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  1. Ciclismo

La Vuelta 2023: la preview di tutte le tappe

Clicca qui per leggere tutte le anteprime delle tappe della Vuelta.

Tappa 1

Tappa 2

Tappa 3

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Tappa 18

Tappa 19

Tappa 20

Tappa 21

Tappa 21: Hipódromo de la Zarzuela-Madrid (101,5 km)

Passerella finale per l’ultimo dei grandi eventi di ciclismo che chiude di fatto la stagione. In quest’ultima frazione scopriremo a chi verrà assegnata la fatidica maglia roja.

Quando: dalle 17:19 alle 20:07 circa, 17 settembre
Dove vederla: Eurosport 1 ed Eurosport 2 (canali 210 e 211 di Sky)

Un viaggio meraviglioso durato tre settimane sta per finire. Con la passerella di Madrid si appresta a concludersi la Vuelta per questa edizione 2023. Si è trattato dell’ultimo dei Grandi Giri stagionali, con appuntamento che slitta così al prossimo anno. Spazio, quindi, alla ventunesima tappa che da Hipódromo de la Zarzuela conduce fino alla capitale spagnola con conseguente assegnazione della tanto ambita maglia rossa. 

Quando si arriva a questo punto i giochi sono sostanzialmente già fatti. Il peggio, inteso come fatiche vere e proprie, è passato e per i ciclisti e le 22 squadre che hanno composto il torneo è il momento di raccogliere i frutti. Per riposare, comunque, ci sarà tempo, con le prove che hanno inevitabilmente temprato le gambe dei numerosi protagonisti dell’evento. 

Ai quali non rimane che percorrere i 101,5 chilometri previsti dall’ultima frazione e prendersi i meritati applausi del caso. Per quanto riguarda la tappa in senso stretto non c’è molto da dire. Si parte, come annunciato dall’ippodromo di Zarzuela per entrare nel circuito cittadino dopo 48,5 chilometri. Al secondo passaggio, quindi, ci sarà l'ultimo traguardo intermedio di questa edizione. Nove i giri da percorrere in totale prima dell’ultima grande volata di questa competizione. 

Dopo Roma e Parigi, anche Madrid incoronerà il proprio campione. Poi le solite foto dei festeggiamenti, destinate ovviamente ad ottenere le prime pagine di tutto il mondo per una kermesse che ha stupito per una start list di altissimo livello e per una conformazione che fin dal principio appariva come durissima. 

Tappa 20: Manzanares El Real-Guadarrama (207,8 km)

La ventesima frazione della corsa spagnola è l'ultima occasione per gli uomini di classifica per provare a combinare qualcosa: tante salite, ma nessuna davvero impegnativa.

La penultima tappa della Vuelta è in realtà l'ultima occasione che hanno gli uomini di classifica per provare a guadagnare terreno sul leader. L'ultima frazione, infatti, sarà poco più di una passerella. Nei 207,8 chilometri da Manzanares El Real a Guadarrama si deciderà, insomma, il vincitore dell'edizione 2023 della corsa a tappe spagnola. Una frazione lunga e ricca di Gran Premi della Montagna, ben dieci: tutti, però, di terza categoria. 

Tappa 20: la prima parte

Partenza fissata poco dopo le 11:00 da Manzanares El Real per quella che è la tappa più lunga di tutta la Vuelta. La prima asperità di giornata, dopo una manciata di chilometri, è il Collado del Portazgo, 10,8 chilometri al 3,4% di pendenza media. La seconda inizia al chilometro 43 ed è leggermente più dura, anche se di minor durata: il Puerto de la Cruz Verde, sette chilometri al 5%. Dopo una ventina di chilometri altra salita di terza categoria, La Escondida: nove chilometri al 4,1%. 

Non c'è un attimo di respiro: una salita dopo l'altra

Si sale e si scende senza soluzione di continuità. La quarta salita da affrontare è l'Alto de Santa Maria de la Alameda, cinque chilometri al 5,6%, seguita subito dopo dall'Alto de Robledondo, 5,1 chilometri al 4,8%. Poi, dopo 25 chilometri di discesa e falsopiano, si riparte di nuovo con La Escondida, nove chilometri pedalabili, per poi riscalare l'Alto de Santa Maria de la Alameda. A questo punto al termine della tappa mancano poco più di 60 chilometri.

Penultima tappa: l'arrivo

Nel “circuito” si sale di nuovo anche sui tornanti dell'Alto de Robledondo, per poi andare a scattare ancora tra le curve del Puerto de la Cruz Verde: sette chilometri che, dopo 181 chilometri di pedalate in salita, potrebbero farsi sentire sulle gambe dei corridori. L'ultima salita è la più dura, anche se è classificata comunque come di terza categoria: l'Alto San Lorenzo de Escorial, 4,6 chilometri al 6,6%. Poi ultimi chilometri in discesa prima del traguardo di Guadarrama.

Tappa 19: La Bañeza-Íscar (177,5 km)

La terzultima frazione della corsa spagnola non presenta neppure un Gran Premio della Montagna: occasione da sfruttare per gli sprinter rimasti in gara.

Velocisti, ci siete? La terzultima tappa della Vuelta sembra cucita addosso agli sprinter, per quelli almeno che sono rimasti in gara dopo le fatiche delle diciotto frazioni precedenti, alcune davvero impegnative. Ecco, la tappa numero 19 dell'edizione 2023 del Giro di Spagna non presenta neppure un GPM: una sorta di compensazione dopo i faticosissimi tapponi dei giorni precedenti. 

