La LEN Champions League non si muove da Budapest. Il Ferencvaros si conferma la miglior squadra d’Europa.
Una Final Four, quella tenutasi a Gzira, Malta, che ha regalato spettacolo a tutti gli appassionati di pallanuoto. Il livello anche quest’anno era altissimo; le quattro formazioni impegnate nella fase finale hanno mostrato di meritarsi questo ambito traguardo.
Dal meno quotato Marsiglia, che ha fatto faticare i campionissimi del Ferencváros in una semifinale giocata quasi ad armi pari. I francesi, alla loro prima apparizione nella Final Four, hanno subito affrontato l’ostacolo più grande e complicato, ma lo hanno fatto senza paura e con una qualità incredibile.
L’esperienza portata in campo da Andrija Prlainović ha alzato di molto il livello del Marsiglia, che può contare su un giovane Thomas Vernoux, che ha già dimostrato di poter competere con i migliori giocatori al mondo.
Il Barceloneta sarebbe dovuta essere la squadra designata a fermare i magiari, ma hanno dovuto fare i conti con un grandissimo Novi Beograd, che in una semifinale folle è riuscito ad avere la meglio sugli spagnoli.
Spagnoli che si sono rifatti nella finalina per il terzo posto con un dominio assoluto sul Marsiglia, e con quella che potrebbe essere stata l’ultima partita per il capitano e la leggenda, Felipe Perrone.
Era prevedibile, probabilmente, ma anche confermare le attese per una squadra leggendaria come quella degli ungheresi non è comunque facile. I magiari sono stati protagonisti di un percorso netto quest’anno, tra campionato e LEN Champions League, perdendo una sola partita.
Il percorso si è concluso con la squadra di Balázs Nyéki, incoronata nuovamente campione d’Europa per il secondo anno di fila, impresa mai riuscita a una squadra ungherese. D’altronde, però, per chi ha seguito gli incontri, il divario con le avversarie era evidente.
In squadra, i magiari possono contare su giocatori di livello incredibile, e che, messi in acqua sapientemente da un allenatore altrettanto preparato, rappresentano un mix letale. L’attacco degli ungheresi nelle due partite della Final Four è stato quasi perfetto, sia su uomo in più che a uomini pari, pur giocando con dei centri ‘atipici’ come possono essere De Toro, Nemet o Molnár.
La qualità dei tiratori fa, senza dubbio, la differenza: il nostro Edoardo Di Somma, Dušan Mandić, a cui basta davvero poco per fare la differenza, ma anche Jansik e Fekete. Non abbiamo menzionato Krisztian Manhercz perché si merita un capitolo a parte, per come si è caricato sulle spalle la squadra in finale, facendo la differenza da qualsiasi posizione.
La difesa organizzata da Nyéki, poi, ha fatto il resto sia in semifinale che in finale. Pressing asfissiante, una squadra che si muoveva all’unisono, senza dare il tempo agli avversari di riflettere: una vera masterclass.
Una menzione importante anche per il Novi Beograd. I serbi sono stati probabilmente la squadra che ha sorpreso di più, per spirito di gioco e per qualità messa in campo quando non partivano da favoriti. In finale, sono riusciti a mettere in serie difficoltà il Ferencváros, con un Lukic in versione super e autore di ben 6 reti.
Insomma, la Final Four giocata a Malta non ha di certo lasciato scontenti gli appassionati ed ha spedito la squadra magiara direttamente nell’olimpo delle squadre migliori della storia della pallanuoto.
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