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French Open: Ruud e Etcheverry, i due volti del torneo

Dopo un 2023 non all’altezza del suo nome, Ruud è ritornato in cattedra fino alla finale della kermesse parigina. Tra le tante conferme nella competizione è spuntato pure l’argentino arrivato fino ai quarti di finale. 

Il French Open rappresenta quasi una sorta di spartiacque per i tennisti. Un momento in cui raccogliersi per un primo bilancio, naturalmente parziale in attesa delle prossime sfide di uno sport che non si ferma praticamente mai. E Parigi è sempre un appuntamento segnato in rosso nell’agendina di ogni atleta, quello da non fallire ad ogni costo, quello in cui gettare il cuore oltre l’ostacolo per le due intense settimane previste da calendario. 

Così può capitare che qualche outsider riesca a farsi strada nella competizione, in maniera del tutto imprevista e dopo aver fatto cilecca in tornei invece considerabili meno importanti. Capita anche questo, in un contesto che chiaramente spinge ad elevare al massimo le proprie performance per sfruttare appieno la vetrina. D’altro canto la selezione è sempre agguerrita: basti pensare che un personaggio come Fabio Fognini, complice il trend negativo degli ultimi tempi, è riuscito ad approdare in Francia soltanto come ripescato. 

Tra gli overperformer purtroppo non ci sono stati però italiani. Gli ultimi ad abbandonare la kermesse sono stati i due Lorenzo, Sonego e Musetti, che sono stati eliminati domenica scorsa al quarto turno. Ancor meno strada ha percorso Jannik Sinner, sul quale erano riposte le maggiori aspettative tra gli azzurri: l’altoatesino ha mollato alla seconda gara in maniera del tutto sorprendente contro il tedesco Daniel Altmaier. Veniamo, pertanto, a chi invece ha saputo rendersi effettivamente protagonista qui al French Open sfoderando prestazioni in linea, se non oltre le proprie possibilità.

I dolori del giovane Ruud nel suo 2023 tra luci e ombre

Cominciamo da uno dei due finalisti. Se per Novak Djokovic, non possiamo certamente parlare di exploit o chissà quale tipo di rivelazione, dobbiamo invece elogiare Casper Ruud che si è confermato a grandi livelli dopo la finale centrata lo scorso anno. Il norvegese sta diventando una certezza di questo sport anche se il suo 2023 era partito decisamente male. 

Al pronti-via, infatti, il ventiquattrenne di Oslo ha perso al secondo turno della United Cup nel match contro Matteo Berrettini dopo l’esordio, che invece era stato positivo, contro Thiago Monteiro. Anche agli Australian Open si è fatto notare soltanto per l’uscita prematura dal torneo, anche qui alla seconda partita con Jenson Brooksby nel ruolo del carnefice. A quel punto, come aveva già annunciato, è arrivato un provvidenziale mese di pausa per rigenerarsi – fisicamente e mentalmente – dal logorante 2022. 

Anche al rientro, però, ha stentato a ritrovare la forma migliore vincendo soltanto un incontro sia ad Indian Wells che a Miami, laddove l’anno precedente era riuscito ad arrivare fino alla finale. L’unico raggio di luce è stato all’Estoril Open dove è riuscito ad andare in doppia cifra a livello di titoli col suo decimo personale. Poi di nuovo ombre con solo due vittorie tra Monte Carlo, Barcellona e Madrid. A Parigi, però, Ruud ha saputo ritrovare sé stesso dopo un lungo e tortuoso percorso. 

Etcheverry c’è: dopo le due finali un prestigioso quarto raggiunto a Parigi

Tra i vari Alcaraz, Tsitsipas, Djokovic, Khachanov, Rune, Ruud e Zverev – tutte grandi firme di questo sport – c’è chi è riuscito a ritagliarsi uno spazio per infilare il proprio nome all’interno di questo French Open edizione 2023. Stiamo parlando di Tomás Martín Etcheverry, probabilmente l’uomo meno atteso tra tutti coloro i quali sono riusciti a tagliare il traguardo dei quarti di finale della competizione francese. 

L’argentino, nato a La Plata quasi ventiquattro anni fa, è numero quarantanove del ranking mondiale. La sua personale sala dei trofei è ancora vuota: i suoi unici successi risalgono tutti infatti a tornei appartenenti a circuiti minori. Partendo dalle retrovie, Etcheverry ha però scalato via via tutte le montagne che gli si sono parate davanti nella prestigiosa rassegna parigina fino a quella, diventata per lui insormontabile, di Alexander Zverev. 

Resta comunque l’ottima performance sciorinata da questo ragazzone alto quasi due metri che già a marzo aveva dato segnali di crescita centrando la sua prima finale in un evento Atp, il Chile Open, eliminando, tra gli altri, anche dei top quaranta come Francisco Cerundolo e Sebastian Baez prima di subire il ko da parte di Nicolas Jarry. 

Anche a Houston era riuscito ad arrivare fino all’ultimo atto, venendo però sconfitto in quell’occasione da Frances Tiafoe. Ci sono delle gerarchie, evidentemente, e degli step non ancora raggiunti ma Etcheverry c’è. E da questo French Open lo sa qualcuno in più. Chissà che in futuro non possa arrivare la prima grande gioia: servirebbe anche a farlo salire da una graduatoria che non è mai andata oltre il quarantatreesimo posto. 

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