La partenza da La Bañeza

Partenza prevista per le 12:29 dal centro della cittadina di La Bañeza, non troppo distante da Leon. I chilometri da percorrere nel corso della tappa sono 177,5 in tutto, interamente in pianura o falsopiano. L'insidia principale, anche e soprattutto nella prima parte, è rappresentata dal vento che dovrebbe battere trasversalmente alla marcia dei corridori. Si transita per Romperuelos del Páramo, Grajal de la Ribera, Villaquejida, Vilafer e Valderas, seguendo la strada che porta a Valladolid. Salite? Nessuna, neppure un cavalcavia. Anzi si scende leggermente, seppur in modo impercettibile.

La parte centrale della tappa

La prima piccolissima asperità arriva subito dopo essersi lasciati alle spalle la cittadina di Villabrágima: poco più di un cavalcavia. In realtà la parte centrale della frazione è l'unica della tappa in cui si incontra qualche saliscendi, come in occasione della leggera ascesa che si snoda dopo l'abitato di Torrelobatón e che riporta il gruppo fino a quota 737 metri. Ma la salitella dura poco: si torna infatti a scendere verso Tordesillas: al termine della tappa mancano a questo punto 53 chilometri.

L'arrivo a Íscar

L'ultima fase del percorso è in pratica una lunga successione di rettilinei e curve pedalabili, priva di qualsiasi ostacolo o pendenza. Venti chilometri prima dell'arrivo è posto il traguardo volante di Mojados, preludio alla presumibile volata di gruppo di Íscar. Se qualcuno avrà gambe e spirito d'intraprendenza, dovrà provare a sorprendere le squadre degli sprinter con un tentativo da lontano, puntando magari sulla collaborazione degli altri fuggitivi. Questa, infatti, è la penultima occasione per i velocisti per portare a casa un successo, insieme alla tappa conclusiva di Madrid.

Tappa 18: Pola de Allande-La Cruz de Linares (179km)

179 chilometri insidiosi quelli da Pola de Allande a La Cruz de Linares. Che rischiano anche di riscrivere una classifica altrimenti in buona parte già delineata.

Ultimi giorni per la Vuelta edizione 2023. Siamo infatti giunti alla diciottesima tappa delle ventuno complessivamente previste per la manifestazione in terra iberica. Il viaggio, cominciato il 26 agosto da Barcellona, sta per volgere al termine per i ciclisti rimasti in gara. La passerella di Madrid in programma per domenica chiuderà definitivamente i giochi. Che per lo più sono già fatti, anche se nelle ultime battute qualche insidia potrebbe anche ribaltare le attuali gerarchie manifestate dalla classifica. 

I 179 chilometri che conducono da Pola de Allande a La Cruz de Linares, ad esempio, non sono esattamente tra i più semplici con la possibilità finanche di ribaltare lo status quo. Si tratta effettivamente di una frazione piuttosto dura, che contiene ben cinque Gran Premi di Montagna e un arrivo in quota che è una roba mai vista rispetto a tutte le difficoltà che hanno già affrontato i ciclisti finora. Che arriva, per di più, dopo le terribili fatiche dell’Angliru. Insomma, non è da escludere che questo percorso rischi di celare qualche sorpresa in ottica maglia rossa. Anche perché la tappa presenta una conformazione particolare che la rende estremamente attraente per il pubblico in strada. 

La salita finale dovrà essere affrontata per due volte all’interno di un breve circuito e così non è da escludere che qualcuno possa pensare bene di attaccare fin dal primo passaggio, con valico posizionato a soli 25 chilometri dall’arrivo. D’altro canto la salita si presta a prestazioni che possono generare distacchi di un certo livello dati i suoi 8,6 chilometri con una pendenza che può spingersi fino al 16%. Dopo Tourmalet e il già citato Angliru siamo dinanzi ad un altro momento determinante di quest’avventura. 

Tappa 17: Ribadesella/Ribeseya-Altu de L'Angliru (124,5 km)

Frazione di montagna per scalatori puri, breve ma con tre GPM: il terribile finale, con arrivo in quota, può sconvolgere la classifica generale.

Si continua a viaggiare tra strade di montagna alla Vuelta. La frazione numero 17 di mercoledì 13 settembre è una delle più dure di tutta la corsa a tappe spagnola. Un tappone a tutti gli effetti, anche se dal chilometraggio relativamente breve: appena 124,5 chilometri. Tre, però, i Gran Premi della Montagna, tutti molto impegnativi: due di prima categoria (Alto de la Colladiella e Alto del Cordal) e uno di categoria speciale, l'Altu de L'Angliru.

Il primo GPM

Partenza fissata nel primo pomeriggio da Ribadesella, che ha un'altitudine rispetto al livello del mare di 10 metri: l'arrivo è posto invece a quota 1.558. Prima parte di gara in pianura o in falsopiano, con lenta ma costante ascesa verso i 143 metri de L'Infiestu, i 242 di Nava e i 253 di San Martin del Rey Aurelio. La prima vera salita di giornata comincia al chilometro 68, poco oltre metà tappa: l'Alto de la Colladiella. Un'ascesa di 7,8 km al 7,1% di pendenza media, con picchi dell'11% nella parte iniziale, del 10, del 12 e del 14% in quella finale. 

La seconda salita

Una volta passati sotto lo striscione del GPM, i corridori avranno meno di 50 chilometri da percorrere. A 33 dall'arrivo, dopo una ripida discesa, è posto il traguardo volante di Figareo, quindi dopo una manciata di chilometri si torna a salire verso l'Alto del Cordal, una sorta di muro dalla lunghezza contenuta – 5,4 km – ma dalle pendenze impegnative: 9,2% quella media, con punte del 13 e del 14% nel terribile tratto finale. 

