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F1: Ferrari, incerto il dopo Binotto

L’addio del team principal ha aperto la crisi della scuderia di Maranello, che si trova senza guida tecnica a tre mesi dall’inizio della stagione. E all’orizzonte non ci sono schiarite.

Nonostante fosse nell’aria, l’annuncio dell’addio di Mattia Binotto sembra aver colto impreparata la scuderia di Maranello. In un comunicato ufficiale, la Ferrari ha concesso l’onore delle armi a Mattia Binotto, parlando di “dimissioni” del team principal, che ha chiuso così una carriera lunga 28 anni sempre in Rosso. 

Tuttavia, il rapporto tra Binotto e la scuderia di Maranello era ormai giunto a termine, con frizioni tanto da un lato quanto dall’altro, e non sempre riconducibili alla gestione tecnica diretta della Ferrari, che tra l’altro, si trova a vivere un paradosso: a una settimana dall’annuncio di Binotto, ancora non è stato ufficializzato il suo erede - la ridda di nomi dei possibili sostituti impazza, con diversi profili finiti nel mirino della dirigenza - ed anzi, l’ingegnere di Losanna resterà capo ad interim del reparto corse fino alla fine dell’anno.

I profili in lizza per la successione

Frederic Vasseur, ex team principal Alfa Romeo, sembra essere al momento il maggior indiziato a raccogliere l’eredità di Binotto. Cinquantaquattro anni, francese, sembra rispondere ai requisiti del profilo che sta cercando la Ferrari, che nella prossima stagione vuole completare l’ultimo step per ridurre il gap con la Red Bull ed inserirsi nella lotta per il titolo mondiale. 

Quello di Vasseur non è tuttavia l’unico nome. Nelle ultime ore, sono rimbalzati dalla Germania i nomi di Monisha Kaltenborn e di Jonathan Giacobazzi. La prima, dirigente indiana naturalizzata austriaca, ha una consolidata esperienza di Formula 1, essendo stata numero uno della Sauber, prima di passare alla Racing Unleashed. Rappresenterebbe una novità anche Giacobazzi, figlio di Antonio, storico collaboratore di Enzo Ferrari, che del Cavallino è stato Executive Race Manager dal 2013 al 2019. In lista resta anche Antonello Coletta, responsabile GT della Ferrari. Sarebbe lui la soluzione interna ventilata in queste ore, mentre il tentativo di strappare Chris Horner alla Red Bull si sarebbe risolto in un fallimento. Stesso epilogo, si vocifera in casa Ferrari, con Franz Trost, team principal Alpha Tauri, e Andreas Seidl, omologo della McLaren.

Binotto, le ragioni della rottura

Galeotta, sembra, sia stata la decisione della Haas di cassare tutte le proposte avanzate da Binotto. La decisione di preferire Hulkenberg a Robert Shwartzman, 23enne vicecampione del Mondo di Formula 2, è stata vissuta da Binotto come una delegittimazione. Né, va detto, Binotto aveva mandato giù le polemiche emerse nel corso della stagione, soprattutto per le strategie scelte dal suo muretto che, in più di una occasione, avevano finito per penalizzare tanto Charles Leclerc che Carlos Sainz. 

Binotto tuttavia non sembra destinato a rimanere disoccupato a lungo. Già la Alpine gli avrebbe offerto il ruolo di direttore tecnico. La vera notizia bomba, però, è il pressing della Mercedes, che vorrebbe Binotto nel suo team. Resta da capire, però, come l’ingegnere di Losanna risolverà il suo contratto con la Ferrari. Di solito, c’è un tempo di attesa tra un contratto e l’altro che varia dai 6 ai 12 mesi, periodo che serve a tutelare le scuderie. Ma fino a quando non sarà definita con chiarezza l’uscita di Binotto, allora ogni discorso sul suo futuro resta aperto. 

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