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ATP Rotterdam: vince Medvedev. Buenos Aires incorona Alcaraz

Sinner sperava nella doppietta dopo Montpellier ma il russo resta un vero e proprio tabù. Lo spagnolo torna dopo una lunga assenza e festeggia al primo tentativo. 

Quella appena trascorsa è stata una gran bella settimana di tennis, suddivisa tra Olanda e Argentina. A Rotterdam è stato protagonista Jannik Sinner che fino all’ultimo ha sognato e sperato nella doppietta, dopo aver portato già un titolo a casa in questo primo scorcio di 2023 a Montpellier. Il suo percorso si è però fermato in finale. A spuntarla è stato infatti Daniil Medvedev che si è così aggiudicato il suo sedicesimo titolo in carriera salendo all’ottavo posto della classifica mondiale. 

Al netto dell’amarezza per l’obiettivo sfumato, ci sono buone notizie per Sinner e sono relative al ranking che lo ha visto salire in dodicesima posizione. Questa è stata la sua seconda finale persa dopo quella del Miami Open 2021. Merita comunque complimenti l’altoatesino anche se il russo per lui si è confermato un vero e proprio tabù: questo è stato il loro quinto confronto diretto e tutti sono andati a favore del gigante moscovita. 

E dire che il match nella terra dei tulipani era pure partito in discesa per l’azzurro, capace di aggiudicarsi il primo set. Alla lunga però non ha retto il passo del rivale calando con lo scorrere del cronometro al contrario di Medvedev la cui prestazione è stata invece in crescendo. Arriveranno altre occasioni per Sinner, che ha ancora un gradino da compiere per raggiungere i più grandi ma pure la stoffa per poter compiere questo salto. Il futuro è dalla sua. A partire magari dalla stessa Francia che bene gli aveva portato solo pochi giorni fa: la prossima tappa è Marsiglia. 

Il gigante Medvedev è tornato: sedicesimo titolo in bacheca

“Per battere Medvedev dovrò essere coraggioso”. Queste erano le premesse di Sinner in vista della finale di Rotterdam. In realtà più che l’autostima all’altoatesino ha fatto difetto la continuità all’interno della gara. Dopo l’exploit iniziale ha gradualmente ceduto all’avversario permettendogli la rimonta in un incontro durato complessivamente due ore e mezza. La verità forse è più semplice: Medvedev ad oggi è ancora superiore all’azzurro. 

Il russo aveva vissuto un periodo caratterizzato da diversi passaggi a vuoto ma la sensazione è che stia tornando ai suoi livelli. Nel frattempo sulla scena internazionale sono subentrati nuovi protagonisti mentre i grandi vecchi come Djokovic non sono mai tramontati. Il 2023 di Medvedev era iniziato bene anche in Australia: ad Adelaide si era fermato soltanto contro il serbo numero uno al mondo. Meno virtuoso il percorso agli Open di Melbourne dove invece è andato ko già dal terzo turno divorato dal ciclone Sebastian Korda. 

L’Olanda così è stata l’occasione perfetta per un pronto riscatto e per rinverdire una bacheca che lo aveva visto conquistare l’ultimo titolo lo scorso ottobre a Vienna quando in finale superò il canadese Shapovalov. Di strada da fare però ne avrà ancora molta il tennista russo per riprendersi ciò che un tempo era suo: il primo posto del ranking lo abbandonò a marzo 2022 perdendo nel torneo di Indian Wells contro il francese Monflis. E oggi Djokovic sembra aver preso il volo. 

Riecco Alcaraz, trionfante agli Argentina Open

A proposito di grandi ritorni: ha deciso di ricominciare da Buenos Aires la sua nuova vita dopo l’infortunio, Carlos Alcaraz. Quattro mesi lontano dai campi di gioco che però sono smarriti in un attimo, diciamo un set, quello perso contro il primo avversario Laslo Djere per riprendere confidenza con la racchetta, strumento che nelle sue mani diventa praticamente perfetto. 

Dopo quel piccolo passo falso, poi, Alcaraz non ha più sbagliato un colpo nella rassegna albiceleste portandosi il titolo a casa battendo in finale il britannico Cameron Norrie e mettendo le mani sul settimo successo della sua giovanissima carriera. Di fatto è la sua seconda corona sudamericana, dopo quella dello scorso anno in Brasile nel ‘500 di Rio de Janeiro. Djokovic è avvertito, da oggi ci sarà un temibile rivale in più. 

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