Quattro gli esponenti del Bel Paese che quest’anno cercheranno di imporsi nel massimo campionato spagnolo. Il volto nuovo è Gabbia del Villarreal. I due Ancelotti e Luiz Felipe cercano conferme.
Pochi ma buoni. Non è particolarmente numerosa la truppa di italiani nella prossima Liga: il massimo campionato spagnolo, a meno di novità in ottica calciomercato, dovrebbe vedere protagonisti solo quattro esponenti del Bel Paese. Due di questi, per giunta, sono allenatori. Sembrano lontani, così, i tempi in cui la Primera Division era terra di conquista degli azzurri. Nomi? Dal mitico Christian Vieri che vive l’annata della definitiva consacrazione con la maglia dell’Atletico Madrid, passando per lo sfortunato Giuseppe Rossi che incanta il pubblico del Villarreal, fino ad arrivare a Enzo Maresca che lascia il segno con Siviglia e Malaga.
Guardando ai protagonisti della stagione ai nastri di partenza, non possiamo che partire dall’unico volto nuovo del gruppo, quel Matteo Gabbia che da comparsa del Milan spera di ritagliarsi un po’ di spazio nell’ambizioso Villarreal.
Il Sottomarino Giallo conosce bene il talento dei calciatori italiani, avendo visto passare per l'Estadio della Ceramica non solo il mitico Pepito Rossi, ma anche Alessio Tacchinardi (il primo azzurro del team valenciano), Daniele Bonera e i futuri bolognesi Sansone e Soriano. Per questa stagione, il Villarreal spera nell’exploit del difensore Matteo Gabbia, che sogna finalmente un’annata da protagonista dopo le tante panchine dell’esperienza con il Milan.
Giunto con la formula del prestito secco, il classe '99 deve scalare le gerarchie anche in Spagna: davanti a lui, in questo momento, ci sono giocatori come Raul Albiol, Aissa Mandi e Jorge Cuenca. Insomma, non sarà un’annata facile, ma al giocatore le qualità non mancano. Occhio alle sorprese.
Secondo anno in Spagna per l'italo-brasiliano Luiz Felipe. Anche in questa stagione, l'ex laziale è una colonna della difesa del Betis: l'obiettivo è ripetersi dopo l'ottima stagione scorsa, in cui il classe '97 ha totalizzato 30 presenze ed è stato a più riprese incluso nella Top 11 della settimana. Un'altra annata da protagonista in biancoverde potrebbe rilanciarlo definitivamente in ottica nazionale. Roberto Mancini lo ha utilizzato in una sola occasione (in Nations League contro la Germania, nel giugno 2022): adesso, alla luce del ricambio generazionale e delle prestazioni tutt’altro che perfette delle nuove leve (Bastoni escluso), non è da escludere che possa finalmente arrivare l’occasione per il centrale.
Nel suo palmares due Supercoppe italiane e una Coppa Italia: l'italo-brasiliano - che la Lazio pagò appena 500 mila euro dai brasiliani dell'Ituano - spera di alzare presto un altro trofeo: magari proprio l'Europa League che in questo ventennio ha visto trionfare i cugini del Siviglia in sette diverse occasioni.
Ultimo anno all’ombra del Santiago Bernabeu per Carlo Ancelotti, che a fine stagione inizierà l’entusiasmante avventura sulla panchina del Brasile. Adesso, però, c’è da chiudere in bellezza un’esperienza incredibile e provare l’assalto alla terza Champions League sulla panchina delle Merengues (eventualmente sarebbe la quinta da allenatore, considerando le altre due con il Milan).
I presupposti per finire alla grande ci sono tutti: la società gli ha regalato uno dei centrocampisti più forti del globo, quel Jude Bellingham pagato a peso d’oro e pronto ad imporsi anche a Madrid dopo l’ottima esperienza in Germania con il Borussia Dortmund. Certo, manca ancora un centravanti di livello, ma il Real ci ha abituati a colpi altisonanti ad un passo dal gong.
Al fianco di Carlo c’è ancora una volta il figlio Davide Ancelotti, che segue il padre dai tempi dell’Everton. Il suo ruolo negli anni si è fatto sempre più importante, tanto da entrare anche nel processo decisionale a partita in corso. Non a caso, nei mesi scorsi non sono mancate squadre (come il Basilea) che hanno messo Davide nel mirino per il ruolo di primo allenatore. Per quello, però, c’è ancora tempo: l’impressione è che il piccolo Ancelotti voglia ancora imparare i segreti del mestiere dal padre. Una ricchezza immensa.
A proposito di giovani allenatori italiani, non possiamo dimenticarci di Alessio Lisci. Il classe '85 ha guidato il Levante nella Liga nella stagione 2021/22: subentrato a novembre, nella sua gestione le Granotes hanno raccolto 28 punti in 23 gare, una media salvezza che però non è bastata per evitare la retrocessione. Dopo un anno sabbatico, Lisci torna in panchina: in questa stagione guida il Mirandes nella Segunda Division, la Serie B spagnola. L'obiettivo è conquistare la promozione e tornare a calcare i palcoscenici della Liga.
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