Il successo sul campo dei cugini dell'Espanyol ha consacrato la squadra di Xavi: campione di Spagna per la 27esima volta.
La certezza aritmetica del titolo è arrivata con quattro giornate d'anticipo, proprio nella tana dei cugini dell'Espanyol, piegati 4-2 con doppietta di Lewandowski e reti di Balde e Koundé. Barcellona campione di Spagna per la 27esima volta, a quattro anni di distanza dall'ultima volta.
Un trionfo nella Liga dal sapore particolare. La prima vittoria di Xavi da tecnico, l'ultima di Busquets da capitano. La prima senza Messi, ma anche la prima senza Piqué, che si è ritirato a stagione in corso. Un trionfo che spezza il dominio recente delle squadre di Madrid (due titoli per il Real e uno per l'Atletico nelle ultime tre annate) e che riporta in alto l'orgoglio blaugrana.
È stata un'annata ricca di novità per il club del presidente Laporta, che in estate – nonostante le difficoltà economiche – ha portato a termine una massiccia campagna di rafforzamento. L'operazione più fragorosa è stata l'ingaggio di Lewandowski dal Bayern Monaco, perfezionata grazie alla precisa volontà del bomber polacco di approdare in Catalogna.
Dal Leeds è arrivato un altro attaccante, Raphinha, dal Siviglia un difensore, Koundé. Altri acquisti quelli di Christensen e Marcos Alonso (Chelsea), Kessié (Milan) e Bellerin (Arsenal), mentre Dembelé dopo una lunga trattativa ha accettato di rimanere in blaugrana. Gli altri rinforzi sono arrivati dalla Masia, l'inesauribile 'cantera' del Barcellona: da Balde ad Alarcon, da Pablo Torre ad Akhomach.
La prima parte di stagione non è stata esente da difficoltà, a cominciare dal rendimento deficitario nel girone di Champions League, competizione a cui in Catalogna tengono sempre in modo particolare. Terzo posto nel girone con appena sette punti e qualificazione fallita a vantaggio di Bayern Monaco e Inter. In campionato il Barcellona ha viaggiato a braccetto col Real Madrid fino alla nona giornata, quando è incappato in una dura sconfitta al Bernabeu: 3-1 per i Blancos.
È forse allora che la truppa di Xavi ha cambiato definitivamente marcia, almeno in patria. Sospinta dai gol di Lewandowski, ha messo insieme dodici vittorie in tredici partite, pareggiando solo il derby di fine 2022 al Camp Nou contro l'Espanyol (1-1). Il primo posto, assaggiato solo per un paio di giornate in precedenza, è arrivato grazie al successo di misura nel turno successivo, il sedicesimo, in casa dell'Atletico Madrid (rete di Dembelé). Da allora il Barcellona non ha più mollato la vetta.
Appena due le sconfitte nella Liga in tutto il 2023 (tre in totale): lo 0-1 del 23esimo turno in casa dell'Almeria e l'1-2 della 31esima giornata sul campo del Rayo Vallecano. Due piccoli incidenti di percorso, visto che il vantaggio è andato lievitando in modo costante e inarrestabile. Dopo la Supercoppa spagnola vinta a gennaio in Arabia (vittorie su Betis e Real), il successo spartiacque per il titolo nella Liga è stato probabilmente il 2-1 del 19 marzo al Camp Nou sul Real Madrid, che ha spento definitivamente le velleità di rimonta della squadra di Ancelotti, in vantaggio in avvio grazie a un'autorete di Sergi Roberto prima di essere raggiunta a fine primo tempo da un gol dello stesso calciatore e superata al 92' da un guizzo di Kessié.
I blaugrana hanno poi messo il turbo, blindando progressivamente un titolo che è arrivato con largo anticipo. Altre parentesi negative nella stagione trionfale della squadra di Xavi: l'eliminazione al playoff di Europa League contro il Manchester United (2-2 all'andata in Catalogna e 1-2 al ritorno in Inghilterra) e il terrificante 0-4 interno che ha spazzato via il Barcellona dalle semifinali di Coppa del Re a vantaggio degli eterni rivali del Real.
Principale protagonista del trionfo in campionato il 34enne Lewa, autore fino a questo momento di 21 reti. Raphinha (7), Dembelé (5) e Ansu Fati (4) hanno dato il loro contributo, così come Ferran Torres (4). A centrocampo notevole l'apporto di Pedri (6 gol), supportato dall'esperienza di Sergi Roberto (4), Frenkie de Jong (2) e di Busquets, al passo d'addio.
Granitica la difesa, capace di subire appena 13 reti in 34 partite, con Ter Stegen saracinesca tra i pali e con Balde, Koundé, Araujo, Christensen ed Eric Garcia ad assicurare sempre adeguata protezione, con l'aiuto dei "vecchietti" Marcos Alonso e Jordi Alba. Un Barcellona che forse ha catturato meno l'occhio rispetto al passato, ma che ha riportato il titolo al Camp Nou con pieno merito. E questo potrebbe essere solo l'inizio: Xavi, infatti, ha tutta l'intenzione di aprire un ciclo.
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