La battaglia entra nelle fasi finali: lo statunitense Tommy Paul sul tragitto di Novak Djokovic verso un altro passo nella storia. Sull’altro campo Khachanov e Tsitsipas si giocano l’ultimo posto.
Come da tradizione, l’Australian Open è il primo dei quattro tornei annuali del Grande Slam. Iniziare bene la stagione affinché possa mettersi in discesa è l’obiettivo di qualsiasi sportivo. E nel torneo, cominciato con le qualificazioni lo scorso 9 gennaio, sono rimasti ormai soltanto in quattro. Dopo una piccola pausa, prevista per la giornata di giovedì, i duelli ripartiranno il venerdì per le ultime battute di una competizione avvincente che non ha mancato di regalarci gustose soprese.
Non c’è, tra i papabili vincitori, il campione della passata edizione: Rafael Nadal. Lo spagnolo ha infatti toppato in quella che potrebbe essere stata, a 36 anni, la sua ultima volta a Melbourne. Chi resiste, invece, è il rivale di sempre Novak Djokovic che ha cominciato come meglio non poteva il suo 2023 vincendo ad Adelaide e arrivando più o meno sul velluto alle semifinali qui agli Open. A sfidarlo ora sarà lo statunitense Tommy Paul che avrà un compito quanto mai arduo. All’insegna dell’equilibrio l’altro match, tra il russo Karen Khachanov e il greco Stefanos Tsitsipas.
Avanti il prossimo. Novak Djokovic, dopo aver vinto ad Adelaide, ha raggirato una per una tutte le possibili mine sparse sul suo sentiero verso la finalissima del primo Slam stagionale. Gliene manca ora soltanto una che risponde al nome di Tommy Paul. Il venticinquenne del New Jersey ha avuto il suo bel da fare nella competizione, mettendosi in luce e dando lustro a tutto il movimento a stelle e strisce che può godersi il momento. Dalla prossima settimana saranno infatti ben otto i tennisti born in USA tra i primi cinquanta della classifica ATP.
Fino a questo punto Paul ha già stupito tutti, andando oltre le più rosee aspettative e battendo nel derby il rivale Ben Shelton. Va precisato che lo statunitense non è proprio un mister nessuno, ha anzi vinto già un titolo ATP fino a raggiungere il ventinovesimo posto nel ranking. Non un biglietto da visita sufficiente per arginare lo strapotere di sua maestà Nole ma tutto può accadere.
Chi cerca gloria nel torneo è anche Stefanos Tsitsipas, ventiquattro anni e tanta voglia di spaccare il mondo. Attenzione al greco perché, come per Djokovic, qualora dovesse trionfare agli Australian Open scalzerebbe Carlos Alcaraz dal vertice della graduatoria. Un motivo in più per provare a battere il suo avversario, il russo Karen Khachanov. Quest’ultimo si è trovato qui anche per un colpo di fortuna, dettato dal ritiro di Korda che avrebbe dovuto sfidarlo ai quarti. Adesso proverà attraverso il campo a fare l’ulteriore passo in più.
Erano complessivamente in dodici gli italiani presenti qui a Melbourne nel tentativo di portare avanti il più possibile la bandiera tricolore. Se ci soffermiamo sugli uomini chi ha fatto più strada è anche l’uomo più atteso: Jannik Sinner. Il cammino dell’altoatesino si è fermato al quarto turno contro uno Stefanos Tsitsipas che ha messo in campo tutte le sue armi migliori per prevalere nel duello. Rispetto al passato il confronto è stato più equilibrato, deciso in cinque set che hanno comunque dato giustizia agli sforzi del ventunenne azzurro contro un avversario oggi ancora superiore.
Chi ha deluso è stato invece Berrettini, estromesso già al primo turno seppur contro un gigante come Murray. Male anche Musetti, battuto in cinque set dal non irresistibile Lloyd Harris. Ha fatto solo un passo in più rispetto agli ultimi due citati, infine, Sonego, regolato in cinque set dal polacco Hurkacz.
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