Un'impresa dopo l'altra per i nerazzurri di Inzaghi, capaci di tornare in finale a tredici anni di distanza dal Triplete.
Evento: | Manchester City-Inter |
Luogo: | Atatürk Olympic Stadium, Istanbul |
Quando: | 21:00, 10 Giugno |
Dove vederla: | Canale 5, Sky, Infinity, Now |
Chi l'avrebbe mai detto? Forse solo Romelu Lukaku, che a inizio stagione profetizzò al presidente Steven Zhang, senza che nessuno o quasi lo prendesse sul serio, che l'Inter quest'anno sarebbe arrivata in finale di Champions. Ha avuto ragione lui, 'Big Rom'. Ma ha avuto ragione soprattutto la caparbietà con cui la squadra nerazzurra ha ottenuto questo risultato. Un'Inter bella, anzi bellissima, in coppa, che ha già portato a casa Supercoppa, Coppa Italia e ora va a caccia del bersaglio più importante, prestigioso e ambito.
E dire che in estate molti tifosi nerazzurri avevano storto il naso per la campagna acquisti priva di grossi sussulti. Ci si aspettava l'arrivo di Dybala e Bremer, il grande colpo è stato invece il ritorno di Lukaku, in prestito dal Chelsea, insieme all'avvento di Onana in porta, di Mkhitaryan a centrocampo e di Acerbi in difesa. Altri movimenti minori, gli arrivi di Asllani e Bellanova. Via, invece, i cileni Vidal, Sanchez e soprattutto il croato Perisic, approdato a parametro zero al Tottenham di Conte.
Costretta ben presto a inseguire in campionato, l'Inter ha invece tenuto la barra dritta in Champions. Il cammino, per la verità, è iniziato con una sconfitta casalinga netta nel punteggio, un po' meno nella prestazione: 0-2 contro il Bayern, a segno con Sané e con una sfortunata autorete di D'Ambrosio. Il riscatto nel turno successivo: 2-0 in casa del Viktoria Plzen, con reti firmate da Dzeko nel primo tempo e da Dumfries nella ripresa. Decisiva, a questo punto, la doppia sfida col Barcellona. Missione compiuta a San Siro, con la battaglia coi catalani vinta di stretta misura: 1-0, grazie a un siluro di Calhanoglu.
Da batticuore il ritorno al Camp Nou, chiuso sul 3-3 dopo un'alternanza di emozioni infinite. Vantaggio blaugrana con Dembelé, pari di Barella nella ripresa, poi gol di Lautaro, pareggio di Lewandowski, nuovo vantaggio nerazzurro con Gosens e nuova risposta del polacco nel recupero. Dulcis in fundo, un'occasione enorme sprecata da Asllani a porta spalancata. Qualificazione soltanto rimandata alla giornata successiva: 4-0 al Plzen, con Mkhitaryan, Dzeko (doppietta) e Lukaku a dare il via alla festa. Ininfluente il successivo ko (2-0) sul campo del Bayern.
Aiutata da un sorteggio abbordabile (il Porto era tra le meno temute tra le prime classificate dei vari gironi) la squadra di Inzaghi ha centrato tra mille sofferenze la qualificazione ai quarti. All'andata a San Siro ci ha pensato Lukaku a beffare i portoghesi a 4' dal termine, al ritorno invece è stata decisiva la Linea Maginot eretta da Inzaghi a protezione della porta di Onana.
Altra portoghese eliminata ai quarti, il Benfica. Ottima la prestazione dei nerazzurri all'andata al Da Luz, con Barella e Lukaku a firmare una delle più belle imprese europee della storia dell'Inter. Gestita senza eccessivi patemi al ritorno, pareggiato 3-3 con Barella, Lautaro e Correa nell'elenco dei marcatori.
In semifinale, poi, la grande rivincita sul Milan a distanza di vent'anni dalla dolorosa eliminazione del 2003. Doppio derby tinto di nerazzurro, stavolta, e pass per la finalissima conquistato addirittura in scioltezza. Tutto merito della partenza sprint nella sfida d'andata, giocata in realtà sul campo del Milan: 2-0 in appena 11', per effetto delle reti in rapida successione messe a segno da Dzeko e Mkhitaryan. Al ritorno, nonostante il rammarico per le tante occasioni fallite per incrementare ulteriormente il bottino, altro successo: 1-0, stavolta firmato da un gol nel finale di Lautaro. Inter avanti con pieno merito, Milan eliminato.
Sette vittorie, tre pareggi e due sconfitte: questo lo score dell'Inter nelle dodici partite stagionali giocate in coppa. Le due sconfitte sono tutte risalenti alla fase a gironi, entrambe contro il Bayern, la seconda peraltro ininfluente perché rimediata a qualificazione ottenuta e a primo posto ormai sfumato. In totale la formazione allenata da Inzaghi ha messo a segno 19 reti, subendone 10.
Nelle sei gare a eliminazione diretta, però, l'Inter ha mantenuto la propria porta inviolata in ben cinque circostanze, subendo tre gol dal Benfica quando il biglietto per le semifinali era virtualmente già in tasca. Inter che si riaffaccia nella finale di Champions League a tredici anni di distanza dall'ultima volta. Era il 2010, l'anno del Triplete con Mourinho in panchina e Milito a colorare di nerazzurro il Bernabeu.
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