Lo spagnolo, che battaglia con Sinner e Djokovic per la prima posizione nel ranking, è ormai pronto a raccogliere l'eredità del connazionale Nadal. Il 21enne sogna il secondo successo a Wimbledon.
Ventuno anni compiuti a maggio 2024 e un futuro radioso davanti a sé. Semplicemente, Carlos Alcaraz. L'erede designato di Rafael Nadal, numero 3 del ranking mondiale ma già abituato a occupare la prima posizione, vuole continuare a stupire il mondo intero. Per lui parlano i tanti (precoci) successi: uno su tutti, quello di un anno fa al Torneo di Wimbledon, al cospetto del solito Djokovic. Un trionfo, questo, a cui vanno aggiunte le imprese in altri due Slam, nello specifico l'US Open del 2022 (contro Casper Ruud, di certo non l'ultimo arrivato) e il French Open che a inizio giugno 2024 lo ha visto trionfare contro il tedesco Alexander Zverev.
Dopo il trionfo in terra parigina, Alcaraz vuole confermarsi campione a Wimbledon. L'obiettivo è riconquistare la posizione numero 1 del ranking, occupata adesso dal nostro Jannik Sinner. Niente, allora, è lasciato al caso: dopo il successo di Parigi, il murciano ha ricaricato le batterie con una vacanza veloce ad Ibiza e affronta l'edizione 2024 del mitico torneo di Wimbledon con la consapevolezza di chi ormai (rispetto agli inizi di carriera) sa come giocare sull'erba. In più, c'è una notizia che galvanizza il giovane talento spagnolo: alle prossime Olimpiadi giocherà in doppio proprio con l'idolo Rafa Nadal. Per la serie: un sogno che si realizza.
Il nuovo che avanza, insieme a Sinner il futuro del tennis internazionale. Ma ormai non c’è più da stupirsi: parliamo, oltretutto, di un ragazzo capace di conquistare 14 titoli in pochi anni di carriera, imponendosi già in cinque Masters 1000. Una macchina perfetta che vive per la vittoria: tutto ha inizio nel luglio 2021, quando trionfa nel torneo di Umago e conquista così il suo primo titolo ATP superando in finale Richard Gasquet. Per il francese è una resa incondizionata (6-2, 6-2) e la netta impressione è che sia nata una stella. E così è, in effetti, visti i risultati degli ultimi anni.
Il tutto, è bene specificarlo, al netto di un record che Alcaraz non riuscirà mai a battere: sembra incredibile, ma il fuoriclasse iberico non è il tennista più giovane a imporsi in una competizione ATP, con il giapponese Kei Nishikori decisamente più “precoce” di lui (nel 2008 vinse a Delray Beach a 18 anni e un mese). Nello stesso 2021 Alcaraz è protagonista di un incredibile successo contro l'allora numero 3 del ranking Stefanos Tsitsipas, nell’ambito proprio degli US Open (è il più giovane ad avere raggiunto i quarti di finale e avrebbe potuto puntare a qualcosa di più se non fosse stato costretto al ritiro durante il match con Auger-Aliassime).
Un anno d’oro, il 2021, ma quello successivo sa di vero e proprio capolavoro, con tanto di vetta della classifica ATP raggiunta al termine di una cavalcata memorabile, fatta di giocate sopraffine e successi entusiasmanti. L'annata inizia con il successo ai Miami Open: si tratta della sua prima affermazione in un Masters 1000, dove supera ancora una volta Tsitsipas e si impone in finale contro Casper Ruud.
Trova gloria pure in patria, con il Masters 1000 di Madrid, che lo vede superare per la prima volta il maestro Nadal (che precedentemente lo aveva sempre battuto), con tanto di trionfi in semifinale e finale contro gente del calibro di Djokovic e Zverev. Da quel momento non si può più parlare di talento in erba o di potenziale campione: siamo al cospetto di un predestinato che può raccogliere il testimone dei tre fuoriclasse (Federer e gli stessi Djokovic e Nadal) che hanno marchiato a fuoco il tennis dell'ultimo ventennio.
Non sorprende, così, che Alcaraz conquisti il primo posto del ranking mondiale dopo l'affermazione agli US Open, diventando il più giovane tennista della storia a riuscirci (all'età di 19 anni e 4 mesi, il precedente record era di Lleyton Hewitt che nel 2001 aveva 20 anni e 8 mesi). Conserva la posizione anche alla fine del 2022, e questo nonostante la flessione evidente tra Astana, Basilea e Parigi e qualche problemino fisico.
Il resto è storia recente. Alcaraz prima perde la vetta della classifica, complice anche l'assenza agli Australian Open dove curiosamente il suo miglior risultato rimane il terzo turno raggiunto nel 2022, ma è poi protagonista di una rincorsa entusiasmante segnata dal successo a Buenos Aires contro Norrie, dalla sconfitta nella finale di Rio de Janeiro (proprio il britannico si prende la rivincita) e dall'altro trionfo a Indian Wells (in semifinale supera Sinner, nell'ultimo atto strapazza Medvedev concedendogli solo cinque giochi).
Vince anche a Barcellona, dove addirittura non perde nemmeno un set, e fa il bis a Madrid: nelle finali ha la meglio su Tsitsipas e sulla sorpresa Struff. Con questi risultati riprende la vetta della classifica ATP, poi cede a Djokovic in una leggendaria semifinale del French Open e deve abdicare. Si riscatta con gli interessi al Queen's e soprattutto a Wimbledon, battendo al quinto set il serbo per raccogliere (definitivamente?) lo scettro dal grande maestro Rafa Nadal e confermare che la scuola spagnola non scherza. Per niente.
Anche in questa prima metà del 2024, Alcaraz si conferma tennista decisamente costante. Dopo un inizio incerto (non va oltre i quarti di finale all'Australian Open e a Rio de Janeiro è costretto al ritiro), si conferma campione all'Indian Wells e conquista così il quinto Masters 1000 in carriera. A Miami e Madrid non riesce a ripetersi, mentre deve saltare i tornei di Montecarlo e Barcellona e gli Internazionali d'Italia per un problema al braccio destro. Il ritorno però è da fenomeno vero: si impone infatti al French Open 2024 superando in semifinale il nuovo numero 1 Jannik Sinner e in finalissima il tedesco Zverev. Ora l'obiettivo è confermarsi campione a Wimbledon: niente di impossibile per l'erede del mitico Rafa Nadal.
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