Dal numero 8 del mondo Jannik Sinner a tutti gli altri italiani in lizza nel torneo. L’ultimo rappresentante del Belpaese a vincere l’Open di Francia fu Panatta nel 1976.
Non è un torneo per gli italiani. Questo dice la storia del French Open che ha sbarrato troppo spesso le porte ai rappresentanti del Belpaese qui oltralpe. L’ultimo a vincere da queste parti è stato Adriano Panatta ma da allora sono trascorsi ben quarantasette anni. Prima ancora ci era riuscito Nicola Pietrangeli per ben due volte, nel 1959 e un anno dopo nel 1960.
Se prendiamo in considerazione soltanto gli ultimi anni dal 2005 fino al 2022 è stato quasi un monologo di Rafael Nadal, con qualche eccezione rappresentata da Roger Federer nel 2009, da Stan Wawrinka nel 2015 e Novak Djokovic due volte, nel 2016 prima e nel 2021 poi. Di azzurri nessuna traccia, neanche in finale. Ora però nell’arco tricolore c’è qualche freccia da scagliare per sperare quanto meno di arrivare nelle fasi conclusive dell’evento.
Più di tutti c’è Jannik Sinner, che si presenta ai nastri di partenza con un biglietto da visita di tutto rispetto da numero otto al mondo. Giovane sì, ma con una carriera già di tutto rispetto: in singolare ha conquistato, infatti, sette titoli su dieci finali disputate, tra cui il torneo ATP 500 di Washinghton nel quale è diventato il più giovane giocatore italiano a trionfare in un torneo di categoria. In più è il più giovane italiano ad aver vinto un trofeo Atp e l’unico ad accaparrarsene quattro in una singola stagione. Nel 2023 ha messo le mani sul suo settimo titolo e da queste parti non è andato mai oltre i quarti di finale. L’obiettivo è migliorarsi, come sempre. Lo scorso anno fu costretto al ritiro in corso d’opera causa infortunio.
Altro candidato tra gli azzurri è Lorenzo Musetti, numero venti del ranking e che al French Open è arrivato al massimo agli ottavi di finale. Due finali giocate tra i tornei Atp e altrettante vittorie ottenute. A Roma ha provato a farsi strada vincendo il derby con Matteo Arnaldi e superando pure l’ostacolo statunitense costituito da Frances Tiafoe.
Per Lorenzo Sonego il prossimo sarà il quinto tentativo in Francia, per continuare il suo percorso di crescita sperando che a ventotto anni il meglio debba ancora arrivare anche grazie al lavoro svolto col preparatore Gipo Arbino. Anche lui, come Musetti, agli Internazionali d’Italia è finito tra le vittime di Tsitsipas. E ci sarà pure Marco Cecchinato, trenta anni da Palermo che qui è addirittura arrivato in semifinale nel 2018. In quella edizione si tolse perfino la soddisfazione di battere un mostro sacro come Novak Djokovic. Già solo per quello medaglia all’onore sul petto meritata per il siciliano, che grazie a quell’impresa riportò l’Italia a giocare una semifinale nella rassegna francese quarant’anni dopo l’ultima volta.
Chiosa finale, poi, su Fabio Fognini che dopo tanti passaggi a vuoto è uscito dalla top cento del ranking Atp e in Francia neppure ci sarebbe dovuto essere. La fortuna però lo ha baciato, concedendogli una delle ultime grandi opportunità della carriera: da non sprecare, cercando di fare quanta più strada possibile. Dovrà ringraziare, semmai, il forfait di Marin Cilic, non ancora ripresosi completamente da un duro infortunio, che gli ha spalancato le porte del French Open. Ai Masters 1000 di Roma il ligure ha ben figurato, dimostrandosi in ripresa: migliorare la graduatoria è il prossimo step da centrare possibilmente entro Wimbledon.
Ancora in attesa il suo conterraneo Arnaldi: dopo aver fatto fuori un certo Casper Ruud l’unica cosa di cui può aver paura è proprio dover rimanere a casa. Purtroppo il destino non è nelle sue mani: dovrà sperare, infatti, in un’ulteriore defezione per rientrare in pista.
La brutta notizia, ormai definitiva, è quella relativa a Matteo Berrettini che non ha recuperato in tempo e che quindi non ci sarà. Dopo Madrid, Barcellona e Roma, anche Parigi non lo vedrà tra i protagonisti. Pesante l’assenza del capitolino, che a questo punto tornerà direttamente in tempo per l’erba saltando la seconda stagione di fila su terra battuta. Non lo vediamo in campo, in pratica, dal match contro Cerundolo in quel di Monte Carlo.
Dopo quell’incontro, vinto dal ventisettenne soprannominato The Hammer, avrebbe dovuto scendere nuovamente in pista per affrontare Holger Rune ma la sfida non andò in scena proprio a causa della precaria condizione fisica dell’italiano. Lo rivedremo a Wimbledon, quindi, sperando di trovarlo nelle migliori condizioni. Un po’ come avvenne lo scorso anno quando, appena rientrato, portò a casa i tornei di Stoccarda e Queen’s.
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