L'arrivo in quota

Se le pendenze dell'Alto del Cordal sono significative, quelle dell'Altu de L'Angliru fanno letteralmente paura. La salita finale, infatti, comincia a 12 dall'arrivo e, dopo una prima parte dura (pendenze tra 8,4 e 9,2%) presenta un paio di chilometri quasi in piano, per poi trasformarsi praticamente in una parete verticale. Picchi del 20, del 22 e addirittura del 24%, con traguardo in salita che potrebbe sconvolgere la classifica generale. 

Tappa 16: Liencres Playa-Bejes (120,5 km)

Dopo una piccola pausa il giro spagnolo è pronto a riprendere il cammino. Nella prossima frazione da Liencres Playa si arriva fino a Bejes in un percorso quasi totalmente pianeggiante di 120,5 km.

Si entra nell’ultima settimana de La Vuelta, edizione 2023. Ancora pochi giorni e scopriremo chi riuscirà a conquistare la prestigiosa maglia rossa all’interno di un torneo che chiude i Grandi Giri stagionali dopo quelli già vissuti in Italia e Francia. Dopo una giornata di riposo, la seconda e ultima della competizione, i corridori sono pronti a riprendere la marcia con la tappa numero sedici delle ventuno complessivamente previste da copione. 

Questa è stata indubbiamente una delle versioni più esaltanti del giro spagnolo, sia per la startlist composta da personaggi importanti nel mondo del ciclismo sia per la conformazione del Tour stesso, con elevato livello di difficoltà. Ben tredici le frazioni di montagna in totale, alle quali se ne aggiungono due pianeggianti ma con arrivo in salita. Nel menù della rassegna, inoltre, due le prove contro il tempo: la cronometro a squadre in apertura a Barcellona e una cronometro individuale a Valladolid per complessivi 39,6 km in questa specialità. 

Ma non è ancora il tempo dei bilanci, quelli arriveranno a breve. Oggi ciò che conta più di tutto sono i 120 chilometri che separano Liencres Playa da Bejes. Un percorso pianeggiante praticamente per la sua totalità in una frazione considerata ideale per gli scattisti. Nel finale un po’ di movimento a rendere più dinamico il tragitto, grazie al Gran Premio di Montagna di seconda categoria di La Hermida che porta al traguardo ed è lungo 4.8 chilometri con pendenza media dell’8.8% e massime del 15%. Ormai siamo davvero alle battute finali, per cui ogni risultato ha un peso specifico, naturalmente differente con margine d’errore ridotto davvero all’osso. 

Tappa 15: Pamplona-Lekunberri (158,5 km)

Da Pamplona a Lekuberri per un totale di 158,5 chilometri. Si tratta di una frazione collinare, senza salite particolarmente dure ma con qualche insidia che la rende più movimentata. 

Attesa come una delle edizioni più emozionanti di sempre, dato anche l’imponente startlist oltre che una serie di salite decisamente epiche, La Vuelta 2023 si appresta a chiudere anche la sua seconda settimana. Ne resta soltanto una, con tanto di secondo e ultimo giorno di riposo fissato per lunedì 11 settembre. Prima però per i nostri eroi c’è l’ennesima sfida da portare a termine con la tappa numero quindici che da Pamplona conduce fino a Lekunberri per un totale di 158,5 chilometri. Si tratta di un’altra frazione che potenzialmente ben presta il fianco alle fughe. 

Negli ultimi cinquanta chilometri è previsto un doppio passaggio sul Gran Premio della Montagna Zuarrarrate – di seconda categoria. Sono complessivamente 7,3 chilometri con una pendenza intorno al 4,3%. Il secondo scollinamento verrà invece effettuato a otto chilometri dalla meta. Insomma si preannuncia come una tappa per corridori da classiche. Senza salite durissime ma indubbiamente movimentata date le circostanze precedentemente descritte. Dopodiché ci saranno ventiquattro ore di stop per ricaricare le energie e prepararsi alla volata finale che concluderà l’appassionante manifestazione. 

La classifica generale inizia sempre più a definire i propri contorni, con delle gerarchie già chiare sebbene non ancora definitive. Da qui alla passerella di domenica prossima 17 settembre ne verranno ancora delle belle per i ciclisti in gara. Con questo evento si chiuderà la stagione dei Grandi Giri, con quelli già vissuti in Italia e Francia. Adesso la gloria tocca alla Spagna, per le ultime battute di una kermesse che ha riscontrato grande successo di pubblico e che non vede l’ora di assegnare nuovamente la maglia rossa. 

Tappa 14: Sauveterre-de-Béarn-Larra-Belagua (156km)

Dopo il mitico Tourmalet, la tappa 14 della Vuelta è un'altra frazione di montagna: 156 chilometri da Sauveterre-de-Béarn a Larra-Belagua, con arrivo in salita.

Continuano le frazioni di montagna alla Vuelta. Dopo il mitico Tourmalet, la tappa 14 della corsa spagnola si arrampica tra i tornanti di altre salite leggendarie. Quattro i GPM distribuiti lungo i 156,2 chilometri del percorso che dai 97 metri d'altezza di Sauveterre-de-Béarn, in Francia, porta i corridori ai 1.587 metri dell'arrivo in quota a Larra-Belagua. Una tappa per scalatori puri, che potrebbe provocare scossoni alla classifica generale. 

Il Col Hourcére

La prima asperità di giornata arriva dopo 54 chilometri: il Col Hourcére. Si tratta di una salita di categoria speciale, etichetta che contraddistingue i GPM dalle pendenze più ripide. Un totale di 11,1 chilometri di ascesa con pendenza media dell'8,7%, ma con tratti al 13 e al 14% nella parte iniziale e superiori al 10% in quella finale. Una salita che potrebbe far subito selezione.

