Il Brighton in Inghilterra, il Lens in Francia, l'Union Berlino in Germania: e la Lazio in Italia. Le squadre che hanno stupito in positivo i tifosi.
Chi se lo sarebbe aspettato di vedere il Brighton in Europa, il Lens sfiorare il titolo francese, l'Union Berlino lottare per il Meisterschale o – perché no – la Lazio chiudere la serie A in seconda posizione, davanti a squadre sulla carta molto più attrezzate. Il calcio è bello perché regala spesso piacevoli sorprese, perché sa offrire sempre spunti e storie particolari. Come le squadre rivelazione, ad esempio. Ne abbiamo indicata una per ognuno dei cinque campionati top.
Sesto posto in classifica con 62 punti all'attivo, prima qualificazione alle coppe della sua storia (giocherà l'Europa League) e, soprattutto, un calcio bellissimo da ammirare. Sono i tratti salienti del Brighton & Hove Albion che De Zerbi ha trasformato in una realtà della Premier. I suoi calciatori si sono lasciati alle spalle squadroni come Aston Villa, Tottenham o Chelsea, facendo vivere ai tifosi dei Seagulls una delle stagioni più esaltanti della loro storia.
L'ex tecnico del Sassuolo ha plasmato una squadra votata all'attacco, esaltata da individualità come Mac Allister, Mitoma, March o Welbeck, che a un certo punto ha sognato addirittura la Champions ed è uscita solo ai rigori in semifinale di FA Cup contro il Manchester United. Una rivelazione pronta a trasformarsi in stabile realtà.
Fino a qualche anno fa erano i cugini dell'Hertha a portare in alto il nome di Berlino, in Germania e in Europa. In questa stagione, invece, la ribalta se l'è presa l'Union, in lotta addirittura per il titolo fino a metà del girone di ritorno e poi meritatamente quarta in classifica alla fine, con in tasca l'ultimo pass per la Champions a scapito del Friburgo.
Una squadra magistralmente guidata da Urs Fischer, povera di stelle ma coesa e solida come poche. Sheraldo Becker, attaccante del Suriname, il capocannoniere stagionale con 11 reti. Rani Khedira, fratello minore di Sami, il faro del centrocampo. Diogo Leite e Robin Knoche le colonne di una difesa che il prossimo anno proverà a stupire anche nella coppa più prestigiosa.
La rivelazione di Francia porta invece il nome del Lens, la squadra che più di tutte ha “rischiato” di soffiare il titolo alle stelle e ai fuoriclasse del Paris Saint-Germain. Protetta in difesa da Kevin Danso, illuminata a centrocampo da Seko Fofana e trascinata in attacco da Lois Openda, la formazione guidata da Franck Haise ha stupito tutti, chiudendo la Ligue 1 in seconda posizione ad appena un punto dai vincitori e con la Champions League in cassaforte. Se riuscirà a trattenere tutti i pezzi pregiati – missione difficile, ma non impossibile – l'undici giallorosso potrà far bene anche il prossimo anno. Dove però non sarà più una rivelazione: tutti l'attenderanno al varco.
Anche l'Osasuna ha stravolto le previsioni di inizio stagione, chiudendo in settima posizione la classifica della Liga con 53 punti all'attivo e lasciandosi alle spalle formazioni come l'Athletic Bilbao, il Siviglia o lo stesso Valencia. Un exploit abbinato alla fantastica cavalcata in Coppa del Re, che si è chiusa soltanto in finale col ko contro i campioni del Real Madrid.
Settimo posto che avrebbe fruttato alla formazione di Pamplona, che ha in una vecchia conoscenza del calcio italiano, l'attaccante croato Ante Budimir, il suo terminale offensivo di spicco, la qualificazione alla prossima Conference League, poi vanificata da un provvedimento dell'Uefa relativo a una vecchia questione del passato.
E in Italia? Se il Napoli di Spalletti ha riportato il tricolore in riva al Golfo 33 anni dopo Maradona e Careca, la Lazio di Maurizio Sarri ha chiuso il campionato con uno splendido secondo posto, davanti a Inter, Milan, Juventus e soprattutto Roma. Missione ritorno in Champions compiuta senza troppi patemi per una squadra che ha fatto della tenuta difensiva uno dei suoi tratti distintivi (seconda retroguardia meno battuta del torneo, alle spalle proprio del Napoli), ma che ha saputo anche deliziare col suo calcio propositivo e votato al possesso palla.
Le 12 reti di Immobile, le giocate d'alta scuola di Milinkovic-Savic, le piroette dei vari giocolieri del tridente offensivo, da Felipe Anderson a Pedro o Zaccagni, insieme agli assist di Luis Alberto, hanno trascinato la Lazio sempre più in alto. E l'intenzione adesso è quella di non fermarsi, potenziando ulteriormente la squadra per competere concretamente per la conquista dello scudetto.
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