Scopriamo insieme l'evoluzione dei significato dei numeri nel calcio, e in particolare il segnificato del numero 9.
I numeri hanno sempre avuto un significato importante nella storia dell’uomo, dall’utilità nell’uso giornaliero applicato alla matematica, alla superstizione o per ciò che stanno a simboleggiare. Nel calcio, infatti, la percezione non è così diversa.
Dalla loro apparizione dietro le maglie dei calciatori, intorno al 1939, i numeri hanno giocato un ruolo fondamentale, caricandosi anche in questo caso di un significato paradossalmente più grande di quanto ne avessero prima nella vita di tutti i giorni.
Un tempo, i numeri nel calcio non avevano la stessa importanza di adesso ed i giocatori non potevano sceglierli, ma erano in qualche modo fissi. Il numero sulla maglia serviva in pratica a individuare la posizione in campo che il giocatore ricopriva o, in qualche caso, addirittura era un compagno di squadra a scegliere il numero per un giocatore.
Dunque, ogni numero faceva riferimento a una precisa posizione in campo. Di seguito vediamo quali: 1 portiere, 2 terzino destro, 3 terzino sinistro, 4 mediano destro, 5 mediano, 6 mediano sinistro, 7 ala destra, 8 interno destro, 9 centravanti, 10 interno sinistro e 11 ala sinistra. Questa numerazione ha contribuito in maniera fondamentale a dare il significato che oggi conosciamo ai numeri dei calciatori, che grazie a interpreti illustri che hanno lasciato un’impronta nella storia del calcio, hanno contribuito ancor più a solidificarne il significato.
Personaggi e calciatori storici hanno legato indissolubilmente il loro nome al loro numero di maglia, rendendoli un vero e proprio simbolo nel calcio. Il numero in un certo senso ‘descriveva’ il calciatore: sarebbe stato un ‘10’ il fantasista della squadra, piuttosto che un ‘3’, numero del terzino sinistro come lo erano Paolo Maldini o Giacinto Facchetti. Insomma, se avessimo voluto far capire il tipo di calciatore, ne avremmo citato il numero.
Tutto questo almeno fino alla stagione 1995/96 quando furono dismesse le maglie anonime e introdotti i nomi dietro le maglie dei calciatori e la possibilità di scegliere il proprio numero tra l’1 ed il 99. Questo tolse un po’ di magia ai numeri, ma ancora adesso tutti gli appassionati ricorderanno i più grandi calciatori della storia ricordando i loro numeri.
Cosa rappresenta il numero 9 nel calcio? Il numero 9 simboleggia la grande fame di gol, il fiuto del gol, la forza fisica, la tecnica e i movimenti dell’attaccante della squadra. Nella storia, la concezione del numero 9 ha vissuto diversi cambiamenti, quasi come i ‘periodi’ artistici, influenzata dalle tattiche dei vari momenti storici, ma siamo sempre stati tutti d’accordo sulle caratteristiche.
Negli anni '20, '30 fino agli anni '40 il numero 9 veniva visto più come un moderno ‘falso 9’, dove gli attaccanti preferivano fare movimenti incontro alla palla piuttosto che attaccare la profondità. Ebbene sì, quasi cento anni fa si giocava come le più celebri squadre di Guardiola. Il modo di vedere il centravanti però cambiò nel periodo tra gli anni '50 e i primi anni '80.
Il ‘falso 9’ in questo periodo storico si trasforma in ‘attaccante di sfondamento’, quell’attaccante dotato di grandi qualità fisiche capace di fare reparto da solo e finalizzare le azioni. Gli interpreti che possiamo citare sono tanti; tra i più celebri ricordiamo Fontaine o Nordahl, prototipi di attaccanti di sfondamento che hanno scritto pagine di storia.
Periodo storico simile ma concezione del numero 9 diversa, è quella interpretata da Ademir, il centravanti del Brasile negli anni '50, e successivamente dalla leggenda Alfredo Di Stefano, quella di centravanti arretrato che era meno avvezzo a dare profondità alla squadra e preferiva legare il gioco da una posizione più arretrata.
Arriviamo alla fine degli anni '80 e inizio anni '90, dove tra i termini calcistici viene introdotto un altro termine per il numero 9, ovvero la prima punta. Fino a quel momento, la punta era sempre rimasta ‘sola’, mentre adesso gli veniva chiesto di dialogare con la squadra e soprattutto con il giocatore che gli giocava accanto, ovvero la seconda punta. Il Milan di Sacchi ne è uno dei primi esempi, con Van Basten e Gullit che sono chiamati a dialogare continuamente e creare movimenti per i compagni.
I tempi moderni hanno beneficiato dei vari esperimenti tattici fatti durante gli anni sul numero 9, contribuendo a creare quella che oggi è la figura del centravanti, un giocatore totale che deve essere capace di legare i movimenti della squadra, dare profondità e insaccare la palla in rete. Di esempi nel calcio moderno ne abbiamo davvero tanti, da chi è considerato il numero 9 più forte di tutti i tempi, Ronaldo Nazario, ai più giovani Luis Suarez e Benzema che hanno scritto pagine di storia con Barcellona e Real Madrid.
Sì, perché i suoi interpreti, le varianti tattiche, le storie, le leggende sul numero 9 hanno contribuito a dare l’importanza storica che oggi ha, concordando però su una caratteristica che non dovrà mai mancare: la fame per quell’emozione che si chiama GOL.
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