La squadra di Guardiola non ha mai perso in tutto il torneo: sette vittorie, cinque pareggi, 31 gol fatti e 5 subiti.
Evento: | Manchester City-Inter |
Luogo: | Atatürk Olympic Stadium, Istanbul |
Quando: | 21:00, 10 Giugno |
Dove vederla: | Canale 5, Sky, Infinity, Now |
Sette vittorie, cinque pareggi e nessuna sconfitta. Trentuno gol fatti in dodici partite, appena cinque subiti. Sono i numeri, davvero impressionanti, del Manchester City in questa edizione della Champions League. Un ruolino di marcia da rullo compressore, in linea con le aspettative – ma forse sarebbe meglio dire: i sogni – di inizio stagione. Già, perché anche in altre stagioni Guardiola ha potuto contare su una rosa zeppa di campioni e su un'organizzazione di gioco senza eguali: quest'anno però, tutto sembra stia davvero funzionando alla perfezione.
Una macchina perfetta, il City, dominatore in patria e in Europa. A un impianto già collaudato, la scorsa estate la dirigenza dei Citizens ha aggiunto un certo Haaland, un centrocampista del calibro di Phillips, un difensore duttile e affidabile come Akanji. E i risultati si sono visti. Nonostante qualche battuta d'arresto fisiologica nella prima parte di stagione, soprattutto in Premier, a cui è stato posto rimedio con una seconda parte di annata vissuta a ritmi altissimi, la squadra guidata da Guardiola ha sempre viaggiato con piglio sicuro, imponendo sempre il suo gioco e controllando con costante autorevolezza ogni tipo di partita. Un Guardiola forse più maturo del solito, meno votato all'estetica e più alla concretezza. Il Manchester City, più che al tiki-taka, quest'anno ha badato al sodo: soprattutto in Champions.
Tutto è cominciato a inizio settembre con lo scoppiettante 4-0 inflitto al Siviglia al Sanchez Pizjuan: di Haaland (doppietta), Foden e Dias le reti della prima goleada europea. Poi il cammino nel girone è proseguito col 2-1 in rimonta al Borussia Dortmund, firmato da Stones e dal grande ex Haaland. Altra scorpacciata di gol, sempre in casa, contro il Copenaghen: 5-0 con Haaland (doppietta), Mahrez, Alvarez e un'autorete di Khocholava a sigillare il punteggio. Quindi due 0-0 di fila, proprio in casa dei danesi e al Signal Iduna Park contro il Borussia, e infine il 3-1 dell'ultimo turno sul Siviglia (a segno Lewis, Alvarez e Mahrez) a primato in classifica già in cassaforte.
Quindi la fase a eliminazione diretta, quella più importante, quella in cui davvero si misura la consistenza delle grandi squadre. E anche quella in cui troppo spesso il Manchester City è venuto meno nel recente passato. Non questa volta. Agli ottavi un pizzico di sofferenza contro il Lipsia, ma solo all'andata in Germania: 1-1, con Gvardiol a replicare nella ripresa al gol iniziale di Mahrez e con gli inglesi un po' in sofferenza nel finale. Tutta un'altra musica al ritorno: 7-0 il risultato, con spettacolare cinquina di Haaland (record) e con Gündogan e De Bruyne a iscriversi al party.
Altra tedesca, altra goleada nei quarti di finale. Stavolta l'andata si gioca all'Etihad Stadium, ma è sempre il Manchester City a dettar legge. A farne le spese il malcapitato Bayern, appena passato da Nagelsmann a Tuchel. Prima rete di Rodri nel primo tempo, poi nella ripresa le gemme di Bernardo Silva e del solito Haaland a firmare il 3-0, quasi una sentenza in vista del ritorno. All'Allianz Arena, nonostante un rigore sbagliato dal norvegese, finisce 1-1: Haaland (e chi se no) e Kimmich i due marcatori, City in semifinale.
In semifinale, poi, l'attesa rivincita sul Real Madrid, che l'anno prima aveva negato al Manchester City la finale con la clamorosa rimonta del Bernabeu (3-1, dopo il 4-3 inglese all'andata). Questa volta la temuta scampagnata nella capitale spagnola non ha procurato danni, con De Bruyne a rispondere a Vinicius e a firmare l'1-1 che ha spostato tutto, di fatto, al match di ritorno all'Etihad. Dove non c'è stata storia. Quattro reti a zero per lo squadrone di Guardiola, per effetto della doppietta di Bernardo Silva nel primo tempo e delle reti di Akanji e Alvarez nella ripresa.
Prima ancora della finale, Erling Haaland ha già prenotato il titolo di capocannoniere della Champions League, visti i dodici gol messi a segno nel corso del torneo. Un ruolino di marcia impressionante, tanto più se si pensa che il giovane bomber norvegese ha saltato pure due partite. La sua media gol nelle partite di coppa è impressionante: 1,2 a incontro. A conti fatti, con lui in campo la squadra guidata da Guardiola parte sempre con un gol di vantaggio.
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