La squadra di Guardiola conquista il quarto titolo consecutivo. Amarezza per l’Arsenal che ha combattuto fino all’ultima giornata.
Il Manchester City per la decima volta nella sua storia è campione d’Inghilterra. I citizens hanno conquistato 2 First Division e 8 Premier League. 6 sotto la guida del tecnico spagnolo Pep Guardiola.
In questa stagione il Manchester City si è rivelato per l’ennesima volta una macchina perfetta. Uno stile di gioco offensivo che crea tanto e concede poco è stata la chiave del successo. Guardiola abbina una rigidità tattica in fase difensiva, con particolare attenzione al recupero del pallone, a una libertà totale in fase offensiva. I giocatori creativi vengono lasciati liberi di esprimersi attraverso dribbling e combinazioni palla al piede ad altissima velocità. In Champions League Haaland e compagni sono stati fermati solamente ai rigori dalla mistica del Real Madrid.
Ma scopriamo i principali segreti di una squadra quasi perfetta.
La fluidità di manovra del Manchester City parte dai piedi del proprio portiere. Ederson oltre ad avere riflessi formidabili tra i pali possiede anche un’ottima tecnica in fase di impostazione. I suoi passaggi risultano sempre precisi sia nello stretto che quando c’è da verticalizzare. Akanji, Ruben Dias e Gvardiol sono grandissimi marcatori con ottime qualità fisiche e la loro intelligenza tattica gli permette di muoversi continuamente senza lasciare punti di riferimento agli avversari e alzare la linea fino a scambiarsi con i centrocampisti.
I centrocampisti del City sono straordinari nel trovare sempre soluzioni in qualsiasi tipo di situazione. Rodri è il metronomo della squadra. Punto di riferimento quando c’è da difendere e padrone assoluto del gioco quando c’è da cambiare ritmo. Bernardo Silva è l’anello della catena che unisce il centrocampo all’attacco. Il portoghese sa condurre il pallone in solitudine, trovare i compagni, dribblare e all’occorrenza ha ampiamente dimostrato di essere in grado di segnare gol pesanti. De Bruyne con l’assist sfornato ad Haaland contro il Tottenham si è convertito nel secondo assistman più prolifico della storia della Premier League (secondo solo a Ryan Giggs) trovando il 113esimo passaggio vincente in carriera e superando così Fabregas fermo a quota 112. Un giocatore iconico dal quale Guardiola non può prescindere.
L’attacco del Manchester City come ogni anno ha superato i 90 gol in campionato. La creatività di Grealish e la potenza di Foden si fondono benissimo con la freddezza e il cinismo di Erling Haaland. Il norvegese anche quest’anno è il capocannoniere indiscusso della Premier League.
Da non dimenticare anche il contributo di giocatori non titolarissimi ma fondamentali per mantenere alta la competitività durante tutto l’arco della stagione. Julian Alvarez a soli 24 anni in bacheca ha già collezionato 1 campionato argentino, una coppa argentina, una Supercoppa argentina, una FA Cup, due campionati inglesi, una Champions League, una Supercoppa europea, un mondiale per club, una Coppa America e un Mondiale! Giocatore polivalente in grado di fare la differenza sia da titolare che da subentrato.
Un altro elemento fondamentale è stato Jeremy Doku. Ala belga classe 2002 che con i suoi dribbling ubriacanti ha contribuito a portare ancora più imprevedibilità all’attacco dei Citizens. Fondamentale nella corsa alla Premier League poiché nella sfida contro il Tottenham è stato lui a guadagnarsi il rigore che ha sancito il 2-0 che ha di fatto regalato il titolo alla squadra.
Come accennato prima, le capacità di gestione del gruppo di Guardiola sono incredibili. Oltre a innovarsi in continuazione sul piano tattico è sempre più bravo a mantenere alte le motivazioni alte nonostante le decine di trofei già conquistati. Un mix perfetto tra tattica e motivazione che risulta essere la principale causa dei successi di una macchina perfetta.
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