Carlos Alcaraz si conferma ancora una volta campione dopo aver battuto in finale Zverev. Ma protagonisti della settimana parigina sono stati anche Paolini, Arnaldi e Cerundolo.
Il French Open si accompagna sempre a grandi aspettative che talvolta trovano il conforto del campo e che in altri casi vengono disattese. Ad ogni modo il torneo parigino costituisce sempre uno spartiacque degno di nota, dopo il quale è lecito effettuare un primo significativo bilancio della prima parte della stagione. Poi ci penserà Wimbledon, col suo fascino immutato nel tempo, ad aggiungere un altro prezioso pezzo alla storia. Ma cosa ci hanno lasciato le due settimane sotto la Torre Eiffel? Il primo commento deve necessariamente essere sul campione Carlos Alcaraz. Alla vigilia probabilmente lo spagnolo non veniva considerato il candidato numero uno al successo.
C’erano altri potenziali aspiranti al trono che sembrava potessero farsi avanti. Ad esempio Zverev, che si è fermato a un passo dal trionfo. Oppure Sinner, che ha pagato le tre settimane di inattività facendosi sorprendere proprio dallo spagnolo dopo una lunga battaglia di 4 ore. Il vero tema è però l’infortunio di Novak Djokovic che costringerà il fuoriclasse serbo a rinunciare a Londra e probabilmente non solo. La tempra mentale del campione lascia presupporre che possa tornare nuovamente competitivo, a dispetto delle 37 primavere con le Olimpiadi cerchiate in rosso sul calendario come obiettivo. Se realistico o meno lo vedremo. Intanto, più che ai soliti nomi concentriamoci sulle sorprese del torneo, allargando il discorso anche alle donne con l’azzurra Jasmine Paolini che ha fatto sognare un Paese intero.
Esiste una categoria di talenti definibili istantanei. Quelli che li vedi da piccoli e già capisci che il loro futuro può essere davvero luminoso. Poi ci sono gli altri che il percorso verso la gloria se lo costruiscono step by step attraverso il lavoro e la fatica. Jasmine Paolini ci ha messo tempo per prendersi le luci della ribalta. Il primo titolo lo ha vinto nel 2021 bissando tre anni dopo col successo di Dubai al cospetto di Anna Kalinskaja.
Poteva prendersi anche Parigi l’azzurra, a conferma del momento magico che sta attraversando. Dopo un percorso incredibile che l’ha condotta fino alla finale, però, la ventottenne toscana ha beccato la tennista più forte al mondo e lì ha dovuto fermarsi. Iga Swiatek in questo momento è praticamente ingiocabile, come testimonia il suo recente ruolino di marcia. Ma l’importante è che questo sia solamente un altro passo per Paolini per arrivare dove vuole. Intanto il ranking WTA l’ha già premiata col settimo posto in una scalata che, a sensazione, non è ancora terminata.
Non è approdato in finale ma merita comunque gli applausi Mattia Arnaldi, che si sta gradualmente conquistando il suo posto di rilievo tra i big. Il ventitreenne sanremese è stato eliminato al quarto turno da Stefanos Tsitsipas in un match che si è concluso tra i rimpianti per l’azzurro. Dopo il primo set, infatti, Arnaldi aveva avuto la possibilità di mettere una seria ipoteca sul match sebbene in questo momento lo status del greco sia evidentemente di altra caratura.
Vanno ugualmente messi a verbale i passi in avanti compiuti dall’azzurro che nel ranking Atp è 35esimo e che ancora alla ricerca del suo primo titolo. Chissà che non possa arrivare presto per un giocatore del quale si è sempre parlato bene fin dai tempi della juniores.
Un altro tennista uscito bene dalle due settimane in terra transalpina è stato l’argentino Francisco Cerundolo. Il venticinquenne di Buenos Aires proviene da una famiglia di atleti, col padre che ha esercitato la sua stessa professione e che ora è il suo allenatore e con la sorella che è stata campionessa di hockey su prato.
Anche il sudamericano, così come Arnaldi, si è fermato al quarto turno del French Open: ad estrometterlo dal torneo, seppur con fatica, è stato Novak Djokovic che si è però poi dovuto arrendere allo step successivo. Prima ancora Cerundolo si era brillantemente fatto strada passando attraverso Yannick Hanfmann, Filip Misolic e Tommy Paul. Due i titoli in carriera per questo ragazzo che è ventottesimo nel ranking: prima a Bastad e poi ad Eastbourne. Ma anche lui appare in crescita con la sensazione che il meglio debba ancora venire.
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