bagnaia (Lenovo Team), Martin (Pramac) e Bezzecchi (VR46). Non sorprende, in questo senso, che il primo antagonista del trio sia il già citato Binder, lontano cento punti dalla prima piazza. Sintomo di un dominio assoluto.
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