Il Puerto de Larrau

Anche il secondo GPM è di categoria speciale, il Puerto de Larrau, che comincia a 62 chilometri dal traguardo e che si snoda per 14,9 chilometri con una pendenza media dell'8%. Anche in questo caso non mancano i tratti ancor più ripidi: picchi del 15% nella parte iniziale e centrale, mentre nel finale si tocca anche il 16%.

L'arrivo a Larra-Belagua

A 33 dall'arrivo c'è un altro GPM, ma dai tratti meno duri: il Puerto de Laza, terza categoria. Una salita di 3,4 chilometri al 6,3% che, vista la complessità della tappa, potrebbe farsi sentire nelle gambe dei corridori. Poi c'è l'ascesa finale verso il Puerto de Belagua, nove chilometri e mezzo di salita al 6,3% con punte massime del 9 e del 10% nella fase iniziale. 

Meno aspro il finale, con gli ultimi due chilometri all'1,7% e arrivo praticamente in piano, anche se a un'altitudine che sfiora i 1.600 metri. È qui che i fuggitivi si giocheranno la vittoria di tappa, mentre in caso di fuga solitaria il fortunato potrà finalmente tagliare il traguardo a braccia alzate.

Tappa 13: Formigal. Huesca la Magia-Col du Tourmalet (134,7 km)

La Vuelta propone una tappa pirenaica con scalo in Francia da vivere tutta d'un fiato. Torna il Col du Tourmalet dopo aver già infiammato il Tour.

La Vuelta di Spagna si trasforma per un giorno nel Tour de France. La tappa numero 13, infatti, si svolgerà praticamente tutta in Francia, eccezion fatta per la partenza. E sarà spettacolo puro in un percorso breve ma esplosivo da 134,7 km, con un dislivello molto più lungo, da 4.000 metri.

Si parte subito forte a Formigal, località della provincia di Huesca, in Aragona, ad un'altura di 1.557 metri. Con l'ingresso in Francia si va al primo GPM di Puerto de Portalet, salita di categoria 3 lunga 4,4 km con pendenza al 5,4%. Segue un tratto in discesa che passerà anche dal versante di Laruns prima del secondo GPM, particolarmente impegnativo, di categoria "speciale".

Siamo al Col D'Aubisque, di fronte ad una salita che sarà lunga la bellezza di 16,5 km ad una pendenza media del 7,1%. Ci saranno, però, tratti molto ripidi (dal 10% al 13%) tra la Cascade de Valentin e la stazione sciistica di Gourette. Archiviata anche la breve salita del Col du Soulor i ciclisti arriveranno a Les Ganques, giro di boa della tappa. Da qui si prepareranno alla seconda grande salita del percorso, il Col de Spandelles, lungo 10,3 km e da una pendenza media dell'8,3% con punti nel quale si raggiungeranno picchi tremendi anche al 15%.

Sarà dunque il turno di una discesa fino a Argelès-Gazost. Da qui poi sarà ultimo tratto in salita fino all'arrivo, a partire da Luz-Saint-Sauveur. Per arrivare al traguardo bisognerà affrontare una salita di 18,9 km con una pendenza media del 7,6%. La parte finale sarà quella più devastante: la percentuale salirà anche al 13,5%, lasciando tutti con il fiato sospeso a pochi chilometri dal traguardo.

Tappa 12: Ólvega-Zaragoza (150,6 km)

Da Ólvega fino a Saragozza per 150,6 chilometri. Una frazione non complicata dal punto di vista altimetrico ma che ha nel vento una componente da tenere in considerazione.

E così siamo arrivati alla seconda settimana de La Vuelta. La classifica si inizia a delineare, sebbene ci siano ancora diversi giorni per provare ad alterare lo status quo. La truppa ha già vissuto una prima giornata di riposo, per poi ripartire come nulla fosse con gli altri appuntamenti di una competizione che si concluderà domenica 17 settembre con la passerella di Madrid. La lotta per la maglia rossa è più accesa che mai: dopo la cronometro di Valladolid e le salite della tappa successiva, la dodicesima frazione si presenta come una ghiotta opportunità per i velocisti. 

Stavolta non sono previste salite particolarmente impegnative, tant’è che qualcuno lo considera come un rilassamento muscolare in attesa della temibile esperienza del giorno successivo. Ad ogni modo, il tratto che da Ólvega conduce fino a Saragozza, nei suoi 150,6 chilometri di tragitto, ha il fattore meteorologico che può giocare un ruolo determinante. La zona è infatti notoriamente molto ventosa, aspetto del quale tenere conto, sebbene non ci siano grosse difficoltà dal punto di vista altimetrico. La tavola è apparecchiata affinché tutto si risolva con un bello sprint di gruppo con una corsa comunque che si preannuncia assai nervosa e tirata. 

In effetti abbiamo già visto che di semplice da queste parti non c’è nulla ed ogni percorso nasconde delle insidie. Arrivati a Saragozza ci si dovrà poi preparare per lo sforzo enorme, breve ma intenso, che richiede la successiva tappa dei Pirenei. Questa sarà però un’altra storia da raccontare nel meraviglioso viaggio che è la Vuelta, ultimo dei Grandi Giri che chiude una stagione che ha già vissuto Giro d’Italia e Tour de France. 

Tappa 11: Lerma-La Laguna Negra.Vinuesa (163,5 km)

Dopo la cronometro individuale, in programma una frazione di 163 chilometri dall'andamento pianeggiante ma dal finale terribile, con l'ascesa fino ai 1.730 metri de La Laguna Negra.

