Lo spagnolo conquista la seconda vittoria negli ultimi tre Gran Premi. Doppietta Aprilia con Vinales. Caduta per Bagnaia.
Ora l’Aprilia fa veramente paura. Sul mitico circuito di Montmeló, un super Aleix Espargaró conquista il secondo trionfo stagionale e si porta al quinto posto della classifica piloti. Il leader della classifica Francesco Bagnaia ha ancora 106 punti di vantaggio e spera di essere a Misano domenica prossima, nonostante la spaventosa caduta nel Gran Premio catalano. Per il fuoriclasse torinese, uscito in stampelle dall’ospedale, nessuna frattura: solo lesioni curabili in una manciata di giorni, così le preoccupazioni vere sono sul piano sportivo, alla luce di un Espargaró in versione deluxe.
Dopo un inizio di stagione molto deludente, nel segno di tre ritiri e - in ottica miglior risultato - di appena due quinti posti, lo spagnolo classe '89 ha iniziato a mettere il turbo dalla fine di giugno e cioè dal terzo posto conquistato in quel di Assen. Da allora due primi posti nelle gare domenicali (il primo ruggito in quel di Silverstone) e anche un oro nella recente Sprint Race proprio nell'ambito del Gran Premio di Catalogna.
Aleix Espargaró, originario proprio della regione (è nato in quel di Granollers), vince per la prima volta in carriera sul circuito di casa e si rilancia in chiave mondiale. Lo fa al termine di un week-end da incorniciare, nel segno di una Sprint Race superlativa e di una gara della domenica condotta con intelligenza, superando nel finale il compagno di squadra Maverick Vinales, altro protagonista di una doppietta Aprilia che sa di storia.
Aleix è bravo a ritrovarsi dopo un inizio di gara tutt’altro che brillante, condizionato emotivamente anche dalla terribile caduta nella prima partenza: lo spagnolo appare prima molto cauto, ma poi lascia la paura alle spalle sfruttando i problemi di grip dell’altra Aprilia. Tirando le somme, per il team di Noale potrebbe trattarsi del classico Gran Premio della svolta, in una stagione fin qui segnata da un dominio Ducati in alcuni casi imbarazzante.
L’unico a portare in alto il vessillo ducatista è l'altro spagnolo Jorge Martin, sul gradino più basso del podio con la sua Prima Pramac e adesso a sole 50 lunghezze dalla Lenovo Team di Bagnaia. Bene anche l'altra Aprilia di Oliveira, quinta alle spalle dell'altra Ducati di Johann Zarco (il cui record sulla pista di 1'39''939 resiste ancora). La vera notizia di giornata è la settima piazza conquistata da Fabio Quartararo alle spalle della Ducati Gresini di Alex Marquez: il francese sta vivendo una stagione che definire deludente è poco, penalizzato da una Yamaha che ha sbagliato l'impossibile in ottica progettuale.
Ora per il team giapponese c'è l'importantissimo appuntamento di Misano con i relativi test, con un occhio ad una stagione, la prossima, in cui vincere il Mondiale sarà un obbligo, non una possibilità. Sempre in chiave classifica, nella top 10, spazio per la KTM di Jack Miller, per la Tech 3 di Augusto Fernandez e soprattutto per il ducatista Fabio Di Giannantonio. Il romano classe '98 è l'unico italiano tra i primi dieci: anche questa è la notizia di giornata, in una stagione dominata dal tricolore, in chiave piloti e squadre.
Un’assenza, questa, dettata dal già citato forfait di Bagnaia e da quello di Enea Bastianini (che, invece, ha riportato una frattura al malleolo), senza considerare il 12esimo posto di un Bezzecchi che non è riuscito a rilanciarsi in ottica mondiale (sono 71 i punti che lo distanziano dall'apripista Bagnaia).
Domenica prossima l'atteso appuntamento con il Gran Premio motociclistico di San Marino e della Riviera di Rimini. Si corre sul mitico circuito di Misano, dove l'anno scorso proprio Bagnaia e Bastianini furono protagonisti di una esaltante doppietta Ducati che fece da prologo al successo finale.
Bronzo per Maverick Vinales, che si candida anche domenica a vestire i panni di attore protagonista. Ma occhio, ovviamente, ad un Espargaró che si ricandida prepotentemente in chiave titolo: un’altra vittoria di Aleix potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase in un Motomondiale che sembrava una questione esclusiva della Ducati. Basta poco per cambiare la storia.
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