Scopri i segreti del Brest secondo in classifica in Francia dietro al PSG.
Il Brest è una squadra storica per la Ligue 1 ma in oltre 100 anni di storia non era mai riuscita ad andare oltre l’ottavo posto. Risultato che risale addirittura alla stagione 1986/87.
I pirati si sono sempre barcamenati tra una faticosa lotta per la permanenza in Ligue 1 e delle buone stagioni in Ligue 2 senza mai alzare troppo l’asticella.
Tutto è cambiato quando il DS della squadra Lorenzi ha deciso di affidare la panchina a Enzo Roy. Una scelta che ha fatto molto discutere. Infatti il tecnico prima di accettare l’incarico del Brest nel gennaio del 2023 non si sedeva in panchina dal lontano 2011.
Roy infatti dopo essere stato sollevato dall’incarico a Nizza (ultima esperienza da allenatore) si era dedicato a ruoli dirigenziali. Il francese aveva ottenuto buoni risultati sia a Lens che con il Watford in Inghilterra. Il suo modus operandi è basato sul contatto diretto con i calciatori e la sua figura è sempre stata utilizzata quasi più come un mediatore tra i vertici delle società e i calciatori stessi. Le sue capacità umane di instaurare rapporti genuini hanno colpito Lorenzi e lo hanno portato sulla panchina del Brest.
Da quando Roy è diventato allenatore del Brest è evidente che il cambiamento più importante verificatosi in Bretagna.
è quello legato alla compattezza del gruppo. La squadra gioca in maniera coordinata e c’è un forte senso di unione tra i compagni. Nonostante i grandi risultati della rosa siano dovuti a una grande sinergia corale il segreto di Roy risiede nei colloqui individuali.
Infatti, uno dei più grandi meriti del tecnico francese è quello di far sentire importante ogni giocatore dell’organico. Tutti nel Brest si impegnano al 100% e combattono per lo stesso obiettivo perché si sentono apprezzati in maniera individuale sia personalmente che professionalmente. Roy utilizza un approccio quasi paterno con i propri calciatori e cerca di gestirl in maniera differente in base al carattere, le qualità tecniche e soprattutto quelle umane.
Il principale punto di forza dei pirati è la difesa. Infatti la proposta in fase di non possesso di Roy è un’innovazione tattica molto interessante per il calcio francese. In Francia le squadre chiamate a difendersi di solito utilizzano un blocco basso in attesa degli attacchi avversari mente il Brest decide di attaccare l’avversario nella metà campo rivale. Si posiziona con un 4-3-3 dove la punta si insidia in mezzo ai centrali di difesa per impedire una costruzione pulita, le ali invece attaccano i terzini avversari. Il centrocampo marca quasi uomo e il baricentro della difesa è molto alto e i centrali sono chiamati ad accorciare a turno sugli attaccanti avversari nel caso in cui volessero giocare tra le linee. Questo atteggiamento così aggressivo e inusuale per il campionato francese non permette alle squadre di sviluppare il gioco passando per i giocatori più tecnici della squadra.
La fase offensiva del Brest è molto diretta e il focus è sulle corsie laterali. Spesso la sovrapposizione tra ala e terzino con il coinvolgimento della mezzala è la soluzione preferita dagli uomini di Roy. La squadra non disdegna il lancio lungo sulla punta centrale che spesso riesce a spizzare per i compagni e poi sviluppare rapidamente l’azione offensiva. Sia Satriano (in prestito dall’Inter) che Mouniè, i due centravanti della squadra, sono molto abili nella gestione dei duelli aerei. Ma la principale fonte di creatività arriva da Romain Del Castillo. Il numero 10 in questa Ligue 1 ha messo a segno 6 reti ma le sue capacità balistiche e il suo piede educato gli permettono di cucire il gioco e cercare i compagni con facilità e i 6 assist serviti finora ne sono la dimostrazione.
Difficile pronosticare il futuro dei pirati ma nel caso in cui si dovessero raggiungere la qualificazione in Champions League dovrebbe partire una vera e propria rivoluzione all’interno del club. A partire dalle infrastrutture. Infatti lo stadio non rispetta molti criteri UEFA e in caso di qualificazione non potrebbero giocare al Francis Le Blé le loro partite casalinghe.
Risulta complicato dire se siamo all’inizio di un sogno o alla fine. Questo sarà il tempo a stabilirlo. Nel frattempo, quel che è certo, è che i tifosi del Brest non hanno alcun’intenzione di svegliarsi.
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