Per la prima volta nella storia un fischietto polacco dirigerà la partita più importante di tutte. Nella competizione il 41enne di Ploch ha già arbitrato entrambe le nazionali, uscite vittoriose con lo stesso punteggio.
Partecipare ad una finale di Coppa del Mondo è un evento straordinario. Se si è bravi oltre che fortunati può capitare nella carriera di un giocatore o di un allenatore come coronamento di un percorso che lo ha condotto al vertice dello sport praticato. Lo stesso discorso vale naturalmente anche per gli arbitri, spesso bersagli di critica, ma parte fondamentale del gioco da qualche tempo ormai aiutati anche dalla tecnologia che è certamente servita a ridurre gli errori. Nel 2018 l’onore e onere era toccato all’argentino Nestor Pitana, mentre prima ancora era stato premiato Nicola Rizzoli, terzo italiano a fischiare in un incontro così delicato dopo Sergio Gonella nel 1978 e Pierluigi Collina nel 2002. Proprio quest’ultimo, in qualità di presidente della Commissione Arbitri della FIFA, ha deciso che stavolta l’incombenza è destinata a Szymon Marciniak.
Mateu Lahoz non aveva convinto nel corso della competizione, finendo quindi per essere escluso mentre gli altri due autorevoli candidati, ovvero Daniele Orsato e Cesar Ramos erano già stati utilizzati per le semifinali. Ecco quindi che è diventata automatica la decisione di affidarsi al 41enne polacco che avrà così la chance di un’intera vita relativamente alla sua delicata professione. Nel suo Paese mai nessuno era arrivato ad un traguardo simile.
Non si può quindi dire che la decisione sia stata una sorpresa. Anzi, era nell’aria la promozione di Marciniak che per l’occasione sarà affiancato dagli assistenti Pawel Sokolnicki e Tomasz Listkiewicz. Il quarto uomo sarà invece lo statunitense di origine marocchina Ismail Elfath, mentre al VAR ci saranno il polacco Tomasz Kwiatkowski e il venezuelano Juan Soto. Al 41enne nato a Plock, in Polonia, non manca di certo l’esperienza: è un arbitro internazionale dal 2011. Non è un volto sconosciuto a chi segue attentamente e a 360 gradi il mondo del calcio. Spesso lo abbiamo visto dirigere match impegnativi di Champions League e questa qatariota non è la sua prima apparizione in una Coppa del Mondo. Nel 2018 ha partecipato infatti all’edizione disputatasi in Russia e sempre in quell’anno ha diretto la finale di Supercoppa Europea tra Real e Atletico Madrid. Da piccolo Marciniak sognava di sfondare col pallone tra i piedi per metterli in campo in una finalissima di un Mondiale. Lo farà anche se con un ruolo diverso da quello che immaginava. La soddisfazione sarà comunque enorme.
Szymon Marciniak conosce sia l’Argentina che la Francia per averle già arbitrate così come queste due nazionali sanno già pregi e difetti del fischietto polacco. Si tratta di un buon punto di partenza che però non farà la differenza più di tanto nei novanta o più minuti in cui pressioni e aspettative sono in grado di fagocitare qualsiasi cosa. Il percorso del direttore di gara è stato un crescendo nel tempo, fino a conquistare un posto nelle grazie del designatore Collina ma anche di Roberto Rosetti che lo ha utilizzato per partite di un certo livello come Barcellona-Inter. In questa edizione di Coppa del Mondo Marciniak ha arbitrato entrambe le contendenti al titolo. Francia-Danimarca, terminata 2-1 per i Galletti, e Argentina-Australia finita con lo stesso punteggio in favore naturalmente dell’Albiceleste.
Insomma, fin qui un rendimento convincente che dai piani alti della FIFA si augurano sia mantenuto fino alla fine. I protagonisti, come sempre, dovranno essere i calciatori che determineranno verso quale lato della bilancia penderà la Coppa. A Marciniak resterà comunque la soddisfazione per aver raggiunto il top della categoria. La sua partita personale, in un certo senso, l’ha già vinta.
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