Ugo Humbert trionfa a casa sua battendo anche Shevchenko in finale. L’esperienza del 35enne Mannarino è determinante nel confronto in terra bulgara contro il giovane inglese Draper.
Tutti gli occhi sono ormai puntati sulle ATP Finals di Torino, il cui inizio è imminente. Dopo ci sarà la Coppa Davis e poi ancora la Next Gen ATP Finals. Così calerà il sipario sulla stagione 2023/2024 del grande tennis che, diciamolo, è stato largamente all’altezza delle aspettative. L’Italia si è gustata un superlativo Jannik Sinner, capace di salire fino al quarto posto del ranking mondiale inanellando una serie di titoli che gli hanno conferito una dimensione internazionale di ben altra caratura. Novak Djokovic si è ripreso lo scettro dalle mani di Carlos Alcaraz, almeno momentaneamente, in attesa di capire se l’evento torinese possa riscrivere nuovamente le gerarchie e ridefinire lo status quo.
Ma qui, più che parlare di futuro e bilanci, vogliamo fare un brevissimo passo indietro sulla settimana che si sta per concludere. Tra Metz e Sofia non sono arrivate gioie per gli azzurri in gara. Ci ha provato Fabio Fognini con un colpo di coda che lo ha condotto fino alla semifinale, dopo la quale si è però dovuto arrendere, rinunciando così anche a rientrare nei top cento del mondo. Neanche gli altri, da Lorenzo Sonego a Lorenzo Musetti, hanno saputo fare di più. Così la scena se l’è presa la Francia che ha visto premiati due dei suoi rappresentanti. A Metz, Ugo Humbert ha infatti battuto Alexander Shevchenko, mentre a Sofia, Adrian Mannarino ha fatto altrettanto con il brillante britannico Jack Draper. Non partite senza storia, ma con un epilogo chiaro e definito.
Nemo propheta in patria. La locuzione latina non fa parte del vocabolario di Ugo Humbert che nella sua Metz, non solo arriva fino in finale ma la vince pure. Il venticinquenne francese ha così fatto spazio nella sua bacheca per aggiungere il titolo numero quattro della carriera insieme ad altri che però appartengono a circuiti minori. Si tratta della prima gioia del 2023, anche se questa stagione è comunque stata importante per lui perché ha inanellato una serie di risultati positivi che gli ha permesso di fare un balzo nei primi quaranta della graduatoria ATP.
Diciamo quindi che Metz ha rappresentato per Humbert la proverbiale ciliegina sulla torta. Non semplice, peraltro, da piazzare, anche perché di fronte ha trovato un Alexander Shevchenko assai motivato. Il ventiduenne russo d’altra parte avrebbe voluto cancellare quello zero alla voce titoli vinti. Il ragazzo di Rostov sul Don ci ha provato, attraverso un percorso bello e avvincente, passato anche attraverso avversari come Karen Khachanov. Humbert invece ha affrontato nell’ordine Dominic Thiem, Harold Mayot e Fabio Fognini.
il livello di difficoltà in realtà per il francese è stato decrescente perché è con l’austriaco che ha faticato di più. L’italiano invece, a sensazione, aveva già dato tutto nelle precedenti uscite e per tale motivo si è presentato al momento con le energie davvero al minimo. Succede in tornei dalle tempistiche così ristrette e fa parte del gioco. Il calendario è sempre bello intasato, ma tra poco si fermerà per un meritato riposo nel quale ricaricare le batterie e riprogrammare al meglio la prossima stagione.
Jack Draper sognava di mettere le mani sul primo trofeo della sua carriera a ventidue anni da compiere. Ma la differenza l’ha fatta proprio l’esperienza: troppa era quella che poteva mettere in gioco Adrian Mannarino rispetto al giovane rivale. Il francese ha giocato d’astuzia, anche se non è riuscito a non concedere un set all’inglese finendo per chiudere la pratica soltanto al terzo set. Per il trentacinquenne nativo di Soisy-sous-Montmorency si tratta del sesto titolo complessivo e il terzo se prendiamo in considerazione soltanto il 2023. Aveva infatti precedentemente trionfato già a Newport alla Hall of Fame Open e il mese scorso agli Astana Open battendo in tutti e due i casi due statunitensi come Alex Michelsen e Sebastian Korda.
Più che arrendersi al peso degli anni, Mannarino sta dimostrando di vivere una seconda giovinezza nella quale è ancora più performante e incisivo della prima. Non sono arrivate comunque solo notizie negative per Draper, anche se adesso naturalmente il risultato è la cosa che pesa di più. Il britannico ha però centrato un traguardo importante come quello di aver recuperato ben ventuno posizioni nella graduatoria portandosi a ridosso dei primi sessanta. La linea è stata tracciata, se vivrà questa disavventura come un formativo incidente di percorso il futuro potrà essere dalla sua parte.
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