Dalle prodezze di Onana ai gol di Lautaro, dal moto perpetuo di Dimarco alla grinta di Barella: i punti di forza dei nerazzurri.
Evento: | Manchester City-Inter |
Luogo: | Atatürk Olympic Stadium, Istanbul |
Quando: | 21:00, 10 Giugno 2023 |
Dove vederla: | Canale 5, Sky, Infinity, Now |
Quali sono i punti di forza dell'Inter in vista della finale di Champions League contro il Manchester City? Gli uomini chiave, i trascinatori, quelli a cui non rinunceresti mai nelle occasioni realmente importanti. Le stelle a cui Simone Inzaghi può aggrapparsi per tentare l'impresa di fermare il lanciatissimo squadrone di Guardiola. Ne abbiamo scelto uno per reparto, dalla porta all'attacco.
Se l'Inter ha trovato una sua quadratura difensiva ottimale nella fase a eliminazione diretta di Champions League il merito è anche e soprattutto del suo portiere. Onana ha dato sicurezze al reparto sia in uscita che tra i pali. L'estremo difensore del Camerun è uno che la Champions la conosce bene, ha giocato a lungo nell'Ajax disimpegnandosi al meglio anche col pallone tra i piedi.
Inzaghi non gli ha chiesto di far partire l'azione, a lui basta che Onana pari. E il portiere, già sul taccuino di diverse formazioni di Premier, ha parato eccome. Provvidenziali i suoi interventi soprattutto nel concitato finale del match di Oporto, forse l'unico momento della seconda parte di Champions in cui l'Inter ha realmente temuto il peggio.
Altro calciatore essenziale della rosa nerazzurra è Federico Dimarco. Cuore interista doc, da bambino andava in curva a tifare per i propri beniamini: adesso, con caparbietà, è diventato lui l'idolo di molti tifosi. Non sarà un fuoriclasse, ma garantisce equilibrio e duttilità a una squadra che sa trasformarsi: offensiva quando bisogna cercare a tutti i costi la rete, in grado di difendersi anche in massa se la priorità è costituita dalla protezione del vantaggio.
Dimarco in questa stagione ha messo a segno sei reti, ma soprattutto si è dimostrato in grado – una volta di più – di giocare in più ruoli. Esterno a tutta fascia sulla sinistra, centrale di difesa all'occorrenza, in qualche circostanza persino mezzala. Insomma, uno stakanovista che per l'Inter darebbe tutto.
E a proposito di stakanovisti, un giocatore a cui nessun tecnico potrebbe rinunciare è Nicolò Barella. Premiato come miglior centrocampista della Serie A 2022/23, l'ex mediano del Cagliari si è confermato top player di spessore internazionale. Nella zona nevralgica del campo è in grado di fare praticamente tutto. Recuperare palloni, ad esempio. Ma anche giocarli con qualità. Inserirsi in zona gol. Tirare in porta da qualsiasi posizione, spesso trovando gol fantastici.
Un centrocampista completo, un giocatore che farebbe le fortune di tutte le squadre. Lo sa bene Inzaghi e lo sa bene Mancini, che proprio attorno a Barella due anni fa ha costruito la grande impresa della nazionale italiana agli Europei. Ma non solo. La capacità di Barella di correre per tre e di giocare sempre in modo lucido e con qualità rappresenta una fortuna anche per i suoi compagni di reparto. Con uno come Barella al suo fianco anche Brozovic o Calhanoglu riescono a dare il meglio, protetti e supportati da un giocatore di tale consistenza.
Nel calcio, oltre che evitare di subire reti, conta soprattutto chi la butti dentro e per questo problema l'uomo più adatto si chiama Lautaro Martinez. È lui l'uomo gol dell'Inter, il Toro che sta vivendo una stagione magica. A dicembre si è laureato campione del mondo con l'Argentina trasformando il rigore decisivo nel quarto di finale contro l'Olanda, quindi ha conquistato la Supercoppa italiana contro il Milan e la Coppa Italia contro la Fiorentina.
Pochi giorni prima della finale di Istanbul è convolato a nozze con Agustina Gandolfo, altro passo importante. Adesso gli manca solo la Champions per consacrarsi a livello europeo. In questa stagione è stato il calciatore più utilizzato dall'allenatore nerazzurro. Inzaghi lo ha impiegato in 56 occasioni, di cui 44 da titolare. In un attacco che comprende pure Lukaku, Dzeko e Correa l'unico punto fermo è stato lui.
Ventotto le occasioni in cui ha gonfiato la rete: solo Osimhen ha fatto meglio di lui in campionato, mentre in Champions League ha realizzato gol pesanti come quello al Camp Nou di Barcellona in un cruciale confronto della fase a gironi, o come quello che ha messo definitivamente il sigillo al passaggio del turno in semifinale contro i cugini del Milan. Lautaro al top della condizione psicofisica, dunque, e stimolato dal confronto a distanza con Haaland: e se fosse il Toro il calciatore capace di decidere i destini della finale?
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