Una tappa dall'andamento pianeggiante ma dal finale decisamente duro, con una delle scalate più impegnative di tutta la Vuelta: questo, in estrema sintesi, il profilo della tappa 11 della prestigiosa corsa iberica, da Lerma a La Laguna Negra.Vinuesa. Poco più di 163 chilometri, con arrivo in salita posto a quota 1.730 metri. L'occasione buona per provare fughe da lontano, oppure per sferrare qualche attacco capace di dare uno scossone alla classifica generale. 

La Vuelta, tappa 11: prima parte

Partenza fissata alle 12:19 dal centro di Lerma, cittadina posta a 840 metri d'altitudine. Primi chilometri in leggera salita o falsopiano, fino ad arrivare dopo 28,5 km ai 996 metri di Santo Domingo de Silos. Si continua a salire ma dolcemente, in modo quasi impercettibile, fino al km 63: Palacios de la Sierra è posta a 1.068 metri d'altitudine. Quindi un'altra ventina di chilometri in falsopiano, per arrivare ai 1.190 metri di Covaleda. Poi si scende fino al primo passaggio a Vinuesa, al chilometro 101. 

Secondo passaggio a Vinuesa

Completamente pianeggianti i trenta chilometri successivi, in cui si transita anche per Abejar. A diciotto chilometri dall'arrivo si passa una seconda volta per l'abitato di Vinuesa, dove è posto anche il primo e unico traguardo volante di tappa. A questo punto la strada, dopo un'altra decina di chilometri pedalabili, comincia a farsi decisamente in salita. Inizia l'unica vera – e terribile – salita di giornata. 

La salita finale

Salita che comincia a sei chilometri e mezzo dall'arrivo e che conduce i corridori dai 1.200 metri ai 1.730 del traguardo. Il primo chilometro ha una pendenza media del 5,9%, il secondo del 7,3%. Più dolce il tratto centrale (4,8% nel terzo chilometro), poi si incontrano i tratti più duri. Picchi del 13% nel quarto chilometro e del 14% nel quinto, con una pendenza media del 7,9% nel sesto chilometro e un arrivo che assomiglia a una rampa da parcheggio. Un arrivo per scalatori puri.

Tappa 10: Valladolid-Valladolid (25.8km)

Si gira intorno a Valladolid in questa frazione considerata una delle più importanti della competizione. Chance ghiotta per gli specialisti, con una classifica che dopo sarà ancora più chiara.

Ci sono delle giornate che possiamo definire tranquillamente interlocutorie. Dove passi avanti e passi indietro possono sempre essere fatti, naturalmente, come è logica quando si è in una gara ma dove significativamente è difficile prevedere contraccolpi pericolosi. Ce ne sono altre, invece, da considerare come dei veri e propri spartiacque che potrebbero incidere seriamente sulla classifica generale. Di quest’ultima categoria fa parte la decima tappa de La Vuelta 2023, competizione giunta alla sua settantottesima edizione nella storia. 

Si tratta di una delle frazioni imperdibili all’interno del torneo, una delle più importanti in assoluto. Non si deciderà qui l’assegnazione della maglia rossa, ma certamente saranno venticinque chilometri intensi, una vera e propria lotta contro il tempo. Poi una breve salita nella prima parte del tracciato, in un sentiero che è terreno fertile per gli specialisti. In sintesi è una cronometro totalmente pianeggiante con un primo tratto contornato di curve, anche a 180 gradi, e una seconda parte caratterizzata da lunghi rettilinei. 

Un’altra incognita sarà la ripresa dopo il primo giorno di pausa che avrà raffreddato le gambe dei corridori in gara, suddivisi per ventidue squadre. La prima settimana di gara è andata via, altre due stanno per arrivare, all’interno delle quali nulla si dovrà risparmiare per raggiungere il traguardo. Possibilmente prima degli altri. Ma la gloria è destinata a pochi e qualcosa ci dirà già il percorso da Valladolid a Valladolid. 

La graduatoria potrà subire qualche ribaltone o confermare quanto già espresso finora. Ma con una certezza: che in nessun caso tutto resterà invariato, perché un ulteriore scoglio assai delicato sarà stato superato. Altri ne arriveranno nel rush finale di questa appassionante manifestazione che chiude i Grandi Giri della stagione. 

Tappa 9: Cartagena-Collado de la Cruz de Caravaca (184,5 km)

Una frazione non particolarmente impegnativa dal punto di vista altimetrico ma con l’incognita meteo. Il vento potrebbe incidere significativamente sul finale.

Abbiamo ammirato le bellezze dell’Italia e della Francia, con viaggi memorabili terminati ai Fori Imperiali di Roma e agli Champs-Élysées. Ma adesso è la volta della Spagna o sarebbe meglio dire La Vuelta. Nella passata edizione fu il belga Remco Evenepoel a festeggiare, adesso c’è ancora qualche chilometro da percorrere quando siamo arrivati soltanto alla nona tappa delle ventuno complessivamente previste. Prima di fermarsi per la sosta di lunedì, la prima in assoluto della competizione, resta un’ultima frazione da vivere tutta d’un fiato ed è quella che da Cartagena conduce fino a Collado de la Cruz de Caravaca. 

Totale chilometri: 184,5 per una tappa considerata non particolarmente impegnativa quanto meno da un punto di vista altimetrico. Occhio però sempre alla situazione metereologica con il vento che potrebbe giocare un ruolo cruciale nel finale rendendo il tragitto meno semplice e più insidioso di come appare. La salita conclusiva verso l’Alto de Caravaca de la Cruz presenta strade ampie e una lunghezza di 11,5 chilometri con una pendenza media inferiore al 5%. 

