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Italia ‘90, tra notti magiche e trionfo tedesco

La Germania Ovest di Matthaus e Beckenbauer conquistò il secondo mondiale della sua storia. Azzurri fortissimi ma sfortunati, Maradona fu ad un passo dal bis.

Una delle edizioni del Mondiale di Calcio più amate di sempre, segnata da un numero incredibile di campioni entrati nella storia. Questo e tanto altro è stato Italia '90, campionato del mondo che vide trionfare la Germania Ovest contro un'Argentina capitanata dal leggendario Diego Armando Maradona. Al di là del risultato finale, quelle furono soprattutto le Notti Magiche degli appassionati italiani e della truppa guidata da Azeglio Vicini, a conti fatti una delle migliori nazionali azzurre che hanno calcato il rettangolo verde. Con un pizzico di fortuna in più, considerando la qualità incredibile di una rosa che metteva insieme il meglio di due generazioni di fenomeni, gli italiani avrebbero potuto bissare il successo del 1982.

Germania campione del mondo per la seconda volta nella sua storia

L'Italia era fortissima, ma la Germania Ovest era una vera e propria macchina da guerra. Alla guida della nazionale tedesca una leggenda vivente come Franz Beckenbauer, nelle vesti di commissario tecnico e voglioso di bissare il successo del 1974, edizione che lo vide protagonista da calciatore. Il Kaiser riuscì nell'impresa poi realizzata anche dal brasiliano Mario Zagallo e dal francese Didier Deschamps.

Con una guida tecnica del genere, fa ancora più impressione leggere oggi i tanti fuoriclasse che caratterizzavano la compagine tedesca. Tra questi tanti protagonisti della Serie A dell’epoca come il calciatore totale Lothar Matthaus (capocannoniere della squadra con 4 reti), i fortissimi attaccanti Jurgen Klinsmann e Rudi Voeller e l’altro tuttofare Andreas Brehme, autore del gol decisivo nella finale con l'Argentina. 

Proprio i tiri dagli undici metri furono decisivi nel successo dei tedeschi: in semifinale la vittoria nella lotteria dei calci di rigore contro l'Inghilterra, mentre nei quarti fu un penalty di Mattheus a spezzare le resistenze della Cecoslovacchia. Per completare il quadro, la Germania Ovest ebbe la meglio sull'Olanda nell'ambito degli ottavi di finale, mentre nel girone di qualificazione non ebbe problemi al cospetto di una Jugoslavia ricca di talento e della Colombia del funambolico portiere Higuita.

Italia, una nazionale ricca di talenti. Ma l’Argentina ebbe la meglio

Franco Baresi e Paolo Maldini in difesa, Giuseppe Giannini e Roberto Donadoni a centrocampo, e poi un attacco di fuoco con Roberto Baggio, Gianluca Vialli, Roberto Mancini e la sorpresa Salvatore Schillaci, capocannoniere di Italia ‘90 con la bellezza di 6 reti. 

Bastano questi nomi per comprendere la qualità clamorosa di un'Italia che, dopo aver dominato il girone eliminatorio e superato agevolmente Uruguay e Irlanda rispettivamente negli ottavi e nei quarti di finale, si arrese solo ai rigori contro l'Argentina di Maradona. Allo stadio San Paolo gli azzurri furono protagonisti di una prova superlativa, segnata dalla reti in apertura del solito Schillaci e poi macchiata dall'errore in uscita del portiere Walter Zenga in occasione della rete del pareggio di un'altra conoscenza della Serie A come Claudio Caniggia (all'epoca in forza all'Atalanta). Il resto lo fecero gli errori dal dischetto di Donadoni e Aldo Serena, ipnotizzati dal portiere Sergio Goycochea. Curiosa la storia dell'estremo difensore argentino: stando ai piani di Carlos Bilardo, il numero uno dei Millonarios quella partita non avrebbe dovuto giocarla, perché il titolare designato era Nery Pumpido, poi infortunatosi nel girone eliminatorio.

Premio di consolazione per gli azzurri, il terzo posto conquistato allo stadio San Nicola di Bari contro la forte Inghilterra di Gary Lineker (4 gol per lui). Nel 2-1 finale le reti del futuro Pallone d'Oro Roberto Baggio, di Salvatore Schillaci e dell'inglese David Platt, anche lui in Serie A con le maglie di Juventus e Sampdoria.

Gli altri protagonisti delle Notti Magiche di Italia ‘90

Le emozioni in un mondiale non le regalano solo le prime della classe, anzi. Proprio in quella edizione italiana ricoprirono un ruolo da protagonista anche quelle nazionali cosiddette minori. Tra le grandi sorprese di Italia '90 impossibile non menzionare il camerunense Roger Milla, capace di castigare l'Argentina campione in carica nella gara d'esordio e di realizzare la bellezza di 4 gol alla veneranda età di 38 anni. Un gol in più per il cecoslovacco Tomas Skuhravy: grazie a questo exploit mondiale, il classe '65 venne acquistato dal Genoa e in Liguria visse cinque anni spettacolari all'insegna di 67 gol e anche di una partecipazione storica in Coppa Uefa.

Insieme allo spagnolo Michel (4 gol anche per lui) e ai talenti jugoslavi Dragan Stojkovic e Darko Pancev, entrarono nel cuore degli appassionati due colombiani come Carlos Valderrama e René Higuita. Il primo per quella capigliatura eccentrica e doti tecniche fuori dal comune, il secondo per l'insolita concezione del ruolo del portiere, con tanto di soluzioni acrobatiche e uscite dai pali che definire coraggiose è poco. Proprio un errore in uscita del numero uno sudamericano condannò i colombiani alla sconfitta negli ottavi di finale contro il Camerun.

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