Sempre più stelle raggiungono le squadre di Riyad e delle altre città: l'ultima è Neymar, proveniente dal PSG. Tutti i big del campionato e il confronto con Cina e MLS.
Sembra essere diventata la nuova Mecca - che guarda un po', si trova proprio in Arabia Saudita - del calcio mondiale. Sono sempre di più le stelle - l'ultima in ordine di tempo è il brasiliano Neymar - che approdano nella Saudi Pro League, che qualcuno ha già ribattezzato “Premier League del deserto”, campionato che diventa ogni giorno che passa più attraente e competitivo proprio per la presenza di un numero crescente di campioni. Il fenomeno, che questa estate sta assumendo dimensioni dirompenti, ricorda un po' quanto già accaduto negli anni scorsi con il campionato cinese o con la MLS americana. Ma con qualche differenza.
Il primo, vero grandissimo botto di mercato, per la verità, c'è stato qualche mese fa, quando l'Al-Nassr ha ufficializzato l'ingaggio di uno dei migliori calciatori al mondo, quel Cristiano Ronaldo capace di battere record su record e di contendere a Leo Messi il primato attuale in fatto di grandezza. Ma il portoghese, in realtà, ha fatto solo da apripista. In squadra, per la verità, ha trovato una nutrita flotta di campioni, dall'ex portiere del Napoli Ospina al talentuoso brasiliano Talisca, mentre ha annunciato l'addio l'ex Bayern Monaco Luiz Gustavo (già, c'è pure chi se ne va).
Il club di CR7 si è anche rinforzato con Brozovic, reduce dalla finale di Champions con l'Inter, e soprattutto con il campione d'Africa Sadio Mané, reduce da un'annata tutt'altro che indimenticabile con il Bayern Monaco. Tra gli altri volti nuovi, da segnalare anche l'esterno Alex Telles, che viene dal successo in Europa League con il Siviglia, e con lui il mediano Seko Fofana.
Altra squadra copertina della capitale Riyad è l'Al-Hilal, finalista all'ultimo Mondiale per club. In squadra c'erano già Matheus Pereira, Carrillo, Marega, Ighalo e Vietto, adesso si sono aggiunti due big della Premier League, l'ex “comandante” della difesa del Napoli, Koulibaly, e il portoghese Ruben Neves, prelevati rispettivamente da Chelsea e Wolverhampton.
Un altro pezzo pregiato arriva dalla Serie A ed è il centrocampista serbo Sergej Milinkovic-Savic, ingaggiato dalla Lazio. Da segnalare, poi, gli arrivi del portiere marocchino Bono, dell'attaccante Mitrovic e dell'ala destra Malcom (altro investimento monstre per l'ex Barcellona e Zenit). Ma il vero colpo ad effetto la compagine di Riyad l'ha messo a segno a Ferragosto, prelevando il fuoriclasse Neymar dai francesi del Paris Saint-Germain. In panchina siede invece Jorge Jesus, esperto allenatore portoghese con un passato da “mago” al Benfica e allo Sporting.
A dettar legge, in campo e sul mercato, non sono però solo i club della capitale. La squadra da battere, infatti, è l'Al Ittihad di Gedda, campione in carica, che a una rosa di primo livello, già comprendente stelline come Hegazy, Helder Costa, Coronado, determinanti per la conquista dell'ultimo titolo, ha aggiunto veri e propri fuoriclasse di stampo mondiale. Dal Real Madrid è arrivato Karim Benzema, formidabile centravanti. Dal Chelsea Kanté, dominatore del centrocampo, affiancato da un altro giocatore di spessore internazionale come il brasiliano Fabinho (proveniente dal Liverpool). . Dal Celtic invece Jota, ala portoghese dai grandi numeri.
Tutto il campionato, ampliato da 16 a 18 squadre, è zeppo di campioni. L'Al Ahli, neopromosso club di Gedda, sta facendo dannatamente sul serio, come certificano gli arrivi dell'ex milanista Franck Kessie e dell'esterno algerino Mahrez (fresco vincitore della Champions con il Manchester City). Occhio, poi, ad altri giocatori interessanti come il portiere del Chelsea Edouard Mendy, il difensore ex Roma Roger Ibanez, l'altra vecchia conoscenza della Serie A Merih Demiral e soprattutto l'ala sinistra francese Allan Saint-Maximin (proveniente dal Newcastle).
L'Al-Ettifaq, società di Damman, ha ingaggiato per la panchina la leggenda vivente del Liverpool, Gerrard: tra i volti nuovi l'esperto centrocampista Jordan Henderson, il bomber Moussa Dembelé e il difensore scozzese Jack Hendry. Altri nomi di spicco della Saudi Pro League sono quelli di Banega, Krychowiak e Habib Diallo, che militano nell'Al-Shabab, di Oscar Duarte (Al-Wahda), Juanmi (Al-Riyadh), Caicedo (Abha) e Tello (Al-Fateh), mentre nell'Al-Fayha gioca il nord macedone Trajkovski, autore del gol che ha estromesso l'Italia dalla corsa agli ultimi Mondiali in Qatar.
Un afflusso tanto massiccio di campioni e allenatori dai campionati europei ha ricordato a molti qualche tendenza del passato. Alcuni anni fa una simile migrazione ha interessato la Chinese Super League, campionato però che - nonostante gli sforzi - non è mai decollato del tutto e non è riuscito a guadagnare una sua compiuta visibilità a livello internazionale.
Tanti anche i campioni che, nel corso degli anni, hanno raggiunto la MLS: ultimo in ordine di tempo il più forte di tutti, Messi, preso dall'Inter Miami insieme all'ex compagno al Barcellona, Busquets. Ma l'elenco è lungo e comprende stelle del calibro di Ibrahimovic, Chiellini e Higuain. Per diversi analisti anche la “moda” dell'Arabia Saudita si esaurirà nel giro di qualche anno.
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