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Le delusioni calcistiche 2022/23: parte seconda

Continua il viaggio tra i flop stagionali: Tottenham fuori dalle coppe, Juventus in Conference, Monaco lontano dal vertice e Valencia a rischio retrocessione.

Il viaggio tra le delusioni calcistiche dell'anno continua. Nella prima puntata abbiamo preso in esame la stagione da incubo del Chelsea, la clamorosa retrocessione del Leicester, l'ennesimo “flop” europeo del Paris Saint-Germain e gli schiaffi rimediati dal Real Madrid in patria (titolo al Barcellona con vantaggio abissale) e in Champions (clamoroso cappotto per mano del Manchester City). Adesso allacciate le cinture e preparatevi per un altro tour tra le squadre che non hanno ripagato le aspettative.

Tottenham, addio a Conte e fuori dall'Europa

Doveva essere l'annata della consacrazione per gli Spurs, tornati in Champions dopo il primo anno di gestione Conte e protagonisti della consueta campagna di rafforzamento grandi firme. Invece i londinesi, nonostante un potenziale di primo livello a disposizione, hanno toppato alla grande. Le cose sono andate benino fino a marzo, visto che Kane e soci – seppur lontanissimi dal vertice – sono rimasti comunque a contatto con la zona Champions. 

Poi l'eliminazione agli ottavi della coppa regina a opera del Milan, le polemiche tra la proprietà e il tecnico italiano, il suo clamoroso addio a fine marzo – al posto di Conte il suo vice, Stellini, a sua volta esonerato dopo neppure un mese – e la rovinosa discesa in classifica. Nel finale di campionato da incubo, sotto la gestione Mason, l'uscita di scena persino dalla zona Europa League e Conference, con l'ottavo posto a quota 60 punti a vantaggio di Brighton e Aston Villa. Toccherà ad Ange Postecoglou, ex mago del Celtic dei record, provare a dar inizio alla rifondazione a partire dalla prossima stagione.

Settimo posto per la Juventus di Allegri

Altra indiscutibile delusione stagionale, la Juventus di Allegri. Vero che, sul campo, i bianconeri avrebbero chiuso tra le prime quattro, centrando almeno l'obiettivo della Champions League. Ma la penalizzazione “ballerina”, con punti prima tolti, poi restituiti e infine sottratti nuovamente – con tanto di piccolo sconto – non può servire da alibi per giustificare il rendimento deficitario della Vecchia Signora, rimasta a secco di titoli per la seconda stagione di fila e costretta il prossimo anno, Uefa permettendo, a giocare una manifestazione di minor prestigio come la Conference. 

Al di là dei numeri, dei punti conquistati e delle vittorie conseguite, la qualità del gioco offerta dalla Juventus ha sempre lasciato a desiderare. E il cammino in Champions si è chiuso già a novembre, mentre la sconfitta di Siviglia in semifinale ha tagliato fuori Vlahovic e compagni dall'ultimo atto dell'Europa League a Budapest contro la Roma.

Monaco sesto: niente coppe

Da Torino alla vicina Francia: altra delusione stagionale è rappresentata senz'altro dal Monaco di Philippe Clement che, dopo essere stato a lungo in lotta per il terzo posto e per gli spareggi di Champions, è riuscito nell'impresa di farsi distanziare da Lens e Olympique Marsiglia e di farsi scavalcare da Rennes e Lilla, perdendo addirittura il treno per Europa League o Conference. 

Uno smacco per il club del Principato, che ha pagato un finale di stagione dai risultati deludenti. A rimetterci il posto è stato proprio il tecnico belga, subentrato a gennaio 2022 al posto di Niko Kovac, che non è stato riconfermato. Ma forte è la delusione tra i tifosi monegaschi per un'annata che doveva portare soddisfazioni di tutt'altra natura. Pur avendo a disposizione giocatori di spessore come Ben Yedder, Golovin, Minamino o Embolo, il Monaco non è andato oltre un anonimo sesto posto.

Valencia, retrocessione evitata per un soffio

Ancora peggio è andata al Valencia, che pure aveva iniziato l'annata tra squilli di tromba per l'avvento in panchina di Gattuso e per l'ingaggio di un bomber stagionato ma dal fiuto del gol intatto come Cavani. E invece ben presto, anziché lottare per le prime posizioni, il pubblico del Mestalla si è ritrovato in piena bagarre per non retrocedere, costretto a sgomitare con avversari più abituati al clima ruvido della bassa classifica per evitare di ritrovarsi negli ultimi tre posti, scendendo così di categoria. 

A fine gennaio è arrivato il divorzio consensuale dal tecnico italiano, con le redini della squadra assunte per una quindicina di giorni da Voro e quindi da un ex protagonista del grande Valencia di inizio anni 2000, Ruben Baraja. Molto faticosamente la squadra è riuscita a riprendersi proprio nelle ultime giornate di campionato, agguantando per un soffio la salvezza a quota 42 punti, con un sedicesimo posto ad appena +2 sulla zona rossa. Un'annata da brividi, che solo per poco non si è chiusa con una fragorosa quanto imprevedibile retrocessione nella seconda divisione del calcio iberico.

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