Ci sono le grandi favorite ed anche le potenziali outsider. Ognuno ha il suo ruolo alla vigilia di un grande evento e tra le 5 dark horses abbiamo individuato Ungheria, Danimarca, Albania, Scozia e Turchia.
Si dice che in una competizione nuova tutti partano da zero. Ma non è proprio così. Ogni torneo ha delle sue favorite, indicate dalla storia e dal momento che la singola squadra sta attraversando. Questo vale anche per gli imminenti Campionati europei, che certamente vedono partire qualche nazionale in posizione sulla carta privilegiata rispetto ad altre. Dopodiché questo status va naturalmente confermato sul campo, unico giudice sovrano sempre e comunque. Anche perché alle spalle delle cosiddette big preme una schiera di formazioni che vogliono sovvertire i pronostici, fare bella figura e, perché no, salire in cima al continente.
Gli inglesi le chiamano dark horses, sono le potenziali outsider: coloro che non partono con i riflettori puntati addosso ma che tuttavia hanno le carte in regola per poterseli conquistare. Con un vantaggio non indifferente rispetto ad altre rivali più blasonate dettato dalla minor pressione sulle spalle. Per loro vincere non è un obbligo, semmai un sogno che trae spunto da quell’edizione che tutti ricordiamo nella quale a trionfare fu la miracolosa Grecia del tedesco Otto Rehhagel con successo in finale contro il Portogallo. Di queste dark horses ne abbiamo selezionate cinque, ognuno naturalmente può cercare di trovare le proprie. Intanto andiamo a vederle una ad una cercando di comprendere perché a nostro avviso hanno il physique du role per stupire nell’avventura tedesca.
No, non stiamo parlando più di quella squadra che negli Anni '60 e '70 poteva guardare tutti occhi negli occhi. Tuttavia l’Ungheria di oggi, alla terza partecipazione consecutiva a un Europeo, ha le potenzialità per giocare un buon torneo. D’altra parte la compagine magiara lo ha dimostrato anche nel cammino di qualificazione, col primo posto centrato in un gruppo che annoverava tra le altre anche Serbia e Montenegro.
Parte del merito va attribuita anche all’allenatore, l’italiano Marco Rossi che ha trovato all’estero quello che la sua patria non gli ha mai concesso: fiducia. La stella del gruppo è il centrocampista del Liverpool Dominik Szoboszlai, per il resto non è che ci siano grandissimi calciatori a disposizione ma una squadra ben organizzata che propone un calcio solido ed efficace. Queste due armi, se ben abbinate, possono rivelarsi assai preziose in una manifestazione breve come quella tedesca. Il girone non sarà semplice per l’Ungheria, tra Svizzera, Germania e Scozia ma guai a darla preventivamente per battuta.
In Qatar la Danimarca ha fatto un chiaro passo indietro ma si deve ripartire dagli Europei del 2020 nei quali i biancorossi arrivarono fino in semifinale. Si può fare meglio? Difficile ma ci sono le basi per provarci per un team inserito nel Gruppo H con Slovenia, Serbia e Inghilterra. Il Ct Kasper Hjulmand punterà su qualche vecchia conoscenza del calcio italiano come Damsgaard, Hojlund e Hjulmand. I calciatori più rappresentativi sono Kjaer, Eriksen e Hojbjerg. Premesse non di poco conto in un torneo nel quale l’esperienza è una delle prerogative più importanti.
Si può uscire indenni da un girone con Italia, Spagna e Croazia? Ce lo dirà l’Albania, tutt’altro cha una formazione materasso contro la quale le tre grandi dovranno imbattersi. Le Aquile di Sylvinho si sono qualificate col primo posto davanti a Repubblica Ceca e Polonia. In questo caso sono in tanti a militare o aver militato in Serie A: dai portieri Etrit Berisha e Kastrati ai difensori Djimsiti, Hysaj, Ismajli e Kumbulla, fino ai centrocampisti Asllani, Bajrami, Medon Berisha e Ramadani, che sono ancora nel Belpaese; altri come Manaj, Ajeti e Strakosha hanno avuto esperienza nel nostro campionato.
Abbiamo parlato dell’Ungheria ma nello stesso gruppo c’è anche la Scozia. Nel girone la Tartan Army è arrivata dietro alla Spagna con la quale però ha lottato a lungo fianco a fianco. L’obiettivo minimo è ottenere il pass per la fase ad eliminazione diretta: traguardo mai ottenuto dai biancoblu.
A disposizione del Ct Clarke ci sono elementi di valore come Scott McTominay, autentico trascinatore nel percorso di qualificazione a suon di gol. Poi Robertson del Liverpool, John McGinn dell’Aston Villa e Callum McGregor che è capitano del Celtic. In attacco si spera possa proseguire la vena realizzativa di Lawrence Shankland, capocannoniere della Scottish Premiership ma non mancano le alternative anche in fase offensiva. Un’incognita non di poco conto: l’esordio contro la Germania padrona di casa.
Chiudiamo con la Turchia di Vincenzo Montella. L’ex Aeroplanino ha preso l’incarico lo scorso settembre e ha realizzato tutti gli obiettivi prefissati dalla Federazione. E ora può rubare la scena, approfittando di una rosa indubbiamente valida e che ha in Hakan Calhanoglu il giocatore più importante. C’è poi lo juventino Kenan Yildiz, giovane ma già parecchio quotato. Altri elementi di spicco sono Orkun Kökçü, Arda Güler, Çağlar Söyüncü e Merih Demiral. In attacco si fa affidamento su Enes Ünal dal momento che Burak Yilmaz si è ritirato dalla Nazionale ormai un anno fa.
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