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Australian Open: inarrestabile Djokovic, in Australia fa percorso netto

Il campione serbo si prende il primo Slam della stagione, il primato nel ranking e inanella record su record.

La rassegna oceanica ci lascia una sentenza quasi incontrovertibile a breve termine. Cosa ci è rimasto a ventiquattro ore di distanza dalla conclusione degli Australian Open? Intanto che Novak Djokovic c’è ancora. Ma della sua presenza ce ne eravamo già accorti in quel di Adelaide, dove era riuscito a conquistare il titolo battendo in finale in tre set Sebastian Korda. Gli stessi che gli sono serviti per regolare nel campo di cemento della Rod Laver Arena al Melbourne Park un comunque ottimo Stefanos Tsitsipas. 

Il gigante serbo ha così dato il via al suo 2023 come meglio non poteva. Non che sia una novità, per lui, brillare in terra australiana. Con quest’ultimo trofeo, già sistemato in bacheca, diventano infatti dieci le affermazioni nel torneo mentre salgono a ventidue gli slam complessivamente conquistati. Numeri impressionanti che gli permettono di agganciare Rafa Nadal in questa ambita graduatoria. E numeri che gli consentono ora pure di prendersi il vertice della classifica ATP togliendo lo scettro dalle mani di Carlos Alcaraz, venti anni appena fermato da qualche infortunio di troppo ma che avrà da qui in avanti il tempo di rifarsi. 

Chi non ha finito gli obiettivi è l’affamato Djokovic, intenzionato a prolungare i fasti di una carriera che già oggi è nella storia. Tra i record ottenuti c’è pure quello di tennista con più settimane trascorse da numero uno del ranking con 374 giorni. 

Il grande sconfitto Tsitsipas e una missione che continua

Il successo di Novak Djokovic ha inevitabilmente oscurato il rendimento del grande sconfitto degli Open d’Australia. Parliamo ovviamente di Stefanos Tsitsipas che ha sperato, con legittime ambizioni, di poter realizzare il suo sogno fin da bambino: quello di diventare il tennista numero uno al mondo. Non ce l’ha fatta, si è fermato proprio sul più bello anche se ha l’alibi di ferro di aver affrontato l’avversario più forte che ci sia. Che pure perfetto non è stato in finale, anzi. Qualche chance al greco di rientrare in corsa gliel’ha anche concessa ma Tsitsipas l’ha fallita commettendo qualche ingenuità di troppo che ha chiaramente pagato a caro prezzo. 

Che il greco sia bravo non è in discussione: lo dicono i nove titoli vinti, lo dice anche il percorso netto realizzato fino all’atto conclusivo al Melbourne Park. Non finisce qua la sua avventura né si azzerano le possibilità di ottenere l’ambito riconoscimento più avanti. A ventiquattro anni l’ateniese è già un’istituzione in patria con traguardi mai raggiunti da alcun connazionale nella storia del tennis. Che gli Australian Open siano per lui un punto di partenza in vista degli obiettivi futuri. “Un avversario come Nole è una fortuna, mi aiuta a migliorare” ha dichiarato nel post gara mostrando un atteggiamento che gli tornerà certamente utile.

E ora chi lo ferma? Si cerca l’anti-Djoker

Conoscere il passato ci può dare degli elementi per provare ad anticipare un po’ il futuro. La storia ci aveva già detto che una volta arrivato in semifinale, ad esempio, non sarebbe più stato possibile fermare Novak Djokovic. D’ora in avanti dovranno provarci tutti ad arginare la supremazia del serbo, ammirata fino a queste prime battute del 2023. Agli Australian Open il Djoker ha lasciato agli avversari soltanto un set, vincendo poi tutti gli altri. L’unico che l’ha messo, seppur momentaneamente, all’angolo è stato il francese Enzo Couacaud approfittando anche di un mezzo infortunio alla coscia sinistra del serbo che poi si è ripreso e ha messo le cose a posto. 

A voler essere pignoli si può far leva sull’assenza, tra i candidati rivali, di quelli più esperti e vincenti sul cemento. Tra questi Daniil Medvedev o Alexander Zverev che però in realtà storicamente non gli hanno dato particolare filo da torcere. Anche Carlos Alcaraz, il nuovo che avanza, avrebbe potuto creare qualche grattacapo maggiore al trentacinquenne di Belgrado. Lecito attendersi un salto di qualità, poi, anche dagli italiani: su tutti Jannik Sinner che è stato quello che tra gli azzurri ha fatto più strada seppur comunque poca. C’è poi sempre, Rafa Nadal, un po’ oscurato in terra australiana. 

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