Nel mezzo si può raggiungere una soglia compresa tra il 7% e il 9% con una rampa al 12% proprio a ridosso del traguardo. Nulla di clamoroso, rispetto a quanto già vissuto dai protagonisti della corsa ma con un’ascesa irregolare che promette spettacolo e colpi di scena qui in terra iberica. Concretamente questa tappa la possiamo considerare molto simile a quella vista nella giornata precedente. La differenza la potrebbe fare l’atteggiamento di qualche big, se davvero volesse provare ad attaccarla forte creando a quel punto un divario non banale. 

Tappa 8: Denia - Costa Blanca Interior (165km)

L'ottavo appuntamento della Vuelta di Spagna è in montagna: un percorso impegnativo per i ciclisti che si estende su 165 chilometri con un dislivello di oltre 3.600 metri.

L'ottava giornata di corsa della Vuelta di Spagna è in montagna. Un percorso impegnativo per la tappa numero 8, che si estende su 165 chilometri con un dislivello di oltre 3.600 metri. Ben cinque i GPM previsti: l'ultimo, in particolare, è una salita che metterà a dura prova i ciclisti poco prima dell'arrivo.

Ci troviamo nella comunità autonoma Valenciana, a Dénia, paesino di mare situato sulla Costa Blanca, sede della partenza di questa tappa per la prima volta dopo l'ultima apparizione risalente al 1990. Dopo poco più di 20 km c'è il primo GPM (livello 2): 7,9 km ad Alto de Vall d'Ebo con una pendenza del 5,7%. Quindi è il turno di Puerto de Tollos, GPM di livello 3 lungo 4,2 km al 5,6%. Segue un tratto in altura, che alterna piccole discese a salite fino a metà strada, quando i ciclisti dovranno prepararsi per la terza scalata. All'81esimo km c'è infatti Puerto de Benifallim (livello 2), più lungo dei primi due (9,5 km) ma con una pendenza inferiore, del 4,9%. Il Puerto de la Carrasqueta (10,9 km al 4,6%), che dà anche dei secondi di abbuono, prepara infine all'ultimo GPM della tappa.

Dopo un tratto che alterna salite e discese non lunghissime arriviamo a Xorret de Catì, GPM di categoria 1 sul quale si deciderà quasi sicuramente l'esito della tappa. Si tratta di una salita lunga 3,9 km dalla pendenza media dell'11,4%, che però nella seconda parte raggiunge anche un picco del 22%. Dopodiché si va in discesa per gli ultimi cinque chilometri: il traguardo si trova proprio qui, nel valico tra Castalla e Petrer, che per la settima volta sarà arrivo di una tappa della Vuelta (la prima nel 1998, l'ultima nel 2017).

Tappa 7: Utiel - Oliva (201 km)

Prima vera occasione per i velocisti: la tappa 7 de La Vuelta, 201 chilometri da Utiel a Oliva, è completamente pianeggiante e non presenta GPM.

Dopo la cronometro a squadre inaugurale, due tapponi e tre frazioni collinari ricche di saliscendi, alla Vuelta arriva finalmente il momento dei velocisti. La tappa numero 7 della corsa spagnola sembra infatti disegnata apposta per gli sprinter, o per i fuggitivi a lunga gittata. Ci sarà bisogno però di grande collaborazione, in caso di fuga, perché le formazioni dei velocisti non concederanno troppo spazio. E gli uomini di classifica? Prevedibile che, dopo le fatiche dei giorni precedenti e in vista delle prossime, impegnative frazioni di sabato e domenica, possano concedersi un po' di riposo, lasciando spazio alla lotta per il successo di tappa.

La Vuelta, tappa 7: partenza in mattinata da Utiel

Duecentouno i chilometri della frazione, la cui partenza è fissata alle 10:57 del mattino dal centro di Utiel. La vetta del Pico del Buitre, sede dell'arrivo della tappa precedente, è solo un'ombra in lontananza: questa volta ci si allontana a passo spedito dalla montagna e ci si avvicina al litorale. Requena e Chera sono i nomi delle due colline, pedalabili, che caratterizzano la parte iniziale del percorso. Per il resto si scende dolcemente dai 716 metri d'altezza della partenza al livello del mare, che si raggiunge dopo circa 120 chilometri, a un'ottantina dal traguardo. Le uniche, piccole asperità, tra i chilometri 72 e 85, sono costituite dalle lievi ascese di Pedralba e Cheste. 

La Vuelta, tappa 7: il finale e le caratteristiche del traguardo

Completamente pianeggiante la seconda parte del percorso, che non presenta neppure un Gran Premio della Montagna. Si transita nel centro della grande città di Valencia, tra viali ampi e ventosi, quindi si procede seguendo la costa. A Cullera, a 35 dall'arrivo, è in programma lo sprint intermedio di tappa. Poi si prosegue lungo il mare, con vista sulle ancora affollatissime spiagge della Costa di Valencia, con passaggi attraverso Tavernes de la Valldigna e Gandia. Il traguardo è posto nel cuore della cittadina costiera di Oliva, con ampi spazi per una volata generale di gruppo.

Tappa 6: La Vall d’Uixó – Observatorio de Javalambre (181,3 km)

Sesta tappa Vuelta 2023: frazione particolarmente dura, con arrivo in salita e una pendenza che raggiunge picchi del 16%. In più due GPM posizionati nella prima parte del percorso.

Agosto si chiude col botto. La Vuelta a España propone per l’ultimo giorno dell’ottavo mese dell’anno una delle tappe più complicate dell’intera competizione. Parliamo della sesta frazione composta da un totale di 181,3 chilometri da La Vall d’Uixó fino all’Observatorio Astrofisico de Javalambre. L’arrivo è in salita, per la prima volta è stato proposto nel 2019 e da allora terrorizza i partecipanti del torneo che chiude i Grandi Giri della stagione dopo le versioni italiane e francesi. Si tratta di una delle battaglie più probanti per tutti coloro che ambiscono alla prestigiosa maglia rossa. 

Complessivamente c’è poca pianura nell’intero tratto, caratterizzato da due Gran Premi della Montagna per quel che riguarda la prima parte della tappa. In questo caso nulla di particolarmente lungo, si tratta di due GPM sostanzialmente brevi. Ciò che fa veramente la differenza è la salita finale, con 10,9 chilometri da percorrere in totale, resi ancor più duri da una pendenza media dell’8% che raggiunge picchi addirittura del 16%. Gli ultimi cinquemila metri, ad ogni modo, non scendono mai al di sotto della soglia della doppia cifra. Ecco perché questa tappa è cruciale e potrebbe anche arrivare a ridefinire la classifica generale ridisegnando nuovamente le gerarchie createsi fino a questo punto. 

Insomma, cambia l’inerzia della gara attraverso questa seconda reale frazione di montagna dopo la terza dei 158 chilometri da Suria ad Andorra che pure presentava un epilogo non propriamente agevole per i corridori. In questo momento c’è ancora speranza per tutti, col desiderio di raccogliere l’eredità di Remco Evenepoel con il ventitreenne belga che proverà a difendere il titolo ad ogni costo. 

Tappa 5: Morella-Burriana (186,5 km)

Quinta tappa della Vuelta di Spagna: si parte dalla piccola cittadina spagnola situata nella comunità autonoma Valenciana per arrivare nel cuore della Costa del Azahar.

La quinta tappa della Vuelta di Spagna 2023 si districa in un percorso di montagna di media difficoltà, uno dei tanti che caratterizza questa edizione del terzo dei Grandi Giri. Si parte da Morella, piccola cittadina spagnola di poco meno di tremila abitanti situata nella comunità autonoma Valenciana che ospiterà il via di questa nuova fase della corsa a un'altitudine di 917 metri.

La prima fase del percorso sarà subito molto impegnativa, con due picchi che si raggiungeranno ad Ares del Maestre e Cuilla, due punti in cui si supereranno i mille metri di altitudine. Segue un tratto in discesa con l'altitudine che diminuisce progressivamente tra Les Useres, L'Alcora e Onda (qui ci troviamo a 186 metri). Al chilometro 112 il percorso si allunga ed entra nell'entroterra preparandosi all'unico Gran Premio della Montagna di questa tappa.

Il GPM di livello 2 ha il suo picco a Collado de la Ibola: una salita lunga circa 11,4 km e con una pendenza del 3,9%. Superato questo scoglio, da qui alla fine mancheranno circa 53 km, tra cui una prima parte in discesa e quindi una parte tutta pianeggiante. Qui è previsto anche uno sprint a Nules: da capire quanti passisti saranno ancora in buona posizione per attaccare: l'importante sarà la gestione delle energie, ma per i velocisti questa tappa resta un'opportunità per mettere punti in tasca prima che il percorso si complichi. 

Il traguardo è infine a Burriana dopo 186,2 chilometri. Il comune, di circa 30mila abitanti, si trova nel cuore della Costa del Azahar che è nota per l'alternanza tra edifici di stampo moderno e altri che fanno parte del grande patrimonio artistico spagnolo, principalmente - in questa zona - chiese.

Tappa 4: Andorra la Vella-Tarragona (183,4 km)

I corridori sono pronti a lasciare l’Andorra per fare ritorno in Spagna con destinazione Tarragona. Frazione intrigante per i velocisti che possono organizzarsi per lo sprint finale.

Edizione numero settantotto della Vuelta che coincide anche con l’ultima GT della stagione. C’è attesa per capire chi conquisterà la Spagna dopo che l’Italia se l’è presa Primoz Roglic e la Francia è finita invece nelle mani di Jonas Vingegaard. Ma questo è un percorso che richiederà tempo: tre settimane per la precisione con impegni quotidiani e particolarmente faticosi per tutti i corridori impegnati in gara. 

Siamo infatti giunti appena alla quarta tappa delle ventuno complessive. Compito di questa frazione è riportare il gruppone in Spagna dopo la capatina nel Principato di Andorra. Si riparte da qui infatti per raggiungere Tarragona con numero totale di chilometri da percorrere 183,4. 

Si tratta di una tappa collinare dalle sembianze piuttosto incerte nella quale c’è qualche spazio per le fughe così come allo stesso tempo potrebbe anche concludersi con uno sprint di gruppo. Sono presenti due Gran Premi della Montagna di terza categoria che sono l’Alto de Belltall e il Coll de Lilla. 

Occhio in particolar modo a quest’ultimo, che vanta una lunghezza di 5,2 chilometri con una pendenza media del 4,9% ed è situato a trenta chilometri dal traguardo. Ecco perché potrebbe essere un crocevia significativo per i team di velocisti se riescono a ritagliarsi lo spazio e il tempo necessario per organizzare la volata. 

La corsa prenderà il via alle 13:20 con arrivo programmato tra le 17:20 e le 17:40 a seconda della media oraria mantenuta dal gruppo. Il giro di Spagna è considerato uno degli eventi più prestigiosi che ci siano nel ciclismo con questa edizione che ispira particolarmente, tra salite epiche e un parterre davvero eccezionale. Prevarranno i soliti nomi o c’è qualche sorpresa pronta all’orizzonte?

Tappa 3: Suria-Arinsal (158,5 km)

Frazione tanto corta quanto insidiosa quella che da Suria condurrà i 176 corridori in gara fino ad Arinsal nel territorio del Principato di Andorra.

Siamo soltanto all’inizio de La Vuelta edizione 2023. Di pause e riposi vari ancora non se ne parla con la manifestazione che è giunta appena al suo terzo appuntamento: il primo giorno di stop è previsto lunedì 4 settembre ed in totale ce ne saranno soltanto due ad intervallare le ventuno tappe che comporranno complessivamente la gara. Della quale fanno parte ben centosettantasei corridori, in rappresentanza di ventidue squadre differenti. 

Dopo aver rotto il ghiaccio con la prima e aver assaggiato qualche piccola difficoltà con la seconda, è ora di concentrarsi su questa terza frazione, al quanto subdola, poiché tanto corta quanto in realtà insidiosa. I chilometri da percorrere per passare da Suria fino ad Arinsal nel territorio del Principato di Andorra sono “appena” 158,5. L’attesa è tutta per il primo arrivo in salita di questa avventura iberica, con sconfinamento oltre nazione. 

Con l’ingresso in Andorra arrivano le due grandi difficoltà di giornata per i nostri atleti. I quali dovranno affrontare prima il Gran Premio di Montagna di prima categoria del Coll de Ordino (17,3 chilometri al 7,7% medio e punte del 10% di pendenza) e poi la salita finale di Arinsal, lunga 8,3 km al 7,7% medio ma con diversi tratti che toccano il 13% e gli ultimi 5000 metri perennemente in doppia cifra di pendenza. 

Insomma, ci sono tutti i presupposti affinché si riveli un pomeriggio estremamente divertente. Tra l’altro questa tappa è sufficientemente democratica, poiché per conformazione, al netto delle asperità presenti, tende a non escludere nessun tipo di ciclista dalla competizione. Ognuno quindi ci proverà, naturalmente attraverso le proprie caratteristiche, ad avere la meglio sugli altri. 

Tappa 2: Mataró-Barcellona (181,3km)

Da Mataró si arriva fino a Barcellona per un totale di 181,3 chilometri. Non un percorso particolarmente impegnativo, anche se le insidie non mancano. 

Abbiamo attraversato l’Italia, visto le meraviglie della Francia ma oggi è il momento della Spagna. La Vuelta è giunta alla sua seconda tappa, ne serviranno altre diciannove per raggiungere la destinazione finale di questo favoloso viaggio su due ruote che è la capitale Madrid. Intanto i centosettantasei corridori, suddivisi come sempre in ventidue squadre, si ritrovano a Mataró con l’obiettivo di arrivare a Barcellona percorrendo i 181,3 chilometri necessari per la gara. 

Non si tratta di un sentiero particolarmente arduo, tuttavia ci sono degli aspetti da tenere in considerazione. Anzitutto i concorrenti dovranno superare nella prima parte della giornata due Gran Premi della Montagna, di terza e seconda categoria, dopodiché ci sarà un finale molto veloce che riporterà l’intero gruppo nuovamente alla città catalana. 

Le insidie non mancano, una su tutte è ad esempio nello strappo del Castello di Montjuic, non tanto lungo (sono appena 900 metri) ma con una discreta pendenza del 9,4% e situato proprio a ridosso del traguardo quando mancano appena tre chilometri. Ecco perché si tratta comunque di un banco di prova di tutto rispetto, sebbene le vere grandi difficoltà debbano ancora venire. 

La tappa è entusiasmante, anche per il suo finale aperto ad ogni possibile scenario con un insieme di curve e avvallamenti che rendono la sfida ancora più adrenalinica. Si comincia comunque a fare sul serio, dopo un esordio che serve forse maggiormente ai telespettatori per ammirare le bellezze locali, oltre ai ciclisti per rompere il ghiaccio e sgranchire le gambe, che alla competizione stessa. Adesso c’è un po’ di vivacità che può essere un toccasana per i velocisti che, una volta saltato il Montjuic, potrebbero essere in grado di giocarsi le proprie chance. 

Tappa 1: Barcellona-Barcellona (14,8 km)

Al via l'edizione 2023 dell'ultimo dei Grandi Giri della stagione ciclistica: si parte tra le bellezze della città della Catalogna con la cronometro d'apertura prevista in serata.

Si avvicina il via dell'edizione 2023 della Vuelta di Spagna, il terzo e ultimo dei Grandi Giri della stagione ciclistica. Si parte sabato 26 agosto, atto finale invece nella capitale, a Madrid, dopo tre settimane (domenica 17 settembre). Quest'anno è previsto un percorso molto impegnativo, forse più di ogni altra edizione nella storia di questa corsa. Diamo un'occhiata alla prima delle 21 tappe previste, la cronometro a squadre di Barcellona.

Come tutte le cronometro d'apertura, anche la Vuelta 2023 prende il via in serata. Si parte dalla Catalogna, in uno scenario suggestivo più che impegnativo che farà da passerella per i ciclisti in gara. Il percorso di questa prima tappa è lungo appena 14,8 km e vedrà partenza e arrivo proprio a Barcellona, con un giro tra le bellezze della città e anche un passaggio spettacolare previsto davanti alla Sagrada Familia.

Una prova contro il tempo su un percorso pianeggiante, con brevi rettilinei e principali insidie che riguarderanno soltanto alcune curve secche: saranno 20 in totale, più tre "semicurve" e due tornate che non dovrebbero risultare insidiose in caso di asciutto, ma che potrebbero diventare delicate da affrontare in caso di pioggia o tracciato umido. Le previsioni, infatti, parlano di potenziale temporale nonostante il grande caldo ugualmente previsto, con picchi di 30° C.

Parlare di altimetria del percorso è quasi superfluo, in quanto saremo di fronte ad una tappa principalmente turistica e per questo motivo pianeggiante. Si parte ad un metro di altezza a Barcellona, il "picco" lo si avrà soltanto verso la fine del tracciato (a meno di 50 metri) e quindi arrivo a 29 metri dopo 14,8 km percorsi sempre in città per la rilevazione cronometrica.

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