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Mondiali di ciclismo: al via la novantaseiesima edizione

La novantaseiesima edizione della competizione internazionale su due ruote su strada ha luogo in Scozia per la prima volta in assoluto. Il programma dell’evento, i percorsi e i principali candidati al successo.

Evento: Mondiali di ciclismo
Luogo: Glasgow, Scozia
Quando: dal 5 al 13 agosto 2023
Dove vederla: Rai Sport, Eurosport

Novantaseiesima edizione dei campionati del mondo di ciclismo su strada. Dal 1921 ad oggi la tradizione continua, ininterrottamente, sebbene nella versione attuale insolitamente ad agosto. La sede dell’evento è Glasgow in Scozia e le prove su strada saranno inserite nella prima storica rassegna iridata multidisciplinare organizzata dall’UCI. 

Si tratta della quinta volta, nella sua lunga storia, che la competione si svolge nel Regno Unito: l’ultima era stata appena quattro anni fa nello Yorkshire. Per quanto riguarda la Scozia è invece la prima volta in assoluto. In palio c’è il titolo di campione del mondo nelle diverse categorie del ciclismo su strada, nelle specialità della corsa in linea, della cronometro individuale e della staffetta mista a squadre. Le prove dedicate alle donne Under-23 saranno disputate insieme alle gare élite, per poi assegnare il titolo di campionessa alla migliore della categoria. Questo sarà il penultimo anno in cui ciò avverrà, in quanto dal 2025 le donne Under-23 avranno due prove distinte. 

L’avventura comincia il 5 agosto con la gara in linea riservata alle donne junior e si chiuderà domenica 13 con la gara in linea per le donne élite. Dando uno sguardo all’albo d’oro è l’Italia ad essersi aggiudicata il maggior numero di medaglie: in totale sono 146 delle quali 54 d’oro. Gli altri due gradini del podio sono occupati da Belgio e Paesi Bassi, anche loro con una buona tradizione sulle due ruote.

Il programma delle gare di ciclismo su strada

Quest’anno i Mondiali si terranno in un’unica sede per tutte le discipline ufficiali, anche quelle del programma Olimpico. Rientrano quindi nel calderone pure BMX Freestyle, BMX Racing, Ciclismo su pista, Ciclismo su strada e Mountain bike. Appena undici giorni di gara all’interno dei quali, però, si fa la storia con l’assegnazione di oltre duecento titoli mondiali e altrettante maglie iridate. 

Glasgow giocherà un ruolo cruciale pure in ottica Giochi Olimpici di Parigi del 2024. Verranno infatti utilizzate una serie di quote e punti per i ranking UCI dei quali usufruire nel corso dei prossimi mesi. Insomma, tutto è pronto per vivere appieno un’esperienza che si preannuncia magnifica, col ritorno in Europa dopo la parentesi australiana dello scorso anno. D’altro canto il ciclismo su strada è quello più popolare in assoluto. Ed è suddiviso in due categorie: in linea con partenza simultanea di tutti i corridori; e a cronometro dove invece ogni corridore parte separatamente con lo scopo di coprire l’intero percorso nel minor tempo possibile. 

Nelle prove su strada gli eventi sono tredici in totale con sei gare in linea che prevedono tutte l’arrivo al centro della capitale scozzese, sei prove a cronometro individuali con partenza e arrivo a Stirling ed infine una staffetta mista a cronometro a squadre sempre disputata a Glasgow. 

I possibili protagonisti: dal Belgio a Pogacar. Con gli italiani outsider

Abbiamo raccontato di come il Belgio sia particolarmente forte nello sport a due ruote. Ed effettivamente anche in questa edizione schiera potenziali candidati alla vittoria finale. Tra questi c’è Jesper Philipsen che ha dimostrato al Tour de France di essere un eccellente velocista, tanto da aver portato a casa quattro tappe. Anche Remco Evenepoel ha il phisique du role per imporsi ancora, dopo esserci riuscito lo scorso anno. Stile aggressivo, capacità di sprintare sul gruppo e una condizione fisica invidiabile palesata anche in occasione della Classica di San Sebastian. 

Altro specialista è Wout van Aert, la cui ultima soddisfazione risale alla E3 Saxo Classic dopo un’esperienza francese vissuta sostanzialmente ai margini. La Danimarca pure schiera due assi niente male, come Mads Pedersen e Kasper Asgreen: il primo è abituato a lottare anche con meteo sfavorevole, il secondo ha una straordinaria resistenza e si è dimostrato particolarmente abile a gestire la clessidra con tempi spesso e volentieri sopra la media. 

Veniamo a Tadej Pogacar, uno dei grandi nomi del momento, secondo al Tour de France e che ha poco bisogno di presentazioni anche date le due tappe vinte. Lo sloveno è sicuramente un elemento da tenere in forte considerazione. Le speranze della Francia sono riposte invece in Christophe Laporte il cui palmarès è certamente invidiabile, arricchito ulteriormente dalle recenti Attraverso le Fiandre e nella Gand Wevelgem. 

L’Olanda può seriamente ambire alla vittoria specialmente grazie a Mathieu van der Poel che è sempre andato al di sotto delle aspettative nella rassegna iridata ma che stavolta vuole provare a invertire il trend. E l’Italia? Complicato allungare il numero di medaglie ma è chiaro che tra Alberto Bettiol e Matteo Trentin qualcosa di buono è lecito attendersi.

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