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Karagounis: “Euro 2004, un ricordo che rimarrà per sempre. Adriano? Da Pallone d’oro. Ranieri, un maestro”

Bandiera e capitano del Panathinaikos, Giorgos Karagounis ha rivissuto i giorni incredibili dopo la vittoria del'Europeo, la sua carriera nei grandi club e ha riservato parole dolci per Adriano e Claudio Ranieri.

L’intervista a Giorgos Karagounis non poteva non iniziare parlando del successo della sua Grecia all’Europeo del 2004. D’altronde Giorgos è anche il giocatore con più presenze nella nazionale ellenica. “Per noi giocatori, era un onore già il fatto di essere ad Euro 2004, essendo il primo campionato europeo per la Grecia. Giocavamo la partita d’apertura contro il Portogallo, la vittoria sui padroni di casa si poteva già considerare un obiettivo raggiunto, da lì in poi volevamo vedere partita dopo partita”. Come sappiamo, la Grecia non si fermò solamente a quella vittoria, forse complice l’assenza di pressioni, come affermato dallo stesso Karagounis, che ha contribuito a giocare tutti gli incontri con la tranquillità che a volte fa la differenza.

Giorgos, però, non ha dimenticato una delle vittorie ottenute dalla nazionale ellenica in quel fantastico percorso, che forse ha rappresentato il vero punto di svolta. “Quando abbiamo battuto la Francia di Zinedine Zidane, campione del mondo nel '98 e che aveva vinto l’Europeo nel 2000, lì abbiamo creduto di poter arrivare fino alla fine.”

E alla fine la Grecia c’è arrivata eccome, con un percorso incredibile, quella nazionale è entrata di diritto nella storia battendo i padroni di casa in finale per 0-1 con il gol di Angelos Charisteas. Un momento indescrivibile per tutto il paese, il primo trofeo internazionale sollevato dalla nazionale ellenica, un traguardo inaspettato che è rimasto impresso in maniera indelebile nella memoria dei giocatori e dei tifosi. “Ad Atene c’erano 3 milioni di tifosi per strada, dall’aeroporto allo stadio antico del Panathinaikos ci abbiamo messo 2 ore e mezza, quando solitamente ci vogliono 25 minuti”. “Non solo però quel giorno, tutti i giorni a seguire e per tutta l’estate durante le vacanze, non potevamo uscire di casa, c’era un entusiasmo incredibile, che non dimenticheremo mai”.

Un’ultima domanda poi, sulla Grecia del passato, perché Giorgos nel 2014 è entrato a far parte dello staff tecnico della nazionale ellenica e di una leggenda del calcio italiano, Claudio Ranieri. “Oltre alla sua carriera che parla da sé, l’impresa straordinaria con il Leicester ma anche quello che sta facendo adesso a Roma e lo scorso anno a Cagliari, con Ranieri ho avuto un rapporto bellissimo”. Non mancano parole quasi d’amore per il tecnico italiano, che sembra abbia lasciato, come sempre, solo buoni ricordi in Giorgos: “Una persona di un’educazione incredibile, gli auguro di vincere da allenatore ma anche il meglio nella sua vita”, lasciandosi poi sfuggire un “Ti voglio bene”.

Lasciandosi alle spalle i dolci ricordi di Claudio Ranieri e di un’impresa che rimarrà sempre nella storia del calcio, abbiamo parlato anche della carriera di Giorgos Karagounis, che ha giocato in alcune delle migliori squadre in Europa. Partendo dal suo Panathinaikos, con cui raggiunse per due volte i quarti di finale di UEFA Champions League, per passare poi all’Inter per due anni e poi al Benfica, prima di fare ritorno nuovamente al Panathinaikos e chiudendo la sua carriera al Fulham nel 2014.

Tanti i derby giocati da Giorgos dunque, alcuni tra i più caldi d’Europa tra Grecia, Italia e Portogallo, ma forse nessuno di questi può paragonarsi alla sensazione provata nel derby tra Panathinaikos e Olympiakos. “Sì, ho giocato veramente tanti derby e tante partite importanti come Milan-Inter o Juventus-Milan, così come in Portogallo con Benfica-Porto o contro lo Sporting Lisbona, con atmosfere fantastiche, ma l’emozione che vivi qua quando si gioca Panathinaikos-Olympiakos è sempre diversa”.

Le grandi squadre con cui ha giocato hanno portato Giorgos ad avere la possibilità di condividere il campo con alcuni dei giocatori più forti della storia. Dunque, scegliere quale sia stato il più forte compagno di squadra non è stato un compito semplice, ma il primo nome che esce fuori è Adriano, l’imperatore. “Nel mio periodo all’Inter c’era Adriano, che quell’anno andava per il Pallone d’oro, ma anche Verón, che in allenamento faceva cose incredibili.” C’è spazio anche per i suoi compagni di squadra di quella Grecia che ha lasciato il segno. “Nella nazionale avevamo anche giocatori molto forti come Kostas Katsouranis, Angelos Basinas, Seitaridis, Zagorakis, Charisteas e Dellas.” Il nome di Adriano, però, lo ripete più volte e ci fa capire quanto quel giocatore sia stato di una classe e potenza incredibile.

Karagounis, dopo il ritorno al Panathinaikos, ha voluto provare un’esperienza in Premier League al Fulham, prima di chiudere la sua carriera da calciatore, dove ha potuto respirare l’atmosfera incredibile degli stadi inglesi, anche se è Anfield ad averlo impressionato di più. “L’atmosfera che si sente ad Anfield è diversa, è lo stadio dove desideravo giocare di più”.

Prima di concludere l’intervista, c’è stato tempo per parlare dell’attuale nazionale greca, del percorso finora in Nations League ma anche delle ambizioni per i futuri campionati europei e mondiali. “La Grecia dal 2004 al 2014 ha alzato il livello, siamo stati ottavi nel ranking FIFA, dunque i ragazzi devono avere obiettivi più alti come passare le qualificazioni per gli europei o i mondiali”. “Nella Nations League sono stati veramente bravi, ma le partite che contano di più sono quelle per le competizioni importanti, quindi il talento che hanno dimostrato recentemente devono confermarlo nelle sfide per le qualificazioni, e perché no, ottenere il pass per i prossimi mondiali”.

L’ambizione per Giorgos è molto importante, e da un campione come lui, non potevamo aspettarci diversamente. “Se vogliono essere ambiziosi, allora l’ambizione deve essere andare al mondiale, perché ci sono tanti calciatori greci che giocano per squadre importanti in Europa e sanno cosa significa giocare grandi competizioni”.

Una battuta finale sulla squadra che la nazionale ellenica affronterà di più nel 2025, la Scozia che potrebbe rappresentare una minaccia nel percorso di qualificazione. “La Scozia ha una grande mentalità, lottano fino alla fine e stanno facendo bene, ma secondo me la Grecia ha più talento al momento, quindi vedremo in campo chi vorrà di più la qualificazione alla fine la otterrà”.

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