Che cosa lascia la settimana dei due tornei tra Svizzera e Francia? Casper Ruud torna a vincere a Ginevra per la terza volta. Djokovic sembra in crisi. Sorprende la crescita di Perricard.
Casper Ruud vince per la terza volta l’ATP di Ginevra. Dopo i successi del 2021 e del 2022, il tennista norvegese porta a casa anche la ventunesima edizione della rassegna svizzera battendo in finale Thomas Machac. Nel complesso sono undici ora i titoli conseguiti dal 25enne di Bærum: una prova di forza per il tennista che consolida la settima posizione nel ranking. E lo fa in condizioni certamente non semplici, dal momento che Ruud ha dovuto giocare semifinale e finale nello stesso giorno e a poche ore di distanza.
Lo scherzetto glielo ha giocato il meteo, che ha portato al rinvio della gara poi vinta in rimonta contro Flavio Cobolli. Complice la fatica, il norvegese non ha iniziato al meglio neppure l’incontro successivo illudendo nei primi minuti Machac. Anche in quest’ultimo caso, poi, il buon Casper ha ribaltato a proprio favore l’inerzia del match finendo per aggiudicarsi il trofeo. Il suo cammino in Svizzera non è stato affatto lineare: paradossalmente solo in finale ha chiuso la pratica in due set. In tutte le altre partite giocate ha sempre finito per concedere un set al rivale di turno, allungando non poco i giochi. Oltre ai due avversari già citati agli ottavi e ai quarti Casper Ruud si era trovato di fronte l’austriaco Sebastian Ofner e l’argentino Sebastian Baez.
Se Casper Ruud è stato il grande protagonista di Ginevra, qualche parola va spesa anche per l’uomo che era considerato il vero favorito della competizione. Ci riferiamo naturalmente a Novak Djokovic che ha raggiunto l’obiettivo minimo della semifinale ma che non ha saputo andare oltre. Per la prima volta nella storia il 37enne serbo si presenta al French Open senza aver ancora disputato almeno una finale in stagione. Occhio perché Parigi sarà determinante anche in chiave ranking con il primato quanto mai in bilico data la pressione esercitata in particolar modo di Jannik Sinner.
Chi ha messo al tappeto Nole in tre set è stato Thomas Machac, non un signor nessuno ma certamente non etichettabile come uno dei rivali più temibili all’inizio della manifestazione. Basti pensare che lo slovacco non aveva mai giocato una finale in carriera prima dell’esperienza svizzera. Insomma, Ginevra doveva essere la tappa d’avvicinamento ideale all’impegno, evidentemente più importante, della prossima settimana ma non ha fatto altro che aumentare i dubbi sulle condizioni di Djoker. Proprio quest’ultimo ha ribadito di non sentirsi favorito in Francia: i passi falsi in questi mesi sono stati tanti, anche se un colpo di coda del campione non è cosa da escludere a priori.
Il sogno di una vita che si realizza a soli venti anni. Altro che nemo propheta in patria. Giovanni Mpetshi Perricard conquista la sua Lione ed il suo primo titolo ATP in carriera. Il gigante francese ha confermato la maledizione nelle finali dell’argentino Tomas Martin Etcheverry con quest’ultimo che ne ha giocate tre perdendole tutte. Numero 117 del mondo, Mpetshi Perricard è il campione con la più bassa classifica nell'albo d'oro del torneo e il terzo giocatore fuori dalla Top 100 con un titolo ATP all'attivo nel 2024.
Prima ci erano riusciti due italiani come Luciano Darderi (numero 136) e Matteo Berrettini (numero 135) rispettivamente a Cordoba e Marrakech. Il 2024 è l’anno delle prime volte: da gennaio ad oggi sono sette i tennisti capaci di vincere il loro primo trofeo. Oltre a Perricard e Darderi hanno centrato questo traguardo pure Jiri Lehecka (Adelaide), Facundo Diaz Acosta (Buenos Aires), Alejandro Tabilo (Auckland), Jordan Thompson (Los Cabos) e Jan-Lennard Struff (Monaco di Baviera). In mezzo al vecchio che resiste, c’è anche del nuovo che avanza nel tennis che conta. E chissà che per Perricard questo non possa essere il preludio per un futuro brillante.
Intanto grazie a questo risultato il ragazzo di Lione farà un bel salto nel ranking passando dal 117esimo posto fino al 66esimo. Non si tratta della prima soddisfazione stagionale per Perricard che nei mesi precedenti aveva aggiunto altri Challenger alla sua bacheca tra Nottingham, Cuernavaca e Acapulco. Il significato di questi traguardi lo ha spiegato lo stesso tennista: “Dietro questi risultati ci sono tante ore di allenamento, di esercizi, ore di presa di coscienza e discussioni con il mio allenatore. Sono più maturo riguardo al modo in cui devo giocare. Se resto dietro la riga di fondo mi spengo, sono un attaccante, posso vincere partite servendo forte, andando a rete e cercando di concludere i punti il più velocemente possibile”.
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