Dal rigore decisivo di Brandi Chastain nel 1999 allo storico successo del Giappone nel 2011. E, ancora, la finale del 2003 decisa dal golden goal.
Evento: | Mondiale di calcio femminile 2023 |
Luogo: | Australia e Nuova Zelanda |
Quando: | dal 20 luglio al 20 agosto 2023 |
Dove vederla: | Rai |
È tutto pronto per l'edizione 2023 dei Mondiali femminili, che andranno in scena dal 20 luglio al 20 agosto 2023 in Nuova Zelanda e Australia, a pochi mesi distanza dai Mondiali maschili in Qatar. Trentadue le nazionali ai nastri di partenza, Italia compresa: tutte a caccia degli Stati Uniti, che hanno vinto le ultime due rassegne iridate.
Inghilterra, Germania, Svezia e Brasile le possibili antagoniste della selezione a stelle e strisce, con le Azzurre che proveranno ad andare il più avanti possibile. Istituita nel 1991, la Coppa del Mondo femminile ha regalato, come tutti i grandi appuntamenti, momenti passati alla storia. Imprese epiche, gol indimenticabili, giocate da urlo, risultati a sorpresa: scopriamo insieme, allora, quali sono stati i cinque eventi più significativi in trent'anni di Mondiali.
Siamo alla terza edizione della Coppa del Mondo femminile. Si gioca negli Stati Uniti. La finale va in scena al Rose Bowl di Pasadena, davanti a una cornice di pubblico semplicemente pazzesca: sugli spalti più di 90mila spettatori. In campo i padroni di casa contro la Cina. La partita non si sblocca. I tempi regolamentari si chiudono con un pareggio ad occhiali. Neanche ai supplementari le squadre riescono a trovare la via del gol. A decidere le sorti del Mondiale saranno i sempre temuti rigori.
L'errore di Liu Ailing spiana la strada alle americane. Tocca, però, a Brandi Chastain, che in carriera ha praticamente svolto tutti i ruoli, segnare il penalty decisivo. La calciatrice classe 1968 nata a San José non sbaglia: gli Stati Uniti si laureano campioni del mondo per la seconda volta nella loro storia. Davanti al proprio pubblico. L'esultanza di Chastain regala un'immagine iconica, immortalata perfino da Sports Illustrated: la giocatrice, infatti, si sfila la maglia restando coperta solo da un reggiseno sportivo, mentre stringe i pugni in segno di trionfo. All'esterno del Rose Bowl campeggia una statua di bronzo raffigurante Chastain allo scopo di rendere eterno quell'attimo.
La Cina ospita la quinta edizione della manifestazione. Come sempre gli Stati Uniti puntano al successo. In semifinale è sfida col Brasile della stella Marta, la 'Pelè in gonnella'. A sorpresa il Ct americano Greg Ryan lascia in panchina Hope Solo, portiere star, per far giocare la riserva Briana Scurry. Una scelta che si rivela disastrosa. La Seleçao passeggia, grazie a una Marta scatenata che va due volte a bersaglio. A fine match Hope Solo attacca l'allenatore: “Ha sbagliato, io avrei fatto quelle parate”. “Una delle nostre peggiori partite” scriverà poi in un libro l'ex ala Heather O'Reilly.
Un successo storico soprattutto per il suo alto valore simbolico. Già, perché il primo trionfo della nazionale nipponica nella Coppa del Mondo femminile arriva a distanza di soli quattro mesi da un evento drammatico che ha scosso il Giappone. Le 'Nadeshiko', che nelle precedenti tre partecipazioni al Mondiale mai erano riuscite a superare la fase a gironi, sovvertono ogni pronostico nella manifestazione che si svolge in Germania e, grazie a un gioco spettacolare basato sul tiki-taka, il 17 luglio 2011 sollevano al cielo il trofeo battendo ai rigori la corazzata Stati Uniti.
In finale è di nuovo Stati Uniti-Giappone. Questa volta, però, si rivela una gara a senso unico. Finisce, infatti, 5-2 per la selezione a stelle e strisce trascinata da un'immensa Carli Loyd. La stella classe 1982 di Delran Township decide la finale con una tripletta nei primi 16 minuti di gioco, concedendosi anche un gol da centrocampo.
A contendersi la coppa sono Germania e Svezia. A passare in vantaggio sul finire del primo tempo sono le gialloblù con Ljungberg. La Germania pareggia a inizio ripresa con Meinert, quindi il risultato non cambia più. Si va ai supplementari. E al 98' Nia Künzer gela le svedesi, realizzando di testa il gol del 2-1 che vale la Coppa del Mondo. Già, la Germania sfrutta la regola del golden goal: chi segna per primo nell'extra-time si aggiudica la partita. La Künzer passa alla storia come l'ultima giocatrice a segnare un golden goal in una finale Mondiale. La regola del 'gol d'oro' ha infatti avuto vita molto breve, essendo stata eliminata nel 2004.
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