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  1. Storie Di Sport

Alex Zanardi, ritratto dell'Iron Man italiano

Da pilota automobilistico a paraciclista: la storia di un grande campione e soprattutto di un grande uomo.

'Impossible is nothing', recita il claim di un noto spot pubblicitario. E nel caso di Alessandro Zanardi, 'l'Iron Man italiano', davvero nulla è impossibile. Quando si dice gettare il cuore oltre l'ostacolo. Di ostacoli, ad Alex, la vita ne ha riservati tanti. Apparentemente insormontabili. Ma la sua forza di volontà gli ha consentito di reagire. Sempre. Di rinascere, che poi è molto più di un semplice rialzarsi. Di ripartire da zero. Ed eccellere. Fuoriclasse vero, Zanardi. 

E non solo per gli innumerevoli trionfi conseguiti in carriera, al volante di un'auto da corsa o in sella a una handbike. Più d'ogni altra cosa il classe 1966 nato in Emilia Romagna, la 'Motor Valley' dello Stivale, è stato ed è un esempio. Di lotta feroce, incrollabile speranza, infinita determinazione. Sì, perché “vivere è meraviglioso. E io la vita me la prendo” ha detto in svariate occasioni, con quella grinta addolcita da un sorriso contagioso che è il suo marchio di fabbrica, il segreto per dominare anche la più improbabile delle sfide.

Dai kart alla Formula 1

Bologna, la città che gli ha dato i natali il 23 ottobre del 1966. Castel Maggiore quella in cui è cresciuto, dove ha coltivato la passione per i motori. A 14 anni il padre gli regala il primo kart. Ed è “amore a prima vista”. Zanardi ha talento da vendere. Elegante alla guida, soprattutto vincente. Lo chiamano il 'Parigino', proprio per il suo stile pulito. 

Nel 1985 conquista il titolo italiano e tre anni più tardi fa il suo esordio nella Formula 3 italiana a bordo di una Dallara-Alfa Romeo del team di Coperchini, prima di esordire in Formula 3000 nel 1991 al volante di una Reynard. A trionfare è Christian Fittipaldi, ma poco importa: le ottime prestazioni fornite dall'italiano non passano affatto inosservate. A dimostrazione di ciò, la chiamata della Jordan. Zanardi realizza il sogno di ogni giovane pilota: approdare in Formula 1. 

29 settembre 1991, una data da tatuare nella memoria: è il giorno del debutto, in occasione del Gran Premio di Spagna. La stagione successiva passa alla Minardi (1992), quindi alla Lotus (1993-1994), dove ottiene il suo unico punto nei 44 GP disputati in carriera, compresi quelli con la Williams nel 1999. Prima dell'ultima avventura non proprio memorabile in Formula 1 con la scuderia britannica, Alex si impone negli Stati Uniti, e non soltanto per un sorpasso impossibile nella doppia curva di Laguna Seca nota come il 'cavatappi' che lo rende un mito agli occhi degli americani. Zanardi, infatti, arricchisce la propria bacheca con due titoli di Formula Cart (1997, 1998).

Più forte di tutto

Archiviata la parentesi Williams, decide di far ritorno negli States. E il 15 settembre del 2001, nel corso di una gara di Formula Cart sul circuito tedesco del Lausitzring, è vittima di un grave incidente a bordo della sua Honda-Reynard. Tutto il mondo si stringe attorno al pilota emiliano. Tenace com'è, Alex non si arrende. No, lui non è tipo da gettare la spugna. Le avversità non lo spaventano. Lotta, come e più d'un leone. Affiancato dalla moglie Daniele, compagna di una vita sposata nel 1996. 

Passano giorni, settimane, mesi. Con lo sport sembra finita. O meglio, lo sarebbe stato per chiunque, ma non certo per l'Iron Man italiano. Che torna addirittura in pista e, nel 2005, vince il Campionato Italiano Superturismo. Zanardi è un ciclone, inarrestabile. Va oltre l'immaginabile e riesce a reinventarsi nel paraciclismo, in handbike, nelle categorie H4 e H5. 

La sua seconda vita sportiva è costellata di successi. Nel 2007 partecipa alla maratona di New York chiudendo al quarto posto, quindi batte record su record per poi fare incetta di medaglie ai Giochi Paralimpici di Londra del 2012 e a quelli di Rio de Janeiro del 2016. In totale conquista quattro ori e due argenti: un fenomeno. Ai Mondiali su strada - dal 2011 al 2019 - i trionfi si susseguono: gli ori sono 12, conditi da cinque argenti e un bronzo. 

Ma il 19 giugno del 2020 resta vittima di un altro tremendo incidente, dopo aver perso il controllo della sua handbike durante una tappa della staffetta di Obiettivo tricolore in Toscana. Zanardi è costretto ad affrontare una nuova, lunga, battaglia. Con la famiglia e i suoi tifosi disseminati in ogni angolo del globo che fanno il tifo per lui. Per l'Iron Man di Bologna. Per l'asso dei motori e il fuoriclasse che ha contribuito ad accendere i riflettori sullo sport paralimpico. Per l'uomo per cui 'impossible is nothing', nulla è impossibile. Perché “vivere è meraviglioso”.

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