I giallorossi puntano al secondo successo di fila in Europa dopo il trionfo dello scorso anno in Conference League. Con Mourinho in panchina battere il Siviglia, regina della competizione, non è impossibile.
Manca sempre meno alla finale di Europa League tra Roma e Siviglia che si disputerà mercoledì 31 maggio (ore 21:00) alla Puskás Aréna di Budapest. I giallorossi puntano al bis dopo il trionfo dello scorso anno in Conference League, ma contro gli andalusi servirà una prestazione perfetta. Già, perché il Siviglia è una vera e propria specialista della competizione, avendola vinta ben sei volte (l'ultima nel 2019/20 contro l'Inter).
La forza della Roma è racchiusa soprattutto nel suo allenatore: José Mourinho. 'Special one' non a caso: il lusitano ha la possibilità di diventare il primo allenatore a vincere l'Europa League alla guida di tre squadre diverse, dopo i trionfi ottenuti con il Porto nel 2002/03 e più di recente con il Manchester United (2016/17). Il suo score nelle finali è da standing ovation: cinque successi su cinque.
È vero: in campo scendono i calciatori. Ma ci sono allenatori in grado di incidere, forgiando una mentalità vincente. Nella lunga distanza, come in campionato, la Roma, che non ha una rosa profonda, ha fatto fatica. In Europa il discorso cambia e la mano di Mourinho, che spera di poter contare su un Dybala al top per la notte più importante della stagione, si vede tutta.
Inserita nel Gruppo C con Real Betis, Ludogorets e HJK, la Roma si è classificata seconda con 10 punti, frutto di tre successi, un pareggio e due sconfitte. Non un cammino brillante, quello dei giallorossi nella fase a gironi, ma nel momento chiave, ovvero nelle ultime due partite, gli uomini di Mou hanno risposto presente. Esordio in salita con la sconfitta in Bulgaria nel finale contro il Ludogorets, poi il successo in scioltezza per 3-0 ai danni dei finlandesi dell'HJK. Quindi un solo punto racimolato nel doppio confronto col Betis: ko all'Olimpico (1-2) e 1-1 in Spagna. Nelle ultime due uscite la Roma non stecca, battendo sia la squadra di Helsinki sia il club che da anni domina in Bulgaria.
Essendosi classificata seconda, la compagine capitolina ha dovuto affrontare il playoff prima di accedere agli ottavi di finale. Per i giallorossi un avversario tutt'altro che semplice da superare: il Salisburgo, retrocesso dalla Champions League dopo aver chiuso al terzo posto alle spalle di Chelsea e Milan nel Gruppo E.
Sconfitta 1-0 in trasferta per via del gol di Nicolas Capaldo a una manciata di minuti dal triplice fischio, la Roma ribalta i 17 volte campioni d'Austria all'Olimpico grazie all'uno-due griffato Belotti-Dybala. Agli ottavi l'ostacolo Real Sociedad, quarta forza del torneo spagnolo. La gara si decide all'andata con il 2-0 propiziato dai sigilli di El Shaarawy e Kumbulla. Alla Reale Arena di San Sebastián il fortino eretto da Mourinho regge: 0-0 e qualificazione ai quarti.
Altro giro, altra corsa: sulla strada dei giallorossi c'è ancora il Feyenoord, già mandato al tappeto la stagione precedente in finale di Conference League. In Olanda a passare sono i padroni di casa: 1-0 e altra 'remuntada' da compiere. Al ritorno servono i supplementari per approdare in semifinale. Spinazzola porta in vantaggio la Roma, ma all'80' il club di Rotterdam pareggia con il colpo di testa di Paixão. L'Olimpico è ammutolito, sembra finita. Ma Mourinho ha un fuoriclasse a sua disposizione: Dybala, che a un minuto dal novantesimo segna il 2-1. Si va ai supplementari e i giallorossi dilagano con El Shaarawy e Pellegrini, che affondano gli avversari fissando il risultato sul 4-1.
In semifinale la Roma deve misurarsi con il Bayer Leverkusen. Dopo un avvio disastroso, la stagione delle aspirine si è raddrizzata con l'arrivo in panchina di Xabi Alonso, che a ottobre è subentrato a Seoane. Il primo atto va in scena all'Olimpico e a deciderlo è il centrocampista classe 2002 Edoardo Bove, talento nato ai piedi del Colosseo cresciuto nel settore giovanile del club capitolino. Una favola, la sua.
In Germania lo stile Mou viene premiato: la Roma si arrocca a protezione di Rui Patricio e difende a denti stretti l'1-0 dell'andata. Il Bayer Leverkusen ci prova in tutti i modi, ma sbatte ripetutamente contro un muro tinto di giallo e rosso. Finisce con un pareggio a reti bianche, risultato che vale l'accesso alla finale. Vincere due coppe europee di fila sarebbe un autentico capolavoro. Mourinho sa come si fa: la Roma si affida allo Special One.
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