Trentesimo tricolore in bacheca per l'Olimpia Milano, brava a superare la Virtus Segafredo Bologna in una serie risoltasi soltanto alla settima e decisiva partita.
Ci sono volute sette gare prima di avere ragione di un'indomita Virtus Segafredo Bologna, degna avversaria di una delle finali scudetto più combattute, appassionanti, incerte ed equilibrate di sempre. Ma alla fine l'ha spuntata l'EA7 Emporio Armani, che ha portato a casa il trentesimo scudetto della sua gloriosa storia. Uno scudetto a tre stelle, appunto: quelle che dal prossimo anno campeggeranno sulle canotte delle mitiche 'Scarpette Rosse'.
Serie finale in cui il fattore campo ha dominato dal primo all'ultimo incontro. L'EA7 Emporio Armani ha capitalizzato il primo posto in regular season strappato alle Vu Nere alla penultima giornata, grazie all'inopinata sconfitta del quintetto di Scariolo a Treviso. Allo squadrone di Messina è bastato – si fa per dire – vincere le quattro partite casalinghe al Forum per conquistare il titolo. E se nelle precedenti sfide la differenza l'aveva fatta l'attacco atomico dei milanesi, nell'ultimo match a risultare determinante è stata la difesa.
Asfissiante, incessante, capace di imbrigliare le idee e di offuscare la mira ai formidabili tiratori bolognesi. Il punteggio finale, 67-55, è testimone fedele di una partita forse non bellissima, ma allo stesso tempo spettacolare. Soprattutto per merito dell'Olimpia. Datome l'MVP della partita con 16 punti a referto e una capacità di infiammare come pochi il pubblico del Mediolanum Forum. Bene anche Baron (11 punti), autore di un paio di triple nel momento più delicato del match, quando Bologna nel quarto e ultimo periodo si stava rifacendo sotto. Applausi anche per Shields, che oltre ai 10 punti nel tabellino ci ha messo un cuore grande così.
Trentesimo tricolore in bacheca, dunque, per l'Olimpia Milano. Il quinto da quando al timone della storica società del capoluogo lombardo c'è Giorgio Armani. Era il 2008 quando il noto stilista ha assunto la presidenza del club. In quindici anni sono arrivati tredici titoli: cinque scudetti (gli altri nel 2015, 2016, 2018 e 2022), quattro Coppe Italia (2016, 2017, 2021 e 2022), quattro Supercoppe italiane (2016, 2017, 2018, 2020).
Undici le vittorie dei milanesi in epoca playoff, un record: staccata proprio la Virtus Bologna, rimasta ferma a nove. E c'è di più. Quella di quest'anno è stata la quinta finale per il titolo tra Olimpia e Virtus. Se le prime tre avevano premiato i bolognesi (nel 1979, nel 1984 e nel 2021), le ultime due hanno arriso a Milano: l'anno scorso (4-2 il finale) e, appunto, quest'anno (4-3).
Una vittoria per certi versi annunciata, quella dell'Olimpia, anche se la Virtus ha provato fino all'ultimo a scompaginare i piani della squadra di Messina. Proprio coach Ettore, grande ex della serie finale, è riuscito a plasmare una squadra zeppa di talento ma capace anche di sacrificarsi, coi vari Shields, Napier, Baron, Hines e Hall che si sono rivelati preziosi al di là dei canestri, spesso pesantissimi, realizzati in tutte le gare dell'anno.
Notevole anche il contributo in ogni zona del campo del tedesco Voigtmann, ma molto importante è stato soprattutto l'apporto del nutrito contingente di italiani, da capitan Melli al 'grande vecchio' (nel senso buono) Datome, da Tonut a Ricci, da Biligha a Baldasso. Milano è rimasta unita anche dopo una campagna in Eurolega al di sotto delle aspettative (dodicesimo posto in stagione regolare con 15 vittorie e 19 sconfitte) e dopo i mancati successi in Supercoppa e Coppa Italia. E ha centrato uno scudetto entusiasmante, accendendo nelle sfide decisive la passione dei tifosi biancorossi, presenti in massa al palazzetto.
Se l'EA7 Emporio Armani Milano ha dovuto soffrire fino all'ultimo prima di poter dare inizio alle feste, il merito è soprattutto della Virtus di Sergio Scariolo, che anzi può legittimamente recriminare per aver mancato delle buone occasioni per far pendere la bilancia dalla propria parte. Oltre che il primo posto in stagione regolare sfuggito per un soffio, la differenza in negativo l'hanno fatta i crolli nella seconda parte di gara-1 e gara-2, dove Bologna era partita benissimo. E, nei momenti chiave, gli uomini più attesi della Virtus, da Teodosic a Belinelli, hanno forse reso meno di quanto fosse lecito attendersi.
La stagione 2022/23 delle Vu Nere si chiude dunque con un solo titolo, quello incamerato lo scorso settembre: il successo nella Supercoppa italiana. Una stagione che Bologna ha vissuto giocando la sospirata Eurolega (quattordicesimo posto con 14 successi e 20 sconfitte) e dove ha visto sfuggire alla partita decisiva lo scudetto (contro Milano) e la Coppa Italia (contro Brescia).
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