Il 38enne francese batte Zizou Bergs e allo stesso tempo pure Roger Federer. Nessuno aveva mai vinto un titolo ATP a questa età. Inizio di stagione spumeggiante per Gael Monfils.
A 38 anni Gael Monfils diventa il più anziano campione di singolare nella storia dell'ATP Tour. L’esperto parigino ha infatti trionfato ad Auckland piegando in due set Zizou Bergs e sconfiggendo allo stesso tempo anche un gigante come Roger Federer all’interno del libro dei record. Lo svizzero aveva infatti due mesi in meno quando portò a casa gli Swiss Indoor nel 2019.
Non varrà una medaglia in più sul petto ma è senza dubbio un ulteriore motivo di soddisfazione per il francese. Con l’impresa oceanica diventano 13 i titoli conquistati in carriera da Monfils. Altro che appendere la racchetta al chiodo: traguardi del genere spingono un giocatore a provare ad alzare l’asticella sempre di più nella speranza magari di migliorarsi ancora.
L’avventura per il francese è cominciata nel 2005 e dopo venti anni continua ancora, aggiungendo nuovi pezzi di prestigio alla corposa collezione. Ma il peso non è soltanto sulla storia, bensì pure sull’attualità. Perché grazie ad Auckland Monfils sale al quarantunesimo posto della graduatoria scippando così ai rivali ben undici posizioni. Prossimo step: Melbourne, dove chiaramente gli standard richiesti saranno molto più elevati. Ma è un territorio nel quale il parigino ci arriva più leggero e con un profondo sorriso.
Non tutto fila liscio quando ci si approccia ad una competizione del genere. Conta anche il fatto che siamo ad inizio stagione, per cui certi meccanismi vanno ancora oliati alla perfezione. Vero che parliamo di professionisti ben allenati, ma il campo è sempre un’altra cosa. Anche per questo, magari, Gael Monfils ha floppato l’impatto con il torneo con Pedro Martinez perdendo il primo set. Ciò che più conta, però, è che il francese abbia avuto la forza di reagire e portare a termine la rimonta.
Più agevole il prosieguo della manifestazione con le pratiche Jan-Lennard Struff, Facundo Diaz Acosta e Nishesh Basavareddy tutte archiviate nel miglior modo possibile. E così arriviamo alla finale dove il 38enne transalpino si è trovato faccia a faccia con Zizou Bergs. Non c’erano precedenti tra i due tennisti e questo contribuiva ad aumentare la curiosità sull’evento, sebbene i due protagonisti provenissero da storie completamente differenti.
La partita ha raccontato la sua verità e lo ha fatto in modo piuttosto nitido con il francese che ha condotto la gara in lungo e in largo, con pochi momenti di reale fatica. Così è sfumata la possibilità per il belga di arrivare al primo titolo ATP. Può comunque consolarsi con il best ranking avendo ottenuto la sessantesima posizione. Un inizio di stagione promettente per Bergs, in attesa di capire cosa possa accadere da qui in avanti. Come detto, siamo solamente alle prime battute di un’annata che promette di essere bella intensa. E, chissà, magari ci regalerà tanti altri colpi di scena.
Il tennis concede pochissimo tempo per godersi le vittorie. Ma è anche il bello di questo sport. Gael Monfils deve immediatamente rituffarsi sul campo, trasferendosi in Australia per il primo Grande Slam della stagione. Melbourne diventa ora la grande protagonista mondiale, con un torneo che lo scorso anno grazie a Jannik Sinner vide per la prima volta trionfare un italiano.
Intanto per il francese si configura un esordio da derby con Giovanni Mpetshi Perricard. Anche in questo caso zero precedenti tra i due, ma Monfils ci arriva con la convinzione di essere ancora competitivo a dispetto di un’età non proprio verdissima. Il segreto? Il lavoro, confida il diretto interessato che da oggi ha un record importante di cui vantarsi. Tecnicamente ci sarebbe Ken Rosewall che nel 1977 vinse ad Hong Kong ma non eravamo ancora in ambito ATP. Ultima curiosità, che testimonia il feeling dei galletti in epoca recente con Auckland: prima di Monfils qui avevano gioito pure Ugo Humbert nel 2020 e Richard Gasquet nel 